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Lecuona: “Terzo pilota in MotoGP? Perché no”

“Se sono qua vuol dire che il mio livello me lo permette. Paradossalmente la disgrazia di un pilota titolare può diventare un’occasione per uno come me. Durante queste gare ho potuto approfondire le conoscenze di una MotoGP”

MotoGP: Lecuona: “Terzo pilota in MotoGP? Perché no”

Finora il ritorno nel Motomondiale ha regalato poche gioie a Iker Lecuona, non che ci si potesse aspettare di meglio complice una Honda lungi dal fornire ai propri piloti un pacchetto tecnico all’altezza per ambire a risultati di rilievo. Alla sua ultima apparizione in MotoGP nel corso di questa stagione, salvo stravolgimenti, il motociclista valenciano punta a chiudere in maniera decorosa, magari regalando al team LCR Castrol qualche punticino nel GP del Qatar.

Un’ardua impresa gettando uno sguardo alla classifica odierna in quel del Lusail International Circuit che lo colloca in 20esima nonché terz’ultima posizione:Questa mattina l’asfalto era molto sporco e, almeno inizialmente, non riuscivamo a toccare il gomito a terra - ha ammesso Lecuona - non potevamo spingere eccessivamente, l’anteriore si chiudeva un po’ ovunque. Per fortuna non si sono registrate troppe cadute. Nella seconda sessione invece le condizioni della pista sono migliorate, lo avevo già notato osservando la FP2 di Moto2 e infatti poi ci siamo migliorati abbastanza. Chiaramente resta complicato gestire la situazione, appena vai fuori traiettoria sei costretto a rialzare la moto. Mi domando come faremo a sorpassare in gara... è molto pericoloso, bisognerebbe prendersi un sacco di rischi.

Tredicesimo classificato nel Mondiale Superbike 2023 sotto le insegne HRC, questa stagione l’ex pilota della KTM si è alternato spesso tra derivate di serie e prototipi. In questa circostanza sta affrontando il settimo week-end di gara in MotoGP del suo 2023, in sostituzione del convalescente Alex Rins:“Mi piace correre così tante gare in squadre e campionati differenti. Ho imparato tanto, sia prima in Repsol HRC che adesso in LCR. Mi sono dovuto adattare a nuovi ambienti, metodi di lavoro e ad una nuova mentalità. Così come al sapermi rapportare coi capo-tecnici, quest’anno ne ho cambiati addirittura cinque. L’esperienza accumulata in Superbike mi è servita senz’altro. Una bella scuola!”.

Di fatto ha rappresentato un prezioso “tappa buchi” al fine di sopperire alle ricorrenti defezioni in casa Honda. Una sottospecie di terzo pilota (occulto), tematica di cui si è discusso spesso recentemente. Sarebbe utile introdurlo nella MotoGP moderna piena zeppa di gare e, di conseguenza, con una maggiore percentuale di rischi per le prime guide? Il numero 27 esprime la sua opinione: "Perché no, non sarebbe una cattiva idea... alla fine se sono qua vuol dire che il mio livello me lo permette. Riesco a guidare la RC213V, sebbene sia una moto complessa e mi prenda degli spaventi per non cadere"

"Oggi non sono andato male. Il distacco dalla vetta della classifica è di un secondo e quattro decimi, inoltre mi sono messo dietro il mio compagno di squadra
(Takaaki Nakagami, ndr) che corre in questa categoria da parecchio più tempo di me - ha aggiunto - paradossalmente la disgrazia di un pilota titolare può diventare un’occasione per uno come me. Durante queste gare ho potuto approfondire le conoscenze di una MotoGP e non perdere il ritmo anche in assenza di test programmati. Qual è la differenza maggiore rispetto alla CBR? Gli pneumatici (Pirelli contro Michelin, ndr), in particolare quello anteriore. A tutto il resto ci si abitua più rapidamente”.

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