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MotoGP, Zarco: “Negli occhi degli altri piloti ho visto che erano felici per me”

“Provi sempre a tenere viva la speranza ma, anche se lotti per il podio, è frustrante vedere di non avere mai quel momento magico che hanno gli altri. Oggi perà sono riuscito a sfruttare il mio stile di guida”

MotoGP: Zarco: “Negli occhi degli altri piloti ho visto che erano felici per me”

È arrivata all’età di 33 anni, 3 mesi e 5 giorni la prima vittoria in MotoGP di Johann Zarco, che a Phillip Island ha centrato la sua prima affermazione nella classe regina del Motomondiale, battendo Francesco Bagnaia e Fabio Di Giannantonio. Un successo a lungo atteso, ormai quasi insperato, dal pilota di Cannes, che in queste sue sette stagioni nella categoria aveva già centrato 19 podi, senza però riuscire mai a salire sul gradino più alto del podio.

Un tabù sfatato in questo sabato australiano travestito da domenica, in cui il transalpino ha messo fine a un digiuno che durava dal novembre del 2016, anno dell’ultimo trionfo in Moto2 del due volte iridato. Sei anni, undici mesi e otto giorni di attesa, che non hanno tolto smalto a Zarco, tornato a festeggiare il successo con il suo celebre backflip.

“Ci si sente abbastanza bene ad aver vinto in MotoGP, perché spingi sempre cercando di agguantare il successo, ma a volte ti dici che ci sono tanti altri piloti che hanno il passo per trionfare e fino a che non ci riesci, sembra che tu non possa vincere, ha chiosato Johan a fine gara, raccontando le sue emozioni dopo aver tagliato il traguardo: Mi hanno chiesto se mi sono messo a urlare dentro al casco e la risposta è no. Mi sono sentito molto calmo in quel momento, mi sono detto: ‘ok, è fatta ed è fantastico’. Poi ho avvertito un po’ di emozione. Mi ha reso molto felice ricevere le congratulazioni da gran parte degli altri piloti, a fine gara. Hanno aperto la visiera, li ho guardati negli occhi e ho visto che erano felici per me ed è stata un’emozione molto bella”.

A 2533 giorni dall’ultima volta, il pilota del team Pramac è tornato ad assaporare il sapore del successo in una grande classica come il Gran Premio d’Australia, rispolverando per l’occasione il suo storico salto mortale all’indietro.

“Non ci avevo pensato quando ho tagliato il traguardo, ma dopo qualche curva mi sono detto che avrei dovuto fare il backflip, perché non ero troppo stanco e avrei dovuto provarci. Non è stato impeccabile, perché l’atterraggio non è stato perfetto, visto che ho dovuto appoggiare le mani a terra, ma almeno sono atterrato in piedi! Avevo pensato di farlo nel Parco Chiuso, ma è stato bello farlo davanti alla folla. Come lo facevo in passato - ha chiosato Johann - Dà davvero una bella sensazione vincere sull’asciutto a Phillip Island, perché tutti amano questa pista e senti di essere parte dei grandi piloti che hanno vinto qui. Già nel 2027 abbiamo fatto una bella lotta qui, ma questa gara è stata diversa perché Jorge è andato in fuga e avrebbe potuto fare tutta la gara in solitaria. Alla fine però era lì con noi e siamo riusciti a cogliere questa opportunità e vincere la gara. È fantastico vincere, ma siamo stati un pochino fortunati”.

Chiave del GP si è rivelata infatti la scelta della soft al posteriore compiuta dal suo compagno di squadra Jorge Martin, ma anche la splendida lettura della corsa operata dal francese, che ha preservato la gomma media per sferrare l’attacco decisivo nell’ultima tornata di gara.

La scelta della gomma media al posteriore è stata una decisione importante. Quando ho visto scappare via Jorge ho pensato che sarebbe stato bello riuscire almeno a lottare per il podio, lottare per il secondo posto non sarebbe stato semplice, ma era possibile. Poi negli ultimi cinque giri, quando Jorge ha iniziato ad avere un grosso calo, ho pensato che forse sarebbe stato possibile ottenere qualcosa di ancora più speciale e sono felice di averlo fatto, è un’emozione davvero particolare. Forse dovremmo disputare la gara lunga al sabato, perché sembra sia più fresco che alla domenica. Questa comunque è fatta. Staremo a vedere per il futuro”, ha raccontato il ducatista. 

Con cinque piloti in lotta per la vittoria, tutto sarebbe potuto accadere nell’ultimo giro della gara di Phillip Island, ma Johann è riuscito comunque ad assicurarsi la vittoria, con un sorpasso ai danni del suo compagno di squadra. 

