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Il ricordo del Piro, Corser: A Donington mi diede la sua moto

Meregalli: "Pur di aiutarmi, si spacciava per mio cugino", Locatelli: "Un secondo padre, il titolo del 2000 l'abbiamo vinto insieme"

Il ricordo del Piro, Corser: A Donington mi diede la sua moto

Motociclisti, meccanici, amici, ma anche tanti appassionati.  C’è chi addirittura è partito con il primo volo dall’Australia pur di rendere omaggio alla memoria di Fabrizio Pirovano. È il caso di Troy Corser, che in mattinata ha raggiunto il pista brianzola per salutare il Re. Sul podio il pilota ha ricordato: “A Donington, durante le qualifiche, volai a terra dopo nemmeno un giro danneggiando la moto. Fabrizio mi diede la sua, conquistai la pole e fu il primo ad abbracciarmi. Ancora oggi ho i brividi a raccontarlo”.   

 All’Autodromo di Monza Davide Tardozzi indossava la maglietta celebrativa del titolo vinto nel 1998 dal pilota lombardo. Nella mente del team manager Ducati, rimangono impresse le grandi sfide: “Quando abbassavo la visiera del casco era un avversario, ma una volta scesi dalla moto si tornava amici – ha detto dice – la partecipazione alla 24 Ore del Bol d’Or ha rafforzato il nostro rapporto. Tra di noi c’era una rivalità sana, perché basata sul rispetto. Quello che oggi servirebbe un po’ di più nel nostro sport”.

Accanto al feretro del Re di Monza c’è anche Virginio Ferrari, che ricorda: “Lo chiamavo Piro Piro, tutti noi lo consideravamo un “brav fio”, una bravo figlio, al di là del talento. Nel 1993, al Mugello, lo agganciai e finimmo entrambi a terra, mentre lui era in lotta per il Campionato. Gli chiesi scusa dicendogli: “Non l’ho fatto apposta, ma è la competizione”. Lui mi rispose: “Sono incazzato, ma non posso darti torto”. L’ultima chiamata risale a tre mesi fa: “Lo chiamai e rispose al telefono dicendomi: “E’ dura Virginio, ma io non voglio mollare. Peccato sia finita così”.

C’è chi Fabrizio Pirovano lo ricorda per il grande amore verso le due ruote. E’ il caso di Vittoriano Guareschi: “Quando prendevo la paga da lui non riuscivo nemmeno ad arrabbiarmi – ha raccontato – era un punto di riferimento per noi giovani, con una passione unica per le moto”.

Roberto Locatelli lo considerava addirittura un secondo padre:Per me è stato un papà del Motorsport – ha testimoniato – è grazie a lui che sono salito in sella all’Aprilia 125 di Meregalli, lasciando l’Enduro. È stato al mio fianco in tantissimi momenti, indicandomi quali meccanici scegliere, dove comprare l’abbigliamento per correre. Il titolo che ho conquistato nel 2000 l’abbiamo vinto insieme.

Forte la commozione di Pierfrancesco Chili, che ha preferito non partecipare al corteo in moto: “Non ho partecipato perché non posso immaginare che quello sia stato l’ultimo giro del Piro a Monza – ha affermato con le lacrime agli occhi – insieme ne abbiamo combinate tante. Ricordo ancora quando a mia insaputa rasò i capelli a zero a mio figlio”.

Tra i presenti anche Max Biaggi, Marco Melandri e Luca Cadalora. È intervenuto anche Lin Jarvis: “Oggi è una giornata molto triste per lo sport e tutti gli appassionati – ha sottolineato il managing director Yamaha – Pirovano era molto legato al nostro ambiente e rimarrà per sempre un’icona”. Anche Silvano Galbusera ha presenziato alla celebrazione: “Un matto il Piro, simpatico, pronto alla battuta, capace sempre riconoscere i meriti altrui”.

Chi lo conosceva  bene Pirovano era Maio Meregalli: “Per quattro anni ho trascorso tutti i giorni insieme a lui – ha rivelato il team manager Yamaha – se mi sono avvicinato al mondo delle corse è senza dubbio grazie al Piro, una persona del cuore grande, che amava i motori. Ricordo quando si spacciava per mio cugino, pur di aiutarmi a correre”.

Non solo:  “Quando al sabato andavo a girare in pista a Monza, senza che mio padre lo sapesse, Fabrizio firmava di nascosto al posto mio lo scarico di responsabilità, dato che io non avevo ancora l’età. Un’altra volta ero in sella ad una Vespa truccata con la Polizia che mi inseguiva, Fabrizio mi nascose nel container del garage, evitando così che mi trovassero. La sua scomparsa mi lascerà un gran vuoto”.  


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