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MotoGP, Le due facce dei Marquez: Ducati fa sorridere, Honda arrabbiare

Dopo i test di Valencia, gli umori dei due fratelli erano opposti: Alex aveva trovato una moto facile e amichevole, Marc la stessa RC213V di sempre

MotoGP: Le due facce dei Marquez: Ducati fa sorridere, Honda arrabbiare

Finiti i test del martedì dopo Valencia, non ci sarebbe stato bisogno neppure di parlare con i due fratelli Marquez per capire cosa pensavano. Bastava guardarli in faccia, con Alex che sfoggiava un sorriso a 36 denti e Marc che cercava di trattenere la rabbia. I due Marquez, fino a quest’anno, hanno condiviso gioie (poche) e dolori (molti) in Honda, ma il minore per il 2023 ha deciso di cambiare aria e andare in Ducati. Scelta migliore per dare una svolta alla propria carriera non avrebbe potuto fare e, se il buongiorno si vede dal mattino, il suo futuro è roseo.

Pronti via, appena salito sulla Rossa gli si sono illuminati gli occhi. Un primo test significa poco, ma la felicità dopo quei 73 giri la poterà con sé per tutto l’inverno. Cosa l’ha colpito così tanto sulla moto campione del mondo con Bagnaia? “Adattarsi alla Ducati viene abbastanza naturale” ha sintetizzato. Un conferma in più di quanto la Desmosedici di Dall’Igna sia una moto equilibrata e amichevole (nei limiti di una MotoGP) per i piloti. Del resto, bastava vedere quanto fatto lo scorso anno da Martin e Bastianini, o in questo 2022 da Bezzecchi, per capire che riesce a mettere a proprio agio anche i debuttanti.

Per Alex, arrivato dal purgatorio (quando non dall’inferno) della Honda, deve essere sembrato di entrare in paradiso. Infatti, in quella sera di Valencia, rideva come non gli capitava da tempo, mettendosi a scherzare anche sull’ottima cucina del team Gresini.

Mi aspettavo una moto molto più aggressiva in accelerazione, invece c’è tanta potenza ma erogata in modo molto docile” continuava le sue lodi. Una bestia domata, che sa usare gli artigli ma non strapazza il pilota, esattamente quello che serve in una MotoGP sempre più estrema. Così Alex, in cuor suo, sapeva di avere puntato sul cavallo giusto, un animale già domato, a differenza di quello che aveva lasciato.

Infatti, l’umore del fratello era del tutto diverso. C’è da dire che Marc ha cercato di fare ricorso a tutta la sua professionalità, iniziando all’insegna del politicamente corretto la descrizione del prototipo della Honda 2023 ma, via via che le domande si susseguivano, ha perso la sua calma. Se riusciva a tenere a freno in qualche modo la lingua, erano gli occhi che rivelavano quello che pensava. E non erano certo pensieri dolci.

Questo è il primo passo verso la moto del prossimo anno, ma la direzione presa è più o meno quella del 2022” si è lamentato a denti stretti. Che poi tradotto, significa: la moto di quest’anno non andava bene e quella per il prossimo lo stesso.

Il maggiore dei Marquez ha elogiato HRC per il lavoro e la quantità di responsabili ai box, ma ha fra le righe avvertito che non si vince solo con le buone intenzioni. Forse, quello che ha fatto ancora di più arrabbiare Marc, è stato avergli fatto provare una moto che non era stata migliorata in nulla, o quasi.

Quel prototipo era stato portato in pista, a Jerez, pochi giorni prima dal collaudatore Bradl, allora perché non era stato bocciato? Forse perché gli ingegneri giapponesi pensano che basti un pilota come Marquez a risolvere tutti i problemi, ma così non è. I soli 50 giri fatti a Valencia, forse sono un indizio che per il campione spagnolo non valeva neppure la pena perdere più di tanto tempo sul quel prototipo.

Infatti è stato limpido nel dichiarare quali siano i suoi desideri per i test di Sepang: "non basta un passo in avanti, ne servono due". Patti chiari amicizia lunga, verrebbe da dire.

Così, Marc ha iniziato le vacanze estive scrivendo una lettera a Babbo Natale, per chiedergli che i progettisti di Honda ritrovino la luce in mezzo all’oscurità in cui sono da troppo tempo. Alex, invece, probabilmente non ha desideri particolari: il suo regalo l’ha già scartato, in anticipo, a Valencia.

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