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MotoGP, Sahara: "Incoraggeremo anche quest'anno la rivalità fra Joan Mir e Alex Rins"

"L'anno scorso Joan e Alex sono stati rivali ma anche molto rispettosi e allo stesso tempo si sono spinti a vicenda per ottenere risultati migliori. Adesso senza Brivio sarò io ad occuparmi del team satellite, ma non c'è ancora una data".

MotoGP: Sahara:

Shinichi Sahara, direttore del progetto Suzuki Ecstar MotoGP, ha risposto ad alcune domande durante la presentazione della squadra e della nuova Suzuki GSX-RR 2021 (leggi QUI l'articolo). Il Project Director di Suzuki ha approfondito questioni quali: la nuova gestione del team, in seguito all'addio di Davide Brivio, il contributo fondamentale dei collaudatori per la casa di Hamamatsu, arrivando ad esprimersi riguardo il peso del titolo di 'Campioni del mondo in carica'.

Sahara come è andata la tua pausa invernale?
“Le cose sono state impegnative nel preparare il tutto; le moto, le varie parti, far sì che tutto fosse pronto. Abbiamo lavorato molte lunghe ore in Giappone ed è stato un periodo stancante ma anche eccitante. C’è sempre molto duro lavoro da portare avanti all’inizio della stagione, ma non importa più nel momento in cui inizi a vedere i risultati”.

Durante l’inverno c’è stata la notizia che Davide Brivio avrebbe lasciato la Suzuki, come l’hai presa?
“È stato uno shock un po’ per tutti, ed è un peccato vederlo andar via. Gli auguro di avere successo nella sua nuova carriera e noi invece siamo già concentrati su quello che abbiamo bisogno di fare adesso”.

Puoi spiegare il tuo nuovo piano manageriale?
“Sarà molto più aperto per tutti; tutte le questioni di importanza manageriale avranno importanza e verranno discusse tra le persone chiave del team. È stato creato un “Comitato di Gestione del Team” che comprende le figure chiave della squadra, persone che dovranno discutere di tutto – cosa per cosa e sessione per sessione. Ci scambieremo le informazioni tra di noi. Quindi questa è la strada che è stata decisa di portare avanti nella gestione della squadra dalla partenza di Davide. Credo che questo basterà per compensare ampiamente la sua mancanza”.

Cosa c’è dietro la decisione di non inserire un nuovo Team Manager?
“Anche lo scorso anno, quando Davide era il manager, molte decisioni venivano prese di comune accordo. Per esempio, io sono il direttore del progetto e Ken Kawauchi è il direttore tecnico. Discutevamo tutto con Davide e anche con il resto della squadra. Ci scambiavamo consigli e suggerimenti. So bene come fosse bilanciato tra il lato umano e quello tecnico, quindi non ho dubbi sul nuovo modo di gestire la squadra. Tutti nel team sono bravissimi nel proprio lavoro, quindi ce la caveremo bene. Ho piena fiducia nella decisione presa e so che in molti modi ha reso la squadra ancora più unita”.

Suzuki quest’anno si presenta come detentore del titolo, in che modo questo influenzerà il vostro approccio?
“Questo non fa davvero differenza perché l’obiettivo in realtà è lo stesso di sempre, essendo però un gradino più avanti. Vincere il campionato non ha cambiato le cose. Noi non ci immaginiamo nemmeno come i campioni in carica, ci concentriamo solo sulla sfida per ottenere i migliori risultati e sul dare il massimo in ogni fine settimana”.

Ti senti sotto pressione nel provare a ripetere il campionato nel 2021? Soprattutto considerando che c’era un grande divario di venti anni prima del titolo di Joan Mir.
“Non penso che ci sia ulteriore pressione, ma è davvero importante per noi dimostrare che possiamo essere sempre competitivi. Vincere il titolo è il successo finale, ma alla fine il nostro obiettivo non cambia: vogliamo sempre vincere le gare. Ogni vittoria viene celebrata e Joan e Alex possono ottenere grandi risultati, ma ovviamente vogliamo costruire un’altra corsa al titolo con i nostri piloti. Daremo tutto, ma non ci preoccuperemo della pressione”.

Cosa ne pensi del blocco dello sviluppo?
“L’obiettivo, e la priorità principale, è sempre stato quello di avere una moto molto equilibrata. Non ci è mai piaciuto concentrarci troppo su un’area e perdere l’equilibrio di base. Ci siamo sempre occupati di piccoli ritocchi e miglioramenti e di mantenere le prestazioni e la base della moto fondamentali. C’è sempre spazio per migliorare e continueremo a lavorare, non poter sviluppare il motore non è una preoccupazione perché è lo stesso per tutti i team e lo scorso anno la nostra GSX-RR ha ottenuto ottimi risultati”.

