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Euro 7: sulle nuove regole su emissioni inquinanti arriva l'ok del Consiglio Ue

Da Bruxelles c'è l'ok alla Euro 7. Si slitta però di due anni e ci sono novità per i produttori che non superano i 50.000 pezzi l'anno

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Torniamo a parlare della Euro 7, ma questa volta con qualche notizia in più, e soprattutto certa. La proposta di regolamento della Commissione europea, che nasce con l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti e di CO2 rilasciate dai veicoli in Europa, ha ricevuto l'ok. Si parla però di 2027 e non più del 1° luglio del 2025. Una modifica proposta da paesi quali Italia, Francia, Repubblica Ceca (ed ulteriori Stati membri che ritenevano troppo vicina la scadenza del 2025), accolta dal Consiglio Competitività dell’Ue. Ci sarà dunque “più tempo alle aziende nella riconversione verso la transizione green” (fonti del Mimit), così da adeguare il tutto e concedere più tempo alle Case automobilistiche.

L'Euro 7 è poi stata modificata, eliminando dei nuovi vincoli, più restrittivi di quelli attualmente in vigore. Confermati i valori dell’Euro 6 in tema di particolato e sui test sulle emissioni delle auto. La modifica però interessa i costi a carico delle aziende, così da incentivare ulteriormente le auto al 100% green, ovvero quelle totalmene a trazione elettrica. Un respiro di sollievo poi, per aziende (soprattutto italiane) quali Ferrari o Lamborghini: le aziende che producono massimo 50.000 vetture l’anno, vedranno l'applicazione del regolamento contando solo i volumi produttivi europei (prima erano a livello mondiale).

Il Ministro Adolfo Urso, titolare del Mimit e, perciò, presente al Consiglio Competitività, ha così dichiarato: "Il testo approvato oggi, profondamente migliorato rispetto alla proposta iniziale della Commissione, risponde a una visione finalmente concreta, realistica, pragmatica più volte reclamata dall’Italia”. “Su questa linea vincente – chiude –, abbiamo sollecitato ulteriori ragionevoli e pragmatiche modifiche al regolamento, che l’Italia intende raggiungere in sede di trilogo che dovrebbe concludersi in questo semestre e per cui facciamo appello alle delegazioni italiane nel Parlamento europeo affinché facciano fronte comune a tutela degli interessi nazionali”.

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