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MotoGP, Rossi: ho goduto vincendo a Jerez

"Non ricordo di avere mai corso una gara così e l'ho fatto al momento giusto. L'importante sono le motivazioni"

Rossi: ho goduto vincendo a Jerez

Tornare a vincere dopo quasi vent’anni dalla prima volta, farlo a Jerez in casa di Marquez e Lorenzo, andare in fuga e rimanerci dal primo all’ultimo giro: questa la sintesi del successo numero 113 di Valentino. Facile dire che è stato un martello, “ma certe parole meglio non usarle” scherza riferendosi a Lorenzo, però è anche vero che una gara così, in solitaria, è strana anche per lui.

Sinceramente non ricordo da quanto facevo una gara così, forse non l’ho proprio mai fatta. Ero sullo schieramento e il mio meccanico Brent mi ha detto: ‘stai primo dall’inizio alla fine’. Ho pensato che sarebbe potuta essere una bella idea”, ride.

Ce l’hai fatta, a parte un momento in cui Lorenzo ti ha messo le ruote davanti…
“Sono partito bene e ho fatto un primo giro fantastico, poi nel secondo non mi sono fidato completamente. Lui ha provato un ‘tiro da lontano’ con quel sorpasso, ma io mi sentivo bene e sapevo di avere un buon passo. Anche se Jorge fosse riuscito a starmi davanti non sarei stato troppo preoccupato”.

Ti sentivi così forte?
Sono partito da casa con la sensazione che sarei stato competitivo a Jerez, in verità non era una certezza ma una speranza”.

Quanto è importante essere riuscito a vincere?
Non so se molto o moltissimo, ma non tanto perché siamo in Spagna quanto perché questa è una pista con tanta storia. In passato ero stato molto veloce, poi con le Bridgestone avevo faticato. Inoltre era da un po’ che non vincevo. Ho goduto essere sul podio, nel mezzo, un po’ più alto degli altri. E’ una vittoria arrivata al momento giusto”.

Da Silverstone…
Dopo ci erano riusciti Marquez, Lorenzo e Pedrosa: era arrivato il mio turno (ride) L’anno scorso vinsi 4 gare, ma feci pochi giri in testa, prima di oggi non ne avevo fatto neanche uno mentre ora sono a 27”.

Qual è stato il segreto?
Il lavoro nel box per tutto il fine settimana, anche questa mattina abbiamo fatto le mosse giuste nel warm up. Mi sono preoccupato solo quando mancavano una decina di giri alla fine. La gomma posteriore ha iniziato a slittare in rettilineo e ho avuto paura che si surriscaldasse e innescasse vibrazioni. Ho rallentato un po’, non aprivo tutto il gas sul dritto, ma in compenso pneumatici e moto si comportavano molto bene in curva e sono riuscito a continuare a essere veloce”.

Anche Cadalora ha aiutato?
Sono contento per la sua prima vittoria da coach (ride). Lavoriamo molto insieme e i suoi consigli sono importanti, anche per la messa a punto della moto. Come c’è una grande intesa con Galbusera e Flamigni. Con le Michelin avevamo avuto difficoltà l’anno scorso, ma nel box sono stati bravi ad adattare una moto splendida”.

Cosa significa questa vittoria?
L’esperienza mi ha insegnato che bisogna godersi il momento, perché nel giro di una settimana può cambiare tutto”.

E di esperienza ne hai tanta…
Sono passati quasi 20 anni dalla prima vittoria, ora è più difficile, serve maggiori allenamento e sforzi. Penso che si possa guidare una MotoGP almeno fino ad almeno 40 anni dal punto di vista fisico, quello che fa la differenza è la motivazione. Io mi sento bene”.

Questa gara l’ha dimostrato…
Da sempre, all’inizio di ogni stagione il primo obiettivo è sempre stato per me quello di vincere una gara e ci sono sempre riuscito, a parte con la Ducati”.

Ti sei rilanciato per il campionato?
E’ stato un peccato il mio errore ad Austin, altrimenti sarei a 4 punti da Marquez. In questo momento bisogna pensare solo gara per gara”.

E poi ci sono i successi di tutti i tuoi ragazzi…
Mi hanno fatto godere, prima di tutti Bulega e Bagnaia, ma anche in Moto2 Morbidelli che è arrivato 4° e mio fratello Luca che senza la caduta sarebbe potuto stare nei 10. Quello che mi ha stupito di Nicolò è la sua maturità, nell’ultimo giro ha fatto due staccate bellissime senza dare fastidio a nessuno. Io non ero così alla sua età (ride)”.

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