Quella di domani sarà una giornata dal sapore speciale per lui. Già, perché il 9 agosto di 35 anni fa nasceva Andrea Iannone. Un pilota che ha bisogno di ben poche presentazioni, capace di riportare la Ducati al successo in MotoGP dopo l’era Stoner.
Andrea ha vinto e appassionato attraversando al tempo stesso momenti difficili. Lui però non si è mai arreso e quest’anno è tornato a fare la cosa che più gli piace, ovvero correre.
Proprio alla vigilia del suo compleanno, abbiamo condiviso una lunga intervista con The Maniac a Portimao. Si è parlato del presente e al tempo stesso del futuro, dato che il suo nome è al centro delle trattative di mercato.
“Le corse mi hanno sempre fatto stare molto bene e rappresentano il 90% della mia vita – ha esordito – mi hanno regalato sogni e al tempo stesso fatto conoscere cosa sia la fatica così come la perseveranza e l’impegno. Personalmente sono contento della mia vita e speriamo di disputare ancora degli anni ad alto livello. Se siamo qua è perché bisogna crederci”.
A luglio 2023 firmavi con Go Eleven. Come ti rivedi un anno dopo?
“Ti dico la verità: per me questo è un anno zero. Siamo partiti bene, poi in alcune piste ci sono state delle difficoltà riuscendo comunque a portare a casa dei risultati. Se guardo al Campionato, dopo tutti questi anni fuori, sono contento. Avverto di essere ancora un pilota veloce e proprio per questo motivo, nella seconda parte di Campionato, puntiamo a crescere e fare del nostro meglio”.
Andrea, per quanto ti ho conosciuto in questa prima parte di Campionato, posso dire che sei una persona molto vera e diretta, uno di quelli che dice le cose come stanno. Al tempo stesso ti considero un pilota a misura d’uomo e anche divertente.
“Mi fanno piacere queste parole. In questi anni ne ho sentite sempre tante nei miei confronti, molti dicono che sono complesso ed esigente. Alcuni giorni fa parlavo con Tardozzi e lui mi diceva che questa era una cosa assurda. Bartolini di Yamaha mi diceva che a volte sono anche troppo buono. Il fatto è che a volte fa comodo perché ci sono delle fazioni. Io sono stato uno abbastanza indipendente e un po’ solitario. Alla fine ognuno può dire ciò che vuole e mai si sa quale sia la verità o meno. A volte fa comodo descrivere Iannone in un certo modo e se poi non mi conosci ti fai un’idea su di me basata sul vociferare. Di sicuro sono uno pignolo, che ci tiene a fare le cose bene. Questo perché negli anni ho avuto modo di conoscere e lavorare con persone di talento e di conseguenza ho avuto la possibilità di imparare molte cose per poi riconoscerle. Umanamente penso di essere una persona buona e generosa, così come rispettosa. Il fatto è che soffro a trovare delle persone vere”.
In un'intervista rilasciata a Repubblica hai dichiarato: “in passato mi è crollato tutto”. Possiamo dire che sei riuscito a ricostruire tutto o quasi?
“Mancano ancora tante cose perché alla fine io sono un sognatore. Non è facile, ma mi piacerebbe vincere un Mondiale. Ovviamente bisogna mettere insieme tante cose, trovandosi al posto giusto nel momento giusto ed essere parte di un progetto. Tutto ciò però va costruito ed è quanto proverò a fare. Io a casa lavoro giorno e notte, in seguito vedremo cosa fare il prossimo anno. Di sicuro dovrò fare delle mosse a livello di riorganizzazione generale mia, cercando di fare una squadra che mi possa aiutare a provare a vincere in futuro un Mondiale SBK. Io so che posso dire ancora la mia e dare tanto. La cosa fondamentale però è essere parte di un progetto e ho già iniziato. Quest’anno ho capito molte cose, consapevole del fatto di dove mi trovo. Bisogna incastrare tutti i tasselli prendendo magari figure che ad oggi non ci sono”.
Capitolo mercato. Nel 2025 sarai ancora con Go Eleven?
“Non lo so. È ancora tutto molto aperto e ho lasciato per ultimo questo discorso. Qua inizieremo a parlare con Go Eleven, che però non è la mia unica opzione. Sto parlando anche con delle Case e dobbiamo capire perché il 2025 sarà un anno fondamentale dato che nel 2026 sarà tutto aperto. Devo capire quanto posso essere importante per il futuro”.
So che anche Honda ti aveva cercato.
“Non mi va di smentire né di confermare. È ovvio che se sei in un paddock parli con molti. Ho dato priorità a una situazione, ovvero andare in un team ufficiale Ducati, ma così non è stato. Vediamo quindi quello che sarà dato che sto parlando con tutti. A casa dovrò capire molte cose, confrontandomi anche con Ducati per capire quanto posso essere importante per loro, valutando bene cosa è meglio fare. Di sicuro io ho le idee chiare: magari rimarrò per sempre in Ducati o valuterò altro. La mia priorità è stata Ducati, ho aspettato e anche lasciato tanto, infatti avevo una scelta importante sul tavolo, ma non me la sono sentita di prenderla. Le scelte le ho sempre prese io e vedremo cosa accadrà”.
Hai citato Ducati...
“Ducati ha un team factory con Cecconi e Casolari. Hanno vinto due mondiali, hanno due piloti forti e bisogna capire. Penso sia giusto e ragionevole quanto hanno oggi così come le scelte fatte. Bisogna guardare al futuro, ovvero al 2026-2027. Quelli sono gli anni in cui io posso provare a vincere un Mondiale”.
A proposito di futuro, Campinoti aveva manifestato la volontà di un test MotoGP con Yamaha.
“Paolo ha e aveva molta voglia, ma le cose devono avere un senso perché fare un test tanto per farlo sarebbe servito a poco. Tutti possono fantasticare, ma come ho già detto non penso alla MotoGP. Penso che il mio tempo sia scaduto in MotoGP: non tanto per il fatto se sarei potuto essere veloce o meno, ma perché quando superi una soglia d’età il tuo tempo lì è finito. Qua però sono in tempo per fare delle cose buone e voglio concentrarmi. Poi io non ho paura di nessuno, ma non perché io mi senta il più forte di tutti, semplicemente perché non mi sento inferiore. Io cerco sempre di lavorare e analizzare per dare il massimo”.