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Ducati Panigale V4: il nuovo mondo

GPONETEST -  Iperreattiva, velocissima, un passo avanti rispetto al V2 che richiede attenzione e talento per essere sfruttata al limite    

Moto - Test: Ducati Panigale V4: il nuovo mondo

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VALENCIA – Il motore della V4 brontola che sembra di essere su un bicilindrico... il sound è bello pieno e nella versione Performance suona da far paura. Metti la prima, entri in circuito e subito via dentro la seconda... c’è subito una curva a sinistra, poi un breve rettilineo ed il rampino a sinistra, quello dell’infausta caduta di Rossi nel 2006. Siamo con la mappa sport solo per assaggiare le potenzialità della nuova Panigale quattro cilindri che così sembra un po’ addormentata anche se la senti spingere forte in basso… qualche giro e rientriamo. Cediamo la moto ad Andrea Buzzoni, Direttore vendite e marketing di Ducati, che è una bella manetta. Ed iniziamo a metabolizzare la prima V4 veramente di serie di Borgo Panigale.

Quando Andrea ce la ripassa vediamo che ha un sorriso da melone: da un’orecchio all’altro. Prima giù.

Eccola, la belva, in modalità Race è uscita dalla gabbia e ringhia e ruggisce sul breve rettilineo. Breve? Sfrecciamo davanti ai box sfiorando i 290km in sesta marcia, di nuovo prima curva a sinistra, via tre marce. Inseriamo decisi la moto lasciandola scorrere, fino a riaprire completamente il gas alla seconda curva a sinistra dove senza usare la frizione, grazie al quickshift, scaliamo in una frazione di secondo.

Iniziano una serie di curve con il motore tra gli 8000 e gli 11000 giri... fino alla Angel Nieto, dove in uscita si spalanca nuovamente tutto il gas, si inserisce la terza e si appoggia la quarta per poi scalare immediatamente in seconda per l'inserimento in staccata nella curva 8... che inizialmente ci confonde perchè sembra che la pista continui dritta e si rischia sempre il lungo.

In uscita dalla curva 8 si riapre subito in terza marcia per avere il motore più fluido e sfruttare la grande agilità della V4 per raccordare la S (9/10). Subito dopo uno strettissimo tornantino di seconda marcia per uscire forte e appoggiare subito la terza per pennellare la curva 12 che ha un leggero scollinamento che potrebbe innescare una imbarcata. Un punto dove è necessaria la massima attenzione se non si è nella giusta traiettoria.

Da lì è quarta e si sfrutta l'accorciamento della rapportatura in piega quando la gomma è sulla spalla…e se si hanno "le palle" si fa il curvone a gas aperto. E siamo all’ultima piega del circuito, curva 14, è una delle più difficili… bisogna staccare forte e abbiamo solo una linea orizzontale bianca come riferimento sul cordolo di destra ed è lì che inseriamo per uscire quanto più dritti possibile per sfruttare tutta la pista e spararci a cannone sul grande rettilineo. Wow! Di nuovo 290 km/h!

L’avete capito dove siamo. Qui si concludono da un po’ di anni le stagioni della MotoGP e su questo circuito, pochi mesi fa, la Ducati ha lasciato l’ultima possibilità di riportare a casa, a Borgo Panigale, il titolo della classe regina. Andrea Dovizioso contro Marc Marquez.

Come è andata, lo sapete, che la Ducati ci riproverà quest’anno per cambiare il finale, magari proprio qui, è scontato.

Ci può essere pista migliore per far debuttare la Nuova Panigale V4, l’ultimo prodotto di serie derivato strettamente dalla Desmosedici da Gran Premio?

Ve lo diciamo noi: non può esserci, anche perché l’unico vero precedente di moto stradale che si possa accostare alla Panigale V4 è stata l’esclusiva Desmosedici RR, prodotta in un numero limitato di esemplari tra il 2007 ed il 2008, derivata dalla GP6. Ma quella, appunto, era una ‘limited series’. Quella che abbiamo fra le gambe, invece, è un  attacco frontale al Giappone delle quattro cilindri. Se ci pensate: lo stesso attacco che la Rossa sta portando in MotoGP.

EMOZIONE - Siamo emozionati? Si, siamo emozionati. Quindi per scrollarsi di dosso quella sensazione di disagio, prima dentro e via! 

La strumentazione è ben leggibile: un TFT ad alta risoluzione a colori (5″). Le informazioni mostrate sono ben visibili e non distraggono.

