Ezpeleta: “Una moto da un milione ”

Il boss della Dorna vuole ridurre i costi del 70%. Tratta con le Case, ma non si arrenderà


Carmelo Ezpeleta, amministratore delegato di Dorna, la società spagnola che gestisce il campionato mondiale, affronta un compito difficilissimo: traghettare la MotoGP da categoria nella quale il budget è al servizio della Ricerca & Sviluppo, ad uno in cui la ricerca e sviluppo sia al servizio del budget. I cataloghi dei venditori riportano cifre stratosferiche – una frizione di ultimissima generazione può costare quanto 500 scooter -  mentre i libri mastri dei team satelliti elencano cifre di anno in anno più magre. Anche le Case soffrono: al punto che ne sono rimaste solo tre, nella massima categoria.  Come rimediare? Ezpelata ha le proprie idee. Si può essere d'accordo o meno, ma altre sul tappeto non ce ne sono. Ed il problema non può essere accantonato. Presente anche quest'anno a Madonna di Campiglio (tra l'altro, è un tifoso di Alonso e della Ferrari) Carmelo Ezpeleta (Don Carmelo, come lo chiamano in Spagna) analizza la situazione e spiega il proprio punto di vista. Afferma che con le Case (che non sembrano particolarmente convinte di alcune su proposte) “non ci sarà braccio di ferro”. Ma chiarisce che, in assenza di un accordo, lui sa come procedere.

2013, anno in cui tutto cambierà. “Il 2012 sarà un campionato un po' di transizione. Per governarlo, dobbiamo ottenere due risultati: fare in  modo che le prestazioni delle CRT non siamo molto lontane da quelle delle moto ufficiali e, secondo punto,  che le moto ufficiali non seguano uno sviluppo che le porti a prestazioni pericolose o a costi che non hanno ritorno. Se un costruttore investe una quantità enorme di denaro e vince il campionato, e poi se ne va, ti lascia senza niente...”


Tecnologia e spettacolo. O l'una, o l'altro. “Lo sport del motore si regge su due pilastri: tecnologia e spettacolo.  Se in un momento di crisi bisogna scegliere tra l'uno e l'altra, si sceglie lo spettacolo, che è ciò che procura gli incassi che derivano dalle televisioni e dai circuiti. Sto parlando con le Case ed ho tutta la pazienza del mondo, ma penso che a maggio, al  massimo,  dovremo aver già concordato una piattaforma comune per affrontare il 2013 e stagioni seguenti. Voglio che il 2013 sia completamente diverso dal 2012”.


Tutti d'accordo? Meglio. Ma non necessariamente.
“Le Case hanno sempre considerato lo sviluppo tecnologico come elemento dominante”. Nel tempo, sono sorte due due questioni: “primo, le moto, finora in leasing, hanno raggiunto costi impossibili da affrontare. Secondo, essendo quelle di testa velocissime, pongono problemi dal punto di vista della spettacolarità (perché il gap con le altre è troppo ampio, ndr) . Siamo in grado di risolvere i due problemi. Meglio se con l'accordo di tutti. Altrimenti, abbiamo alcune idee”. Entro maggio prossimo cercheremo di far ragionare le Case, poi procederemo da soli.


Il problema della sicurezza. C'è chi teme problemi di sicurezza, avendo in pista moto con velocità diversa e piloti con esperienza diversa. “Se passiamo da 17 moto a 21 (così avverrà nel 2011 con l'aggiunta delle CRT, ndr) , quattro piloti saranno nuovi (ed anche alcuni mezzi) . Abbiamo strumenti per fermare chi non fornisca la sicurezza necessaria”. In ogni caso, Ezpeleta è convinto che “la differenza tra i primi e gli ultimi sarà inferiore a quella che esiste in F.1”.


Una moto da un milione di euro
. “La centralina unica era una delle nostre proposte. Mi sembra che i tre costruttori sostengano che sia l'elemento che maggiormente limita lo sviluppo tecnologico. Io non è che sia favorevole alla centralina unica; sono favorevole a limitare le prestazioni e, limitando le prestazioni, limitare i costi: le moto dei team non ufficiali devono costare un milione di euro a stagione”.

Le Case potrebbero costruire e vendere CRT. “I team non ufficiali riescono a garantirsi attualmente budget compresi tra i due milioni ed i due milioni e mezzo. Aggiungete quello che diamo noi, ed avremo bilanci sufficienti, se le moto costeranno un milione e ti permetteranno di essere competitivo. Il problema è che oggi la moto costa tre. Che poi siano CRT, od un'altra definizione – moto clienti, per esempio - non mi importa, Quello che mi interessa è che costi un milione”. Si possono adottare molte misure, per riuscirci. “Per esempio, stabilire che ogni costruttore possa fare solo due moto (ufficiali). Oppure, stabilire che il leasing è proibito. La moto deve essere proprietà del team”.

In giapponesi non si arrendono.“No: non si sono ammorbiditi.  Ma non sarà un braccio di ferro. Parlo con le Case nipponiche da 22 anni, e penso di avere la possibilità di convincerli. Anche in futuro, il business rimarrà comunque buono per loro: vendere moto ad un milione non è poi così male”.

Un futuro a 20 Gran Premi? "Posso dire che nel prossimo futuro non ci saranno più 4 Gran Premi in Spagna. La crisi si sente anche da noi. Ci sono paesi in lista di attesa. I nomi li sapete anche voi,India, Korea. Cercheremo però di restare a quota 18".


 


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