Superbike: GP in India a rischio

Organizzata dalla Dorna una riunione urgente a Madrid la prossima settimana


L'era Dorna nel Mondiale Superbike non è ancora ufficialmente cominciata che gli spagnoli hanno già una grossa grana da risolvere.

E' infatti a forte rischio il round indiano in calendario il 10 marzo al Buddh Circuit di Greater Nodia, 50 chilometri da New Delhi.

I team hanno scoperto soltanto da pochi giorni che far entrare il materiale in India è un problema molto grosso per due motivi. Primo: il materiale tecnico (moto, ricambi, attrezzatura, logistica) dev'essere in dogana quindici giorni prima della gara, cioè il 24 febbraio. Impossibile perchè quel giorno la Superbike sarà un pista a Phillip Island, in Australia, per l'apertura del campionato.

Il secondo motivo è legato alla legge indiana “Custom Bonds” che obbliga al deposito del controvalore del materiale introdotto non destinato alla vendita, come nel caso del materiale tecnico Superbike. Anche ipotizzando che ciascuna squadra possa dichiarare soltanto il valore dell'omologo modello stradale, cioè circa 15 mila € invece del costo effettivo della versione racing, sommato al resto del materiale significa comunque un esborso considerevole. Che tra l'altro il Governo Indiano può trattenere fino a sei mesi dopo il rimpatrio del materiale.

Non è un mistero che andare in India sia molto difficile e ne sanno qualcosa anche le squadre della F1, che gareggia al Buddh Circuit da due stagioni: in quella circostanza è impossibile introdurre sulle vetture evoluzioni dell'ultim'ora proprio a causa dei tempi di dogana. Barnie Ecclestone però è riuscito, non senza problemi, ad appianare gli altri scogli.

Che per le moto invece sembrano difficili da superare. Riguardo le due settimane di “quarantena” l'unica speranza è ottenere una deroga di buon senso da parte delle autorità. Il secondo problema è invece di natura finanziaria: un'ipotesi è che il promoter indiano fornisca direttamente la garanzia per tutte le squadre (si parla di diversi milioni €), oppure che ci pensi direttamente la Dorna. Più difficile pensare che ciascuna squadra fornisca autonomamente la garanzia:c'è da considerare che oltre alla Superbike (18 piloti) saranno in India anche i team Supersport, che sono più piccoli, meno ricchi e organizzati dei cugini della top class.

Il contratto con il promoter indiano è stato siglato nella primavera 2012 da Maurizio Flammini, quindi c'erano molti mesi a disposizione per appianare le difficoltà. L'acquisizione Dorna però deve aver bloccato le operazioni e gli spagnoli si sono ritrovati la polpetta avvelenata. Resta i difficile comprendere come organizzazioni di livello Mondiale (prima Infront e adesso Dorna) non siano riuscite a sbrogliare la matassa in tempo utile.

Il rebus è di difficile soluzione anche perchè il tempo stringe: il cargo diretto verso l'Australia partirà dall'Europa nei primi giorni di febbraio, per garantire la disponibilità del materiale a Phillip Island alle numerose squadre che faranno un test supplementare il 14-15 febbraio prima del collaudi Dorna (18-19) e la gara Mondiale (22-24). Dopo l'Astralia il cargo dovrebbe viaggiare direttamente alla volta di New Delhi: l'accoppiamento delle trasferte