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MotoGP, Di Giannantonio: "Nei test di Sepang servirà maturità e ora so di averla"

"Le difficoltà mi hanno fatto crescere come persona. Mi sembra di avere una spalla nuova, sono al 90% della forma. Portare il 46 di Valentino sulla moto è un onore, avere pressione un privilegio"

MotoGP: Di Giannantonio:

Domani Fabio Di Giannantonio tornerà nel box del team VR46, un luogo che aveva dovuto lasciare a due GP dalla fine della scorsa stagione per operarsi alla spalla. Troverà ad attenderlo una Ducati GP25 e sarà l’unica ad averla oltre a Bagnaia e Marquez. Solo a parlarne, gli brillano gli occhi. Senza contare che i tre giorni di allenamento a Mandalika sulla Ducati Panigale V4 (insieme ai piloti della Riders Academy) gli hanno dato le rassicurazioni che sperava.

Sto bene, anche se non voglio dire troppo perché guidare una MotoGP è tutta un’altra storia, è uno stress completamente diverso - esordisce Diggia - A Mandalika è andato tutto secondo i piani, non ho avvertito dolore né avuto alcun problema, fastidio e limitazione. Spero che anche qui a Sepang vada così, direi che sono a un buon 85, 90% della mia forma fisica, sicuramente mi manca ancora un po’ di forza. Di solito, dopo un intervento del genere, devi stare fermo per un mesetto e per un altro fare fisioterapia prima di iniziare a muovere la spalla, noi abbiamo cercato di stringere un po’ i tempi e arrivo qui pronto”.

Quindi il primo esame superato?
Devo capire se ero talmente contento di risalire in moto da non avere sentito nulla di tutto il resto o se veramente sia andato tutto così bene (ride). Sono stato anche veloce e mi sono divertito”.

Quali sensazioni hai?
È come avere una spalla nuova, a casa i dottori e tutto lo staff medico hanno fatto un grandissimo lavoro e il professor Castagna, che mi ha operato, è stato fantastico. Se penso adesso in che condizioni avevo guidato negli ultimi 6 o 7 GP della scorsa stagione… è stata dura, ora è tutta un’altra cosa. Quando ero casa è stata tosta, mi mancava correre, la fisioterapia è stata lunga e dolorosa. Ora, però, posso dire che è stata la migliore decisione che avrei potuto prendere. I tempi sono stati perfetti, forse sarebbe stato meglio anticipare un po’, ma è stato il giusto compromesso”.

In questi 3 giorni di test userai delle cautele particolari?
Il piano è seguire tutto il programma senza mai fermarmi, ma dovrò capire uscita dopo uscita come sta la spalla, non voglio sfinirmi il primo giorno e non riuscire a guidare negli altri due. Questo perché non so cosa aspettarmi, su una MotoGP la posizione di guida è più estrema, come gli sforzi che devi fare, bisogna capire. Abbiamo tante cose da provare e l’obiettivo è rispettare il programma”.

Sei pronto a sviluppare la GP25?
Sul contratto c’è scritto quello (ride). Ogni pilota farà le sue prove, ma lo sviluppo verrà fatto da noi tre. Saranno tre giorni di scoperta su tanti forti, per me è una specie di progetto nuovo, perché sono nella stessa squadra ma sarò seguito direttamente da Ducati avendo la moto ufficiale. Farò un salto di 2 anni passando dalla GP23 alla GP25, non potrò pensare solo alla guida perché dovremo sviluppare la moto. È un po’ tutto nuovo, ma arrivo con maturità e so di dovere prendere le cose con calma e dove lavorare. Ripeto, in questi test servirà maturità e so di averla ora”.

Cosa ti aspetti dalla nuova moto?
Ducati non ha voluto dirmi troppo per non influenzarmi. Logicamente, ho letto e ascoltato le interviste, qualcosa l’ho saputo, ma anch’io non volevo avere troppe informazioni per salire in sella con la mente libera. Ho visto i tempi e la nuova moto sembra essere nata bene, ma quella di Barcellona non era la vera Desmosedici 2025. Qui ha Sepang avremo il primo prototipo della 2025”.

Poco più di un anno fa hai rischiato di lasciare la MotoGP, ora hai una Ducati ufficiale. Pensi mai a quel momento?
Adesso non troppo, ma non perché me lo sia dimenticato. L’ho metabolizzato, è una cosa che fa parte di me e che mi ha fatto crescere sicuramente come persona, sono grato alle persone che hanno fatto parte di questo cammino. Non ci penso troppo perché sono concentrato sul fare il massimo oggi, non è una frase fatta, ora do molto più valore a ogni momento della mia vita. Questa è la mia passione, è il mio lavoro, una cosa molto importante che stava andando via, quindi quello che è successo mi ha fatto maturare e dare più valore al presente”.

Cosa significa avere il 46 di Valentino Rossi sul cupolino?
È bellissimo, io sono avvantaggiato perché a Silverstone lo scorso anno avevo esagerato correndo anche con il casco di Vale, non solo con le sue grafiche sulla moto (ride). È figo, io quando sono sotto pressione rendo meglio ed è un onore averne di questo tipo. È bellissimo correre per il team di Vale, avere quel numero dietro al tuo, hai la leggenda con te sul cupolino. Come dico sempre, la pressione è dei privilegiati perché significa potere fare bene”.

Essere nel suo team ha cambiato la tua visione su Valentino?
Lui è questo sport. Quando vado in giro per il mondo e mi chiedono cosa faccio, se non conoscono la MotoGP gli dico ‘come Valentino Rossi’ e capiscono subito (ride). È il più grande di tutti i tempi e questo l’ho sempre percepito. Ho visto sempre il team VR46 e l’Academy come due entità super professionali, li ho sempre ammirati e stimati”.

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