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MotoGP, VIDEO - Jorge Lorenzo: "A Yamaha e Honda è mancato un collaudatore"

"Serviva qualcuno sensibile e in grado di rendere la moto più facile per tutti i piloti. Honda mi aveva ascoltato, poi c'è stata la caduta di Assen, ma senza quella avrei corso altri anni"

MotoGP, VIDEO - Jorge Lorenzo: "A Yamaha e Honda è mancato un collaudatore"

Jorge Lorenzo è uno dei campioni coinvolti nel VMoto Soco Pro Day a Misano. Come sempre, lo spagnolo non si è sottratto a qualche domanda ed il nostro Paolo Scalera ha potuto affrontare in compagnia di Jorge tanti argomenti, ricevendo come sempre risposte affatto scontate. Lorenzo ha una precisa idea su cosa manchi ad Honda e Yamaha per tornare competitive ed ha anche un cruccio riguardo la propria esperienza nel box condiviso con Marc Marquez. 

Come stati vivendo questa stagione, ti piace il nuovo format della MotoGP?
"A me piace molto questo format della MotoGP, mi piacciono le Sprint race del sabato ma parlo da spettatore. Capisco invece i piloti, il rischio si raddoppia se non triplica. Le moto stanno andando veramente forte con questa aerodinamica. Sono un po’ preoccupato per la salute dei piloti, ma come spettatore mi piace".

Secondo te le moto sono troppo veloci oggi?
"Stiamo arrivando ad un punto che queste MotoGP fanno veramente paura. Hanno 300 cv ed arrivano oltre 370 km/h. Se non mettiamo un freno, in qualche anno arriviamo a 400 e penso che si debba un po’ limitare la potenza di queste moto in qualche modo.  Limiterei al massimo l’aerodinamica, forse la eliminerei proprio". 

E come vedi oggi questa MotoGP in mano alle Case europee?
"E’ l'era dei marchi europei in MotoGP e non più dei giapponesi. Non so quanto durerà questa tendenza". 

Cosa manca secondo te a Honda e Yamaha per tornare competitive?
"Secondo me sia Honda che Yamaha non hanno avuto un pilota veramente sensibile per sviluppare una moto davvero guidabile per tutti. In Honda mi hanno ascoltato all’epoca, ero stato in Giappone per fare del lavoro e delle modifiche alla moto, ma ho avuto la sfortuna di cadere e farmi molto male ad Assen. Senza quella caduta avrei continuato in Honda e con una moto più adatta alle mie caratteristiche". 

Forse avresti continuato a correre senza quell'episodio?
"Il punto di svolta è stata la caduta di Assen, quella ha cambiato la mia mentalità. Ho cominciato ad apprezzare altre cose della vita. Quella caduta mi ha tolto tre o quattro anni di carriera". 

Pensi che ci sia chi può battere Ducati oggi?
"Non è una cosa che si fa dal giorno alla notte. Serve restare calmi, capire cosa mantenere della moto e cosa cambiare. Questo è un bel lavoro che ha fatto in Ducati Dall’Igna dal 2014. Piano piano ha reso la Ducati la migliore moto di tutte, ma è stato un lavoro lungo". 

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