Alle sei di sera il paddock di Motegi è già avvolto dal buio, un ufficio illuminato però attira l’attenzione. Dietro a quella porta c’è Davide Tardozzi assorto davanti al computer, il team manager di Ducati da una parte si prepara al GP del Giappone e dall’altra segue - a distanza ma con attenzione - il debutto della nuova Desmosedici a Valencia nelle mani di Pirro.
“In verità si tratta di una versione ibrida, con parti della 2016 e altre nuove. Questi test con Michele ci serviranno proprio a chiarirci le idee prima di allestire la nuova moto che sarà pronta per Valencia” spiega Tardozzi.
In quell’occasione, dopo l’ultima gara della stagione, la proveranno Dovizioso e Lorenzo che poi la rivedranno a Sepang a febbraio del prossimo anno. E non saranno i soli.
“In Malesia la proverà anche Stoner - rivela il team manager - A fine novembre invece saremo a Jerez ma in quell’occasione abbiamo in programma un tipo di prove per cui è più indicato Pirro”.
Dell’Australiano si è parlato molto negli scorsi giorni, dopo avere rifiutato l’offerta di sostituire Iannone a Motegi.
“Non è stata esattamente una richiesta, direi più una gentilezza - chiarisce Tardozzi - Abbiamo voluto informare Casey della situazione per correttezza, non ci aspettavamo che lui corresse ma ci piace essere chiari nei rapporti con lui”.
Messo da parte il capitolo Stoner, e in atteso di vederlo in pista fra qualche mese, ci si può concentrare sul futuro. Dopo l’abolizione delle ali, in molti si chiedono cosa stanno escogitando a Borgo Panigale per il 2017.
“Mi sento di dire che avremo una carena tradizionale - non mostra le sue carte Tardozzi - Sul prototipo 2017 le stiamo ancora usando, è la soluzione migliore per capire come funzionano le novità. Progressivamente andremo a toglierle, fino a eliminarle del tutto”.
Sulla GP17 Tardozzi ha la bocca cucita, non resta che armarsi di pazienza e aspettare.