Tu sei qui

Bartolini: “La JuniorGP? Non ero contento di quanto avevo dimostrato in Moto3”

L’INTERVISTA - “Da fuori è sembrato che il calo di prestazioni fosse soltanto da parte mia. Vorrei tornare nel Mondiale nel 2024, ma prima punto a far bene nel CEV. Il CIV? livello si sta alzando, ma la Moto3 non è formativa con questo regolamento”

Moto3: Bartolini: “La JuniorGP? Non ero contento di quanto avevo dimostrato in Moto3”

Elia Bartolini è stato tra i protagonisti indiscussi dello scorso Round del CIV a Vallelunga, dove il cesenate ha regalato spettacolo nella prima gara della classe Moto3, artigliando la piazza d’onore in rimonta, dopo una caduta. Un segno tangibile della caparbietà di Bartolini, che in questa stagione ha scelto di rilanciarsi nel “Mundialito”, dopo un anno travagliato con il team Avintia, nel Mondiale Moto3.

Elia, ci racconti la tua rimonta in Gara 1 a Vallelunga?
“Mi è scocciato essere caduto, ma ero al limite. Stavo spingendo troppo perché non avevamo il giusto setting per la gara, non eravamo pronti a delle condizioni così critiche, per questo ho fatto molta fatica, e sono anche caduto. La moto per fortuna non si è rotta troppo e sono ripartito. È stato difficile con una pedana in meno, ma sono riuscito a recuperare. A tre curve dalla fine ero ancora 4°, ma poi sono riuscito a passarne due. Volevo arrivare assolutamente sul podio”.

Diciamo che la fortuna non è stata dalla tua parte, visto che in Gara 2 sei stato costretto al ritiro da un problema tecnico. Dove saresti potuto arrivare senza questi intoppi?
“Avrei provato a restare con Perez, anche se pecchiamo troppo in alcuni punti. Dobbiamo ancora sviluppare la moto in certi ambiti, quindi non so se sarei davvero riuscito a stare con lui, ma in Gara 1 l’avrei potuto fare più facilmente. Anche se eravamo molto al limite, ci avrei sicuramente provato, poi non so cosa sarebbe successo. Stiamo lavorando molto, stiamo sviluppando la moto per l’anno prossimo e speriamo di arrivare un po’ più pronti a Misano”.

Pensi di poter provare a vincere lì?
“L’obiettivo è sicuramente quello di cercare di vincere e potremo provare ad andare molto forte, anche perché in qualifica abbiamo dimostrato che la moto va sul giro secco. Se non mi avessero tolto il giro, sarei stato solo a un decimo da Perez, girando da solo. Sarebbe stato un gran bel tempo, solo che la moto non può tenere quel ritmo per tanti giri, perché consumiamo troppo le gomme. Ci stiamo lavorando, ma ci vuole del tempo”.

Misano sarà il tuo ultimo Round nel CIV o ne hai altri in programma?
“Dovrebbe essere l’ultimo perché i mio percorso con il Lucky Racing Team prevedeva il Mugello, Vallelunga e Misano”.

Come è stato tornare nel campionato italiano dopo un anno d’assenza?
“È stato molto divertente ed è stato bello rivedere tante persone con cui sono cresciuto. Sono convinto che il livello si stia alzando molto in alcune categorie in particolare, come la 600 e la SBK. Però penso che la Moto3 sia molto bella ma non troppo formativa, con questo tipo di regolamento (con moto da 450cc. ndr.). Non tanto per la ciclistica, ma a livello di potenza del motore”.

Tu hai accumulato una certa esperienza nel Mondiale Moto3, dove ha corso lo scorso anno a tempo pieno. Un’avventura che era partita sotto ai migliori auspici, ma che non è finita altrettanto bene. Cosa non ha funzionato?
“Da fuori è sembrato che il calo di prestazioni fosse soltanto da parte mia, ma il quadro è stato molto più complesso. Purtroppo sono venuti a mancare degli sponsor importanti nella squadra ed è calato drasticamente il budget per le gare. Il team non ha più pagato KTM, che non ci ha più fornito aggiornamenti e motori freschi, così sono calate drasticamente le prestazioni della squadra. Si è venuto a creare un brutto clima all’interno del team quando si è saputo della chiusura. Soprattutto dal mio lato del box, dove il mio capotecnico ha deciso di fare presenza e smettere di lavorare. Ciò ha portato diverse difficoltà e il mio calo di prestazioni, oltre che alla squadra, è dipeso in gran parte anche da questo. Nelle prime 4 o 5 gare siamo sempre andati a punti, con ottimi risultati. Poi siamo sempre rimasti intorno ai primi 15, ma per me non era abbastanza. Volevo qualcosa di più, che non trovavo, e ne ho sofferto”.

Come mai hai deciso di ripartire proprio dalla Junior GP, con il team Monlau?
“Non ero contento di quello che avevo dimostrato, secondo me avevo qualcosa in più da mostrare. Quest’anno stiamo andando molto forte. Con la squadra mi trovo benissimo e finalmente c’è il clima giusto. Non siamo ancora riusciti a concretizzare un risultato importante perché abbiamo commesso qualche errorino sia io che il team, ma fa parte del gioco. Erano sette anni che correvo con una KTM e in questa prima stagione con la Honda devo prenderci un attimo la mano, perché richiede tutto un altro tipo di guida. A volte non sono riuscito a centrare perfettamente l’obiettivo, ma siamo sempre stati lì, per questo penso che a breve arriverà un bel risultato, che sarà importante anche per il mio cammino 2024”.

Hai già dei piani per il prossimo anno?
“Mi piacerebbe tornare nel Mondiale nel 2024. Prima di tutto dovrò fare bene nel CEV, poi vedrò se arriverà una buona opportunità per tornare nel Motomondiale. Se così non fosse, allargherò i miei orizzonti alla SSP600 e al mondo della SBK. La Supersport è un gran bel campionato, ma il mio sogno sin da bambino era correre in MotoGP. Vedrò di provarci fino all’ultimo, ma se non dovesse essere possibile non mi abbatterò e darò il massimo in qualunque categoria in cui andrò a correre”.

Articoli che potrebbero interessarti