Tu sei qui

MotoGP, Dall'Igna: Ho avuto paura del duello, ma liberi di lottare

"I professionisti però non fanno  lo stesso errore due volte. E' la vittoria più importante della mia carriera"

Dall'Igna: Ho avuto paura del duello, ma liberi di lottare

È la domenica di Andrea Iannone e la Ducati. Ma soprattutto è la domenica di Gigi Dall’Igna. C’è la sua mano, il suo genio, le sue idee in questa giornata che ha il sapore di leggenda per la Casa di Borgo Panigale. In meno di tre anni è riuscito nell’impresa di riportare la Rossa sul gradino più alto del podio e adesso non vuole fermarsi.

In quegli ultimi giri il tuo volto non aveva bisogno di commenti

In quei momenti pensi a tutto, anche a eventuali inconvenienti. Oggi è stata una giornata a dir poco straordinaria per tutta la squadra, dato che era una gara difficile per quanto riguarda consumi e gomme.  Abbiamo compiuto un altro passo avanti verso la giusta direzione, ricordandoci che è solo uno step, dato che il nostro obbiettivo è diventare Campioni del Mondo e per farlo servono le vittorie. Adesso bisogna mantenere piedi a terra e concentrazione, continuando a sviluppare”.

Quando hai visto Iannone vicino a Dovizioso cosa hai pensato?

“Ieri abbiamo parlato con loro, dato che certi errori si fanno solo una volta e di conseguenza si impara. Avevo paura di un contatto, però sapevo con chi avevo a che fare. Di sicuro non c’erano ordini di squadra”.

L’errore dell’Argentina ha pesato sulla permanenza di Iannone?

“L’Argentina è stato un errore grave, ma non è quello che ha pesato per la permanenza di Andrea”.

Sul podio c’era anche Lorenzo.

“Mi fa piacere, perché ho grande affetto nei suoi confronti e sono contento fosse lì con noi”.

Quanto è stata attesa questa vittoria?

“Quest’anno abbiamo avuto diverse possibilità di giocarci la vittoria, bisogna creare la possibilità per vincere e poi sfruttarla”.

Cosa hai pensato riguardo la scelta di Iannone di affidarsi alla morbida?

“Ieri volevo che entrambi puntassero sulla soft. Oggi dopo il warmup ho fatto un passo indietro, lasciando la decisione ai piloti. Questa è una scelta che non spetta alla squadra, ma al singolo pilota. Proprio per questo ho parlato in modo approfondito con i ragazzi, sapendo che entrambe le gomme sarebbero arrivate alla fine”.

Ti sorprende questo risultato?

Non mi sorprende questa vittoria, il potenziale era veramente alto, poi si possono avere degli inconvenienti. Di sicuro questa era un’occasione da sfruttare e così è stato”.

C’è più soddisfazione in questa vittoria o la prima con Aprilia in SBK?

“Questa ha un sapore diverso, perché è la categoria di riferimento nel motociclismo. E’ la vittoria più importante nella mia carriera. Non so se vale quanto un titolo in un'altra classe, ma è importante”.

Come sono stati questi due anni e mezzo in Ducati?

“Prima di tutto ho dovuto conoscere le persone, capire i pregi e difetti fino ad arrivare ad avere la giusta fiducia. Mi è servito del tempo per capire come fosse fatta la moto e capire ogni singolo dettaglio, concentrandomi sull’organizzazione. Poi inizi a lavorare sulla componente tecnica, cambiando anche il metodo di lavoro”.

Un cambiamento difficile?

“Io ho la testa dura, non se sia un pregio o un difetto. Di sicuro ascoltare le persone è fondamentale in questo lavoro. Già lo scorso anno abbiamo compiuto un passo avanti da punto di vista organizzativo, però la parte tecnica richiedeva più tempo. È un  lavoro in  cui ogni giorno serve un piccolo tassello”.

Cosa pensi quando i piloti dicono che manca qualcosa?

“Anche nella miglior moto del mondo mancherà sempre qualcosa, i piloti vanno sempre ascoltati e capiti. Al momento ci sono moto abbastanza diverse in piste, che sanno adattarsi o meno a determinate piste. Questo vuol dire che su un tracciato una moto si troverà forte, mentre una settimana dopo potrebbe soffrire”.

Il prossimo anno non avrete le ali.

“Arma in meno che abbiamo, ancora non ho capito la motivazione, però è un dato di fatto con cui confrontarci. Non mi aspetto sia uno sconvolgimento. Con le ali ci sentivamo forti, di sicuro è un attacco contro Ducati”.

Hai dovuto attendere due anni e mezzo per la prima vittoria. Quanta pazienza hai per le seconda?

“Spero arrivi subito, e appena dopo la terza. Questo è stato un passo per diventare Campioni del Mondo, quello che è il nostro obiettivo”.

Articoli che potrebbero interessarti