Sotto di noi la V4 è elegante e muscolosa, molto simile alla V2 ma con lineamenti decisamente più marcati e spigolosi.

CORPO D'ATLETA - Facciamo i primi giri come in trance, stando attenti alle reazioni della moto e alle nostre: è come il primo ballo con una ragazza nuova, ma non una ragazza qualsiasi. Lei è una sportiva, un’atleta. Una centometrista od una nuotatrice. Merlene Ottey o Federica Pellegrini? Sappiamo solo che guizza fra le nostre mani, la Panigale V4, come se a muoversi sotto la sua pelle d’acciaio ci fossero veri muscoli.

Il V4 inesorabilmente spinge fortissimo, ma rispetto ad altre maxi sportive la nuova Ducati tende a muoversi, e per farla girare forte ci vuole abilità e competenza. Sul breve rettilineo, nelle mani di un pilota vera, probabilmente supererebbe i 300. Iniziamo a capire cosa vuole da noi. E’ lei a dirci come guidarla.

Iniziamo ad entrare in curva con una marcia in più, per sfruttare al meglio la super coppia (124 Nm a 10.000 giri!), piuttosto che tirare al limitatore perdendo in in agilità e innescando ondeggiamenti superflui.

QUALCHE DIFFICOLTA' - Per un latin lover alle prime armi uscire con una top model può presentare qualche difficoltà. Anche la V4 può non essere facile da gestire, ma grazie ad una elettronica super raffinata sa persino essere amichevole. Abbiamo ballato con molte, ma ad oggi dobbiamo ammettere che sotto questo punto di vista la Panigale è unica. Pronta per la pista.

Forse i più alti avranno bisogno di pedane più arretrate e la protezione aereodinamica non è al top, ma per il resto è veramente un caccia militare.

E chiude le curve come nessuna Ducati abbia mai fatto! Hey Jorge, lo ha chiesto tu a Gigi? Perché se anche la GP18 sarà così guidabile vedremo un campionato da urlo.

IPERREATTIVA - Addirittura , fra una curva e l’altra sembra addirittura troppo reattiva: ti mette in difficoltà quando la si guida per la prima volta per la rapidità con cui punta al cordolo interno.

In percorrenza è più efficace della V2, seppur meno amichevole, ma è solo una sensazione, l’erogazione del motore V4 aiuta ad avere un’erogazione ancora più precisa. E poi la gestione del freno motore varia a seconda di tanti parametri minimizzando i trasferimenti di carico.

V2 vs V4: CHI VINCE? - L’unica Ducati alla quale ci sentiamo di paragonarla è la Superleggera, ma pur avendo un ottimo posizionamento delle pedane e pesando meno di circa 19 kg, preferiamo senza alcun dubbio la nuova Panigale V4. E’ molto più gestibile. E  l’avantreno è ancorato a terra.

L’elettronica sviluppata sulla nuova Panigale V4 utilizza i dati della piattaforma inerziale a 6 assi (6D IMU) che permette di acquisire e registrare innumerevoli informazioni.

La funzione Cornering, rimane attiva anche con il Cornering ABS e il Quickshift Up & Down con strategia che tiene conto sempre dell’angolo di piega. Ciò significa poter entrare pinzati e riuscire comunque a chiudere la curva.

CERVELLO ELETTRONICO - Estremamente efficace. Così come la funzione Derapata Controllata che in uscita di curva è incredibilmente adrenalica! Esci di curva derapando e con un accenno di impennata allo stesso tempo.

Stiamo girando con le sospensioni elettroniche EVO senza particolari interventi. Il settaggio di base su questa pista è ottimo. Valia, il supertester della serie, ha svolto veramente un lavoro super! Una bella differenza rispetto al V2 dove la forcella anteriore in staccata a volte non trasmette piena fiducia. Qui raggiunta grazie anche al nuovo Pirelli Diablo Supercorsa SP (200/60 ZR17), di diretta derivazione Superbike che ha un grip da favola.

Rientriamo.

Il tempo di riposarci un po’ e far decantare le emozioni. Scambiamo le nostre impressioni con gli altri tester. Mai visti tanti sorrisi tutti assieme. Poi è il momento di salire sulla Panigale da 226 CV col kit racing.

The best is yet to come.

Il tester di GPone.com a Valencia ha potuto guidare tranquillo protetto testa-piedi da DAINESE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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