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MotoGP, Dall'Igna: "Honda e Yamaha potranno rischiare, Ducati dovrà essere conservativa"

"Abbiamo accettato le concessioni perché perdere HRC sarebbe un problema per tutti. Più importante la moto o il pilota? Non me lo chiedo, quello che conta è che vinca una Ducati"

MotoGP: Dall'Igna:

Gigi Dall’Igna ha potuto godersi le vacanze invernali dopo una stagione fantastica sia in MotoGP sia in SBK, ma l’ingegnere veneto è già al lavoro per ripetere i recenti successi anche nel 2024. Sulla carata può essere semplice, ma nella realtà dei fatti sa di dovere sudare. Anche se la Desmosedici è la moto migliore del lotto e l’arrivo di Marc Marquez rafforza una formazione che già lo scorso anno è stata capace di conquistare i primi 3 posti in campionato con Bagnaia, Martin e Bezzecchi.

Dall’Igna ne ha parlato in un’intervista rilasciata a Motorsport: “il mio obiettivo è vincere, e devo fare in modo che Ducati lo faccia per quanto più tempo possibile. Questo è il fine ultimo del mio lavoro  - le sue parole - Non sono un egocentrico in questo senso, non vedo solo la Ducati che vince, ma il pilota e il team che vincono insieme. Siamo una squadra. Non mi sono mai chiesto se fosse più importante il pilota o la moto. L’unica cosa che conta è che alla fine della stagione il pilota che vince il premio più ambito guidi una Ducati".

Il Direttore Generale è anche tornato sul team degli ordini di scuderia, un leitmotiv da un paio di stagioni a questa parte.

"Questo è uno sport, significa che dobbiamo comportarci in maniera sportiva e non possiamo giocare sporco. Questa è la base della mia filosofia - ha spiegato - Giocare sporco sarebbe limitare le prestazioni di una moto per evitare che un pilota possa vincere. Jorge Martin ha avuto a disposizione tutte le carte per giocarsi il titolo fino alla fine. Senza manovre extra. Questo è giocare pulito, interpretare correttamente lo sport"

Gigi ha poi parlato delle concessioni. Il nuovo sistema gli piace a metà, non per il fatto che favorisca Honda e Yamaha, ma perché aiuta anche Aprilia e KTM.

"Abbiamo accettato le concessioni perché abbiamo pensato che fosse più importante aiutare Yamaha e Honda che disapprovare i vantaggi che avranno Aprilia e KTM. Se Honda decidesse di lasciare la MotoGP, sarebbe un problema per tutti. Per aiutare Yamaha e Honda abbiamo dovuto accettare le concessioni agli altri, in questo senso abbiamo firmato. Più competitive saranno le marche, più bello sarà il mondiale".

Per Dall’Igna, le Case giapponesi avranno un vantaggio importante quest’anno.

"La grande differenza è che loro hanno la possibilità di sbagliarsi e correggersi. Per esempio, possono aprire e modificare il motore. Noi no. Chi ha le concessioni può tornare indietro con il propulsore se sorge qualche problema. Noi dobbiamo concludere il campionato con il motore che abbiamo omologato all’inizio dell’anno. per questo dobbiamo essere molto più conservativi. Non è solo una questione di test, ma è la possibilità di rischiare molto di più. Loro, nell’aerodinamica, hanno un aggiornamento in più di noi. Se noi ci sbagliamo, abbiamo un problema" ha concluso.

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