Tu sei qui

SBK, Barbier: "Pirelli osserverà da vicino la MotoGP, per farsi trovare pronta"

"Serve andare nella direzione della sostenibilità dei costi e mi sembra stia succedendo. Moto2 e Moto3 saranno una sfida, porteremo gomme simili a quelle SBK. Iannone? Ai piloti piacciono sempre le nostre gomme"

SBK: Barbier:

Giorgio Barbier era presente a Jerez per seguire i test SBK. Pirelli non si ferma con lo sviluppo e c'erano diverse novità da provare per i piloti che hanno segnato tempi da riferimento sia nel weekend di gara che nei test successivi. Abbiamo parlato con Barbier in un momento topico per Pirelli, perché nel 2024 sbarcherà nel paddock della MotoGP diventando fornitore unico di pneumatici per Moto2 e Moto3. Un primo ingresso tra i prototipi che rischia di diventare propedeutico verso un impegno ancora maggiore abbracciando la sfida della MotoGP. 

Con Barbier abbiamo parlato di questo ma anche dell'evoluzione del mondiale SBK, che resta il faro per lo sviluppo di chi costruisce moto ed accessori dedicati alle moto. Se da un lato è vero infatti che il mercato delle superportive è cambiato in questi anni, lo è altrettanto riguardo l'utenza che oggi compra le SBK replica. Un pubblico sempre più esigente e competente, che ama sempre di più sfruttare queste moto in pista. 

Il mondiale è finito domenica e siamo già qui a fare test. Tra poco poi c'è il debutto in Moto2 e Moto3, non vi manca del lavoro da fare in Pirelli. 
"Il lavoro importante in SBK continua, siamo a fare dei test a Jerez appena due giorni dopo la fine del campionato. Sono cambiati alcuni piloti ed anche noi abbiamo portato del materiale nuovo per il 2024. Moto2 e Moto3 saranno una sfida nuova, abbiamo fatto solo un test a Barcellona dopo il Gran Premio e ne faremo un altro a Valencia dopo la fine della gara, ma ormai saremo a fine novembre e a quel punto partiranno anche le gomme per le prime intercontinentali. Le gomme sono già state scelte essenzialmente, cominceremo in Qatar a vedere cosa succede. Avremo altri test a febbraio, ma i giochi saranno fatti direi".

Che gomma porterete in quel paddock?
"La gomma sarà le stessa della SBK. In Moto2 porteremo le stesse misure della SBK in quattro mescole che sono già state definite. Alcune cose saranno identiche a quelle utilizzate in SBK, altre cose saranno più specialistiche direi. Con le SBK siamo tranquilli, sappiamo esattamente cosa fare, in Moto2 partiremo con maggiore attenzione perché dobbiamo conoscere alcune moto meglio, ci sono piste su cui non siamo mai andati o su cui manchiamo da tanto tempo. Poi lì non potremo fare il lavoro di sviluppo che facciamo in SBK, dove se vogliamo portare una soluzione nuova la portiamo in gara. Lì dovremo mantenere una certa costanza di materiali per tutta la stagione".

Cosa ti dice chi prova le Michelin da MotoGP e poi le Pirelli SBK?
"Seguo sempre con molto interesse i passaggi di categoria dei piloti proprio per questo motivo. Dai tempi di Barros, Biaggi, Checa, Hayden è sempre interessante avere questo primo feedback dai piloti. Tutti notano che le Pirelli sono gomme sincere che danno risposte che ti fanno sentire cosa succede sull’asfalto. Questo dipende anche dal fatto che noi abbiamo strutture meno rigide di quelle che usano sui prototipi, perché devono adattarsi a vari telai diversi e moto in configurazione stradale. Questo però dona alla gomma la capacità di dare un feedback al pilota quando si muove, quando perde leggermente aderenza. Un aspetto molto gradito dai piloti, come mi ha detto anche Iannone qui. Poi imparano anche a fidarsi e forzare, perché interpretano questi segnali come avvisaglie e non come una gomma che sta per tradirti da un momento all’altro. Questa sensibilità in più è una cosa che piace molto. Apprezzano molto il grip in più, ma è chiaro anche che sono due mondi diversi".