“Ho pensato che sarei dovuto stare dietro a Jorge negli ultimi due giri, per poi provare a sfruttare la mia accelerazione nell’ultimo passaggio. Non sono riuscito a farlo prima perché altrimenti avrei consumato troppo la gomma e non è facile tenere il passo qui a Phillip Island. Sono felice di aver compiuto il sorpasso al momento giusto - ha affermato l’alfiere del team Pramac - Negli ultimi cinque giri, quando ho capito che potevamo prendere Jorge, ho cercato di superare gli altri. Avrei potuto superarlo in uscita di Curva 6, come avevo fatto con Marquez a inizio gara, ma se fossi rimasto dietro di lui in Curva 4, avrei rischiato di essere superato da qualcun altro in frenata. Per me era essenziale attaccarlo, per evitare di essere attaccato a mia volta”.

Il 33enne francese non ha però nascosto di aver considerato a sua volta l’ipotesi di montare la soft al posteriore.

“Ci ho pensato dopo le Qualifiche, perché nelle FP3 di stamattina mi sono chiesto come avrei fatto a guidare con la media al posteriore, che era molto lenta. Ma è pur vero che stavo montando quella che avevo usato il giorno prima e aveva già 14 giri alle spalle ed era molto difficile da controllare. Nel pomeriggio, però, faceva un po’ caldo rispetto al mattino e cera anche un po’ meno vento, quindi ho iniziato a pensare che questa mescola avrebbe potuto funzionare, montando una gomma nuova.Tutti hanno optato per la media tranne Jorge, ma lui poteva provarci perché era molto veloce. Io ho preferito fare come gli altri, sapendo che normalmente riesco a gestire abbastanza bene la mescola più dura. Ho pensato alla morbida prima della gara, ma anche al fatto che ho fatto un time attack con quella mescola e quando ho provato a fare il secondo ero un po’ più lento: se era calata dopo un giro, come sarebbe stata dopo 27? La media è andata bene oggi, ma ha comunque richiesto di essere gestita”, ha spiegato Johann.

“In alcuni punti avevo qualcosa in più di Pecco, ma non dappertutto ed ero sicuro che non avrebbe mollato la lotta per il podio con Bradl e Di Giannantonio. Quindi, mi sono detto che anche se fossi arrivato a Bradl e Fabio non sarei riuscito a scappare via con Jorge, perché non avevo quel passo, quindi mi sono detto che sarebbe stato meglio controllare e avere qualcosa in più da giocarmi alla fine” ha aggiunto il transalpino ai microfoni di Sky Sport MotoGP, sottolineando l’importanza di aver ottenuto questo successo prima del suo passaggio in Honda: Sono contentissimo di aver vinto con il team Pramac. Paolo (Campinoti ndr.) voleva cantare La Marsigliese sul podio con me e lo abbiamo fatto. Stiamo spingendo, ma sono tutti competitivi ed è difficilissimo e non avere quel momento di forma che hanno gli altri era un po’ frustrante per me, perché non capivo perché non riuscissi a sfruttare la moto come fanno Pecco, Bezzecchi e gli altri, ma oggi è stato un po’ diverso”.

Sette anni senza mai vincere sono difficili da gestire, ma Johann non si è mai arreso.

“Provi sempre a tenere viva la speranza, ma, anche se lotti per il podio - che è sempre una bella cosa - a volte ti accorgi che quando potresti lottare per la vittoria trovi sempre un altro pilota che sta volando in quel momento e inizi a chiederti cosa stia succedendo e come mai tu non puoi avere quel momento magico che hanno gli altri. Oggi l’ho sperimentato un po’ anch’io - ha commentato in conferenza stampa - Non sono andato in fuga, ma sono finalmente riuscito a sfruttare la mia gestione della gomma posteriore per avere un vantaggio alla fine della gara, perché oggi era una giornata critica per le gomme e il passo che ho tenuto dietro a Pecco mi ha aiutato. A volte mi sono trovato a pensare che la luce c’era ancora, così come la speranza. Anche per il futuro con Honda, perché finché sei lì con gli altri puoi sempre avere un’opportunità in condizioni particolari, sebbene la moto al momento non sia così competitiva come le Ducati. In condizioni normali, però, ti serve una Ducati per poter vincere”.

Cosa ha reso così lunga l’attesa del 33enne?

“Penso sia dipeso dal mio stile di guida - ha osservato Zarco - Credo che avrei potuto usare meglio il mio vantaggio a fine gara in passato, ma adesso le moto sono migliorate tanto, così come le gomme e sembra che sia necessario guidare in maniera diversa, avendo molta fiducia all’anteriore, perché devi entrare in curva con un angolo di piega incredibile. Questo non mi viene molto naturale, non riesco a farlo in maniera abbastanza rilassata e ciò fa sì mi rende difficili le gare lunghe, perché se non sei rilassato ti stanti e poi non riesci a lottare. Cambiare il tuo stile richiede un sacco di tempo. Non riesco ancora a farlo al 100%, ma oggi è stato comunque sufficiente per vincere la gara”.

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