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SBK, Johnny Rea: l’ora più dura e un treno che rischia di fuggire

Una vittoria che manca da maggio su una Kawasaki  chiamata a inseguire e un rivale che non sembra volergli dare tregua: Johnny sembra aver perso la magia e quella costanza forse non basta più  

SBK: Johnny Rea: l’ora più dura e un treno che rischia di fuggire

La manovra di Johnny Rea in Gara 2 è stato l’episodio chiave del weekend di Magny-Cours di cui tanto si è discusso e certamente se ne riparlerà tra meno di due settimane, quando la Superbike tornerà in pista sul tracciato del Montmelò a Barcellona.

In questo Mondiale il Cannibale ha capito che è chiamato a fare i conti non con uno, ma con ben due avversari per la lotta iridata. Se fino allo scorso anno la sfida era un affare privato tra lui e Toprak, adesso sul campo di battaglia si è aggiunto un terzo rivale, ovvero Alvaro Bautista.

Una sorta di Bautista2.0, che oltre ad avere maggiore esperienza, ha imparato ad accontentarsi, senza andare a superare il limite come accaduto nel 2019. Questa versione rinnovata dello spagnolo ha dato subito gli effetti sperati, tanto che il portacolori Ducati guida la classifica iridata con 30 punti su Toprak e ben 45 punti sul nordirlandese.

Johnny è quindi costretto a inseguire in terza posizione, quando al termine del Mondiale mancano ancora cinque round e in palio ci sono ben 310 punti.

DIGIUNO DI 4 MESI -  E pensare che dopo quanto visto ad inizio stagione sembrava preannunciarsi un testa a testa tra loro due per la lotta iridata. Durante l’inverno Johnny aveva alacremente per migliorare la propria Kawasaki nei punti deboli, trovando quel sostegno che mancava la scorsa stagione sull’anteriore in staccata. Fino a Estoril tra lui ed Alvaro è stata lotta vera, poi a Johnny è venuto a meno quel piglio consentirgli di lottare per il gradino più alto.

È proprio da Gara 2 in Portogallo che il Cannibale non riesce più a vincere: a Barcellona il digiuno arriverà infatti a toccare i quattro mesi, cosa mai vista da quando il nordirlandese indossa i colori Kawasaki.

Nei weekend di gara, specialmente al venerdì, Rea si rivela come sempre il più veloce del gruppo. Poi, nel corso del fine settimana, sembra perdere improvvisamente quello smalto per giocarsi la vittoria. Un esempio è Donington, dove partiva con tutti i favori del pronostico, così come  a Most oppure a Magny-Cours. Vuoi le tante gomme da capire portate da Pirelli, vuoi la sfortuna: sta alla fine che i numeri parlano chiaro, così come il cronometro.   

Se confrontiamo le prestazioni di Rea con quelle di Toprak, ci rendiamo conto che il trend del turco è inversamente proporzionale a quello del Cannibale. Nei primi tre round, infatti, il campione del mondo era in netta difficoltà in sella alla sua M1 a tal punto da dover essere sempre chiamato a rincorrere la coppia di testa.

In Yamaha però sono stati in grado di alzare l’asticella, andando incontro alle richieste di Toprak dal lato dello sviluppo, mentre la sensazione è che Kawasaki non sia più riuscita ad andare oltre quel livello raggiunto ad inizio Campionato. Le prestazioni di Toprak da Misano a seguire si sono rivelate a dir poco impressionanti, dato che il numero 1 è sempre stato in lotta per la vittoria in tutti i round seguenti. Se la leva del freno non gli avesse giocato un brutto scherzo in gara 1 a Magny-Cours, molto probabilmente sarebbe stato sul gradino più alto del podio anche sabato scorso.

STRATEGIA - Oltre all’aspetto tecnico, in questo 2022 Johnny cerca sempre di fare della costanza il suo cavallo di battaglia, evitando di gettare punti all’aria, proprio come accaduto nel 2019. Sarà anche vero che i conti si fanno alla fine, ma fino ad ora la tattica del Cannibale non sembra volerlo premiare come in passato. Già, perché a meno che non finisca o venga buttato a terra, ad oggi Alvaro Bautista non è mai sceso dal podio una sola volta, mentre l’altro rivale sembra rivelarsi un ruolo compressore.

Stiamo parlando di Toprak, un vero e proprio leone da gara, la cui mentalità è rivolta esclusivamente alla vittoria, senza mai accontentarsi o fare calcoli: “Il Mondiale? A me interessa solo vincere le gare, non penso al Mondiale”. Così ci dice tutte le volte che lo interpelliamo sulla questione. E quando Razgatlioglu non può vincere, cerca comunque di gettare il cuore oltre l’ostacolo, costi quel che costi.

Un esempio è Gara 1 a Most, dove pur di conquistare il secondo posto non ha lesinato ad entrare con la forza sulla BMW di Redding, quando magari poteva accontentarsi, cosa che ha fatto Rea, terminando quarto alle spalle del britannico.

Per Johnny la corsa Mondiale è tutta in salita di fronte a due ossi duri come Bautista e Toprak, ma di sicuro non possiamo permetterci di tagliare fuori dai giochi un campione come il nordirlandese, che nella sua carriera ha mostrato una mentalità da combattente, senza mai volersi arrendere. Servirà quindi ritrovare quella magia e forse un aiuto da Kawasaki, che mai come ora deve sostenere il suo campione nel momento più complicato.

Barcellona è la gara di casa per KRT, l’occasione giusta per provare a mettere fine a un digiuno troppo lungo di vittorie.  

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