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MotoGP, Francesco Guidotti: "È una KTM da 7, Miller sta facendo crescere Binder"

INTERVISTA - "Jack ha dimostrato che anche se la RC16 è diversa si guida in modo normale. Brad è un animale da gara, smussando alcuni spigoli diventerà molto pericoloso"

MotoGP: Francesco Guidotti:

Se in questa prima parte di stagione bisognasse individuare la seconda forza in campo dopo la Ducati, non ci sarebbero dubbi. KTM è la Casa in scia a una Rossa che pare imprendibile. Binder è 4° nella classifica piloti dietro a Bagnaia, Martin e Bezzecchi, mentre in quella costruttori gli austriaci sono secondi. Per scalfire il dominio di Borgo Panigale la strada è ancora lunga, ma le premesse ci sono e il team manager Francesco Guidotti è soddisfatto di come sono andate le cose fino a ora.

In generale, secondo me, questa prima parte di stagione è andata bene, se dovessi dare un voto sarebbe 7, direi che ce lo meritiamo - le sue parole - Abbiamo lavorato bene su degli aspetti che ci eravamo prefissati di migliorare, come la qualifica. Su 8 gare siamo andati 6 volte con entrambi i piloti direttamente in Q2: è stato un bel passo in avanti che dovevamo fare”.

Quali sono stati gli altri miglioramenti?
Ci siamo livellati ai nostri avversari nella scelta delle gomme, mentre in passati usavamo sempre opzioni più estreme rispetto agli altri. Abbiamo visto che Miller sta optando, a parità di condizioni, per gli stessi pneumatici che usava in passato con la Ducati e anche Binder si sta allineando a queste scelte. Sono due aspetti importanti su cui puntavamo molto e stiamo riuscendo a migliorare”.

Parliamo dei 366 Km/h toccati da Binder al Mugello? È il nuovo record della MotoGP. 
Non vuole dire niente, ma siamo spesso nelle prime posizioni come velocità massima. È un’altra cosa che ci ha fatto piacere, non era un obiettivo ma è la dimostrazione che abbiamo lavorato bene anche sull’aerodinamica. Ci siamo concentrati sulle fasi di frenata e percorrenza di curva senza pagare in velocità massima”.

Gli avversari invidiano anche il vostro stacco in partenza.
Quella è una qualità che era sfuggita, perché anche l’anno scorso partivamo bene, ma dalla quarta o quinta fila si notava meno. Jack è sempre stato bravo allo stacco, forse adesso è ancora meglio, ma non è l’aerea dove siamo migliorati di più. Gomme e qualifiche sono dove abbiamo progredito di più e stiamo lavorando ancora”.

Cosa vi manca ancora?
La gestione della gara lunga, quella della domenica. Nella sprint sia Binder che Miller hanno fatto diversi podi, Binder ne ha vinte due. La domenica ci manca ancora qualcosina, anche se ad Assen non siamo stati sul podio per pochissimo. Il regolamento è chiaro e non voglio fare polemiche, ma in quella gara non ci sono stati sorpassi, quindi non puoi neanche dire che quella piccola uscita di pista possa avere aiutato in qualche modo Brad. È stato un podio perso, ci è rimasto un po’ l’amaro in bocca. Però è arrivato a un secondo e mezzo da Pecco, che ha tirato perché c’era Bezzecchi che lo spingeva, quindi è stato un distacco reale. In Germania era caduto quando era 3°, ma non avevamo il passo dei primi due”.

La gara peggiore qual è stata?
“Il Mugello ci ha lasciato un punto interrogativo, lì non siamo mai stati sul pezzo e stiamo cercando di analizzare a fondo quello che è successo. Doveva essere una pista che avrebbe dovuto venirci incontro, come Assen, invece dobbiamo capire meglio cosa è successo. La controprova l’avremo a Silverstone, un circuito che assomiglia ad Assen e al Mugello per certi versi. Sappiamo di avere ancora margine in alcuni punti e penso che Pol Espargarò ci aiuterà quando tornerà, perché ci è mancato un altro piloto che mettesse la moto alla frusta per farci capire altre cose. Siamo contenti, ma lo saremo del tutto quando lotteremo tutte le gare per la vittoria.

Qual è stato l’apporto di Miller alla squadra?
Brad si è convinto di tante cose che ancora non aveva capito. I tecnici te le possono spiegare, ma avere un compagno di squadra che le fa è diverso. Ha visto che anche con la nostra moto si possono fare determinate manovre e questo gli ha aperto un orizzonte molto più ampio. Jack ha portato un’esperienza con altre moto, prima Honda e poi Ducati, che mancava. Brad stesso aveva preso dei ‘vizi’ nella guida dovuti al fatto di non conoscere altre moto. Abbiamo corso ad Assen con la gomma morbida dopo avere visto determinate manovre di Jack in uscita di curva che consentivano di salvarla, cosa che Brad pensava non fosse fattibile con la nostra moto. Perché aveva guidato la RC16 sempre in un certo modo, invece, pur avendo sospensioni e telaio diversi dalle altre, si comporta come una moto ‘normale’. Aveva alcuni preconcetti che ora ha superato anche grazie a Miller”.

Gli avversari parlano sempre bene di Binder, lui è cosciente della sua forza?
Brad è un pilota che non si fa troppi problemi, lui va (ride). Chiaramente, a questo livello serve farsi qualche domanda per affinare il proprio stile di guida. Era abituato a guidare in una certa maniera, è molto aggressivo in frenata, ma deve smussare ancora alcuni spigoli e sicuramente crescerà. Quando gli si fanno vedere delle cose, le capisce e le mette in pratica.  È un animale da gara che si sta evolvendo e secondo me potrà essere veramente pericoloso nel prossimo futuro.

Stai pensando al resto della stagione?
Sì, io conto che ci siano altri miglioramenti da fare sia da parte sua che da parte della moto. Con ancora 12 GP da correre si può lavorare”.

 

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