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MotoGP, KTM, lo scambio: si alle concessioni per Honda e Yamaha in cambio di 2 moto in più

E' guerra all'interno della MSMA: mentre Aprilia (Rivola) e Ciabatti (Ducati) sono possibilisti, KTM mette sul piatto il suo veto alle concessioni per permettere a Quartararo e Marquez di tornare competitivi. Ma tutto ha un prezzo. E esiste una soluzione 'ad interim', ve la presentiamo

MotoGP: KTM, lo scambio: si alle concessioni per Honda e Yamaha in cambio di 2 moto in più

E' un braccio di ferro. Da una parte la Dorna che vorrebbe cambiare le regole durante il gioco proponendo l'utilizzo delle concessioni con effetto dal 2024 per Honda e Yamaha, dall'altra la KTM che, con dirtitto di veto all'interno della MSMA, ha opposto un secco 'no'.

Il motivo? E' semplice: avere una moneta di scambio per far passare, a sua volta, la proposta, rifiutata da Dorna, di avere 6 moto in pista nel 2024. Con cinque piloti sotto contratto, infatti, la casa di Mattighofen ha un disperato bisogno di far entrare Pedro Acosta, senza essere costretta a 'convincere' Pol Espargarò a ricoprire il ruolo di collaudatore.

E questa moneta è sollevare il veto e permettere alle due case giapponesi di far ricorso alle concessioni.

Pit Beirer, Direttore Motorsport di Pierer Mobility AG con i marchi KTM, GASGAS e Husqvarna, è consapevole della proposta di Dorna, ma le sue argomentazioni sono corrette.

"Si tratta di aspetti che comunque sono già stati descritti. In linea di principio, si tratta di 'concessioni' che stanno tornando. In linea di principio, ci sarà un nuovo sistema di punti percentuali. E coloro che si trovano al di sotto della media delle opere migliori beneficeranno di agevolazioni. È un sistema relativamente complicato. Bisogna raggiungere una certa percentuale di punti. Se non si raggiunge quella percentuale, le concessioni entreranno in vigore, e lo faranno più rapidamente di quanto non facciano oggi. Ma non ci saranno vantaggi regolamentari sotto forma di maggior carburante come avveniva ai tempi della Open Class. I benefici sono modellati sui privilegi già esistenti per i nuovi arrivati negli ultimi anni. Dorna ha proposto di restituire queste 'concessioni' a Yamaha e Honda praticamente da un giorno all'altro".

Pit Beirer ha chiarito in modo inequivocabile: "Non sosterremo questa proposta".

"Non crediamo che nessuno dei due marchi si trovi in una situazione tale da giustificare il rilancio di questi costruttori con nuove regole di concessione. Sono fabbriche valide e orgogliose, troveranno la loro strada tecnica. Ma non hanno bisogno di 'concessioni' per farlo".

Il Gruppo Pierer investe oggi 70 milioni di euro all'anno nel Campionato del Mondo MotoGP e da quando è entrato nella classe regina come outsider ridicolizzato (con un telaio in acciaio e sospensioni WP) ha investito somme enormi per vincere due volte negli ultimi tre anni con Brad Binder e cinque volte con Miguel Oliveira.

"Cosa dovrebbero dire gli altri costruttori che hanno lottato per tornare al vertice? - afferma Pit Beirer - La Ducati ha lottato a lungo per tornare ai vertici dopo il 2007. Anche noi e Aprilia stiamo lottando. Solo perché Yamaha non ha ancora vinto una gara quest'anno, non ha bisogno di fare concessioni".

La Dorna fino a questo momento ha rifiutato la richiesta della KTM adducendo come motivo il possibile ingresso di un'altra Casa. I due posti lasciati liberi dal ritiro della Suzuki potranno cioè essere utilizzati solo per l'ingresso di una sesta Casa ufficiale. Ma poiché non si vede alcuna fabbrica interessata all'orizzonte, né BMW. né tantomeno Triumph, l'opzione potrebbe essere di occupare questi due posti fino al 2026, cioè allo scadere delle attuali regole tecniche.

Questa potrebbe essere la soluzione ad interim. Una soluzione politica, ma corretta per far finire la guerra e accontentare entrambi i contendenti, Dorna e KTM, per un obiettivo comune: maggiore spettacolo.

 

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