Quale sarà il tuo approccio quando lavorerai sulla GSX-RR 2021?
“Sarò lo stesso di sempre, vale a dire passo dopo passo. Come ho già detto, si lavora sempre su piccoli miglioramenti che possano avere un grande impatto. È il mio modo di lavorare preferito, aggiustare le cose qua e là per costruire un pacchetto complessivamente migliore”.

Che impatto hanno i collaudatori?
Sylvain (Guintoli, ndr) gioca un ruolo cruciale nella nostra squadra, ci aiuta molto con lo sviluppo e nella direzione da prendere. È una persona molto intelligente e un pilota abile – i suoi tempi sul giro sono vicini a quelli dei piloti MotoGP a tempo pieno – quindi riporta sempre molte informazioni. È molto accurato e intuitivo. C’è anche un altro collaudatore in Giappone, Takuya Tsuda, e anche lui gioca un ruolo molto importante. Speriamo che quest’anno entrambi i piloti possano passare più tempo in moto, lo scorso anno i test sono stati limitati a causa del Covid-19”.

La situazione attuale significa sospendere il progetto di un team satellite Suzuki?
“Sì, per certi versi è così perché era Davide a parlare con più squadre e a far procedere il piano. Anche io ero coinvolto nel processo e ho parlato con i vertici, quindi significa semplicemente che ci sarà un po’ più di lavoro che dovrò fare ora che se n’è andato. Continuo a pensarci e a lavorarci su, è una cosa che abbiamo in programma di fare, ma non posso ancora fissare una data”.

Cosa ha permesso alla Suzuki di conquistare il titolo nel 2020? E' stato dipeso dalla moto, dal pilota o da una combinazione di cose?
“Sarebbe bello poter dire che la nostra moto è la migliore! Ma è troppo difficile poterlo affermare. Ad ogni modo, abbiamo lavorato duramente negli ultimi anni per realizzare la moto più stabile ed equilibrata possibile, che ha molti punti di forza diversi. Tuttavia, l’abilità e le capacità del pilota fanno sempre una grande differenza. Joan era solo al suo secondo anno con noi lo scorso anno, ma ha imparato molto velocemente e ha dimostrato la sua maturità, è stato un anno molto difficile ma tutto è riuscito molto bene. Lo stesso vale per Alex, è un gran pilota ed è stato in grado di portarci grandi risultati, nonostante il suo infortunio. Non ci accontentiamo mai, sia la moto che i piloti devono sempre migliorare”.

La Suzuki è l'unica squadra con la stessa formazione del 2020 nel 2021, sarà un vantaggio?
"Come ho detto, entrambi i nostri piloti sono molto forti, ed è bello poter mantenere la stabilità di avere la stessa struttura e la stessa squadra. Entrambi stanno acquisendo sempre più esperienza con la GSX-RR, quindi penso che sia fantastico continuare con Joan e Alex ".

Con questi due piloti forti, come pensi di gestire la rivalità tra loro?
"In Suzuki abbiamo sempre avuto una filosofia di non decretare un ‘numero uno’ e ‘numero due’, non abbiamo un pilota di punta. Anche quando abbiamo avuto debuttanti nel team, li trattiamo allo stesso modo del pilota più esperto. L'anno scorso Joan e Alex sono stati rivali ma anche molto rispettosi e allo stesso tempo si sono spinti a vicenda per ottenere risultati migliori. Vogliamo incoraggiare nuovamente questo spirito e questa atmosfera nel 2021”.

Cosa ne pensi della decisione di Joan Mir di mantenere il numero 36 e di non correre con il numero 1?
“Per quanto riguarda me sono stato felice di vedere il numero uno sulla moto a Valencia! È qualcosa di molto significativo ed è stato fantastico, ma la sua decisione di continuare con il suo solito numero va ovviamente bene per me, è una sua scelta. Ma sarebbe anche bello avere un'altra targa con il numero uno, anche brevemente, quest'anno!”.

L'anno scorso erano tutti abbastanza separati a causa della crisi del Covid-19, come ha influito questo sul rapporto tra i lavoratori in Giappone e quelli del circuito?
A volte è stata dura ma una delle cose più belle della vittoria del campionato è stato proprio il modo in cui abbiamo festeggiato, nonostante le restrizioni. Ad esempio, ero in Giappone quando Joan ha conquistato il titolo, tutti ad Hamamatsu erano così felici e sopraffatti ed è stato bello condividere quei momenti! Ogni giorno arrivavano in ufficio sempre più regali e messaggi di congratulazioni. Tutti, da ogni reparto, compreso il lato automobilistico e quello marittimo, stavano festeggiando perché era una cosa molto importante per tutti noi della Suzuki”.

 

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