Dopo tanti anni, come valuti lo stato di salutre della SBK?
"Io sono in questo paddock dal 1989 ed ho vissuto tutto quello che è stata la genesi del mondiale SBK. Chiaro che il mercato delle moto di alte prestazioni è cambiato tantissimo. Oggi hai sul mercato delle moto che sono anche difficilmente utilizzabili su strada. Però negli ultimi 20 anni è anche cresciuta l’utenza, che ha imparato che per sfruttare queste moto e divertirsi bisogna andare in pista essenzialmente. Le moto poi hanno continuato a migliorare ed oggi hanno prestazioni incredibili, restano i diamanti delle Case. Anche se non esiste più un mercato così florido delle supersportive, le Case fanno a gara per vedere che riesce davvero a mettere in produzione la tecnologia migliore. Questa è la sfida e viene accolta dai clienti che vanno sempre di più in pista. Esiste insomma un mercato importante, che è diventato più pistaiolo e non è solo da parte della Case, ma anche di chi produce freni, cerchi, sospensioni, gomme. Esiste l’esigenza di restare legati ai modelli di serie, qui in SBK si fa sperimentazione vera per tutti. Questa è la forza della SBK dal punto di vista tecnico per le Case e per noi che facciamo accessori per le moto. Resterà sempre il nostro faro, indipendentemente da dove andrà la SBK da diversi punti di vista. Infatti si vede dall’impegno che c’è nei test qui, stanno lavorando per il futuro e chi non c’è verrà la settimana prossima. Un segnale forte della vitalità ed anche della necessità di questo campionato".

Per ora si tratta di Moto2 e Moto3, ma Pirelli pensa alla MotoGP?
"Il mondo della competizione tra Costruttori di pneumatici è cambiato da quando è nato il monogomma in SBK. Negli anni tutto il Motorsport di punta è andato in quella direzione. Quindi non essendoci più una competizione da questo punto di vista, che era costosissima per tutti, la cosa importante è rendere sostenibile questo tipo di lavoro. Noi portando questi prodotti sul mercato all’inizio del 2000, abbiamo dovuto per forza creare dei prodotti che avessero dei costi sostenibili, perché poi dovevamo offrirli sul mercato. I costi dei prototipi erano spropositati e penso lo siano ancora oggi. Per me la sfida in questo mondo sarà di avere moto e pneumatici che costano di meno e siano più sostenibili anche dal punto di vista ambientale. Se la MotoGP prenderà questa strada, come sembra che sia, saremo tutti vicini nel paddock a guardare cosa succede".

Qui a Jerez c'è stata una riunione tra gli sponsor più importanti della SBK. Quali erano i punti di discussione?
"Bisogna scindere quello che è un punto di vista di uno sponsor che viene in questo campionato per mostrare la propria immagine e quello che è invece è un partner come noi, che siamo qui per fare il lavoro di cui ti parlavo prima. Chiaro che siamo tutti interessati ad avere una visibilità qui dentro e questa ce l’hai soprattutto nei mercati emergenti, dove si vendono più moto oggi. Detto ciò, avere un mondiale con un numero irrisorio di gare fuori Europa, è qualcosa che viene visto come un limite, mi pare chiaro. Dobbiamo fare i conti con la sostenibilità del campionato da un punto di vista economico per tutti e non puoi paragonarti con la MotoGP che riesce ad andare ovunque. Abbiamo avuto una dimensione in questi ultimi anni che si ferma sulle 12/13 gare e penso sia corretta. Magari distribuire meglio nel calendario ed anche le nazioni in cui si va a correre, è un compito del promotore del campionato. Dopo di che, da un punto di vista tecnico i circuiti devono essere interessanti e importanti per poter fare il lavoro che dobbiamo fare tutti. A me piace l’idea che la SBK corra su circuiti su cui non corre la MotoGP. Ma è tutto in mano al promotore ed alle possibilità di correre in certe piste o altre".

Nel 2024 ci sono tantissime novità in SBK, da Iannone ai vari passaggi dei piloti su altre moto. Sarà un bel mondiale. 
"E’ importante per la SBK questa rimescolata dei piloti. Vuole dire anche che Dorna è stata capace di portare dei regolamenti validi, perché i campionati sono stati belli. C’è stato un forte scambio tra piloti MotoGP, SBK e Moto2 e questa è una delle cose che mi piace e che gestiremo anche nel prossimo futuro. Quando inizi a lavorare con dei ragazzi in Moto3 e Moto2, dai loro una prospettiva di possibilità in un campionato o nell’altro per arrivare nella classe regina, che sia SBK o MotoGP. Per noi è interessantissimo crescere questi ragazzi con le Pirelli, perché nel momento in cui cambieranno magari paddock si ritroveranno sempre lo stesso prodotto. Il carattere della gomma sarà lo stesso e penso che questo faciliterà questi passaggi. Importante che ci sia uno sforzo anche da parte dei media e del promotore a seguire questo campionato con un interesse particolare".

Articoli che potrebbero interessarti