Negli ultimi cinque giorni il centro del mondo a due ruote non è stato un tracciato, né un paddock o qualcosa del genere, ma un ospedale. Già perché tutti, venendo a conoscenza di ciò che era successo ad un pilota ma soprattutto ad una persona come Nicky Hayden, hanno cercato informazioni dall’ospedale “Bufalini” di Cesena. Notizie positive, notizie di un miglioramento. Notizie che però, per la tristezza di tutti, non sono mai arrivate.
L’incidente che è costato la vita a Nicky Hayden avviene mercoledì 17 maggio, intorno alle ore 14. Il pilota sta percorrendo via Ca’ Raffaelli (a pochi passi dall’autodromo di Misano) quando, al momento di immettersi su via Tavoleto, viene investito da un’auto guidata da un ragazzo 30enne di Morciano di Romagna. La notizia viene diramata in primis da RiminiToday, che parla di stato di incoscienza da parte dello statunitense, che viene trasportato in ambulanza all’ospedale “Infermi” di Rimini. Troppo gravi infatti i traumi riportati da Nicky per pensare ad un elisoccorso immediato. A Rimini il pilota viene stabilizzato e, data la gravità delle sue condizioni, viene elitrasportato all’ospedale “Bufalini” di Cesena, dotato di un trauma center all’avanguardia. Dall’impianto cesenate arrivano le prime notizie sulle reali condizioni di Nicky, che ha subito un politrauma cranico ed addominale, oltre a svariati ematomi. Un quadro clinico di estrema gravità. Il primo bollettino ufficiale da parte dell’ospedale giunge intorno alle 22.30, e conferma la diagnosi circolata nelle ore precedenti. Aggiunge però che il pilota è stato trasferito nel reparto di rianimazione e che, a causa delle ferite riportate, non è stato possibile intervenire chirurgicamente.
Il mattino del giorno successivo, giovedì 18 maggio, giunge un nuovo bollettino, che sarà però solo il primo di una lunga serie di conferme riguardo alla gravità delle condizioni del ragazzo nativo del Kentucky. Nessuna novità infatti, con le condizioni che restano gravissime. Nel frattempo giungono a Cesena la madre Rose ed il fratello Tommy, oltre che la fidanzata Jacqueline già presente dalla giornata di mercoledì. Rimane invece negli USA il padre Earl, impossibilitato a compiere il volo dal Kentucky a causa di alcuni problemi cardiaci. Nel primo pomeriggio viene rilasciato un nuovo bollettino, che non porta novità rilevanti. Novità che giungono invece da un successivo bollettino intorno alle ore 17: viene confermato il politrauma, e viene rilevato un gravissimo danno cerebrale che preoccupa notevolmente l’equipe medica. La prognosi resta riservata.
Le notizie che giungono dal “Bufalini” nell’arco di venerdì 19 maggio non parlano di novità, né in senso negativo né in senso positivo. Il pilota resta in prognosi riservata nel reparto di rianimazione, accudito dai membri della famiglia già citati, ai quali si sono aggiunti Marco Chini, coordinatore del progetto Honda Superbike, Dino Acocella, ingegnere di pista di Hayden e Massimo Neri, elettronico. C’è anche Nick Sannen, il suo assistente e amico. Nel frattempo sui quotidiani romagnoli appaiono le dichiarazioni dell’investitore, che racconta di come Hayden sia spuntato all’improvviso e di come non abbia avuto modo e tempo di evitarlo. I rilevamenti della polizia parlano infatti della mancanza di segni di frenata.
Sabato 20 maggio, mentre la MotoGP è nel pieno del suo weekend di Le Mans, i bollettini medici riguardanti il ragazzo del Kentucky mantengono uno stretto riserbo sulle sue condizioni, parlando sempre di prognosi resta riservata, di condizioni estremamente gravi e di reparto rianimazione. Le voci dei vari sciacalli nel mentre girano parlando di una presunta morte di Nicky, tanto da costringere il padre Earl ad emettere un’informativa, in cui conferma che il figlio sta ancora lottando per propria vita.
La domenica, giorno del signore, non aiuta Nicky nella sua gara più difficile: giunge un unico bollettino da Cesena, intorno alle ore 12, che non parla di alcuna variazione. Sull’edizione giornaliera della Gazzetta dello Sport si parla di come Nicky non risponda agli stimoli cerebrali, e di come sia aiutato a rimanere in vita grazie alle macchine. Parallelamente a tutto ciò proseguono le indagini della polizia locale sulla dinamica dell’incidente, che sembra essere sempre più chiara: pare che Nicky si sia immesso su Via Tavoleto da Via Ca’ Raffaelli senza rispettare un segnale di precedenza, forse distratto dalla musica del suo Ipod (ritrovato sul luogo dell’incidente), venendo così investito dal guidatore. Quest’ultimo ancora in stato di shock, risulta negativo all’alcol test, ma rimane indagato per la sua velocità al momento dell’impatto, probabilmente più alta rispetto al limite (50 kmh).
Nell’ultimo giorno di questa settimana drammatica per Nicky Hayden ed il mondo del motorsport, le notizie si susseguono. Sulla Gazzetta dello Sport appare un intervista a Kevin Schwantz, dove l’ex campione della 500 racconta di aver incontrato Nicky poche ore prima dell’incidente, ma di non essere andato ad allenarsi con lui in quel fatale pomeriggio non avendo con sé la bici adatta. Intorno alle ore 12 un nuovo bollettino del “Bufalini” non racconta, sfortunatamente, di novità positive, mentre emerge un video choc sull’incidente. Le immagini provengono dalle telecamere dell’impianto di sicurezza di una casa limitrofa, e raccontano di come Nicky non abbia rispettato il segnale della precedenza venendo investito. Le ore di questa triste giornata passano fino alle 17.35, quando un comunicato (emesso per errore in anticipo) dell’ospedale annuncia quello che nessuno voleva. Nicky Hayden non è più tra noi, e tutti ci sentiamo più vuoti di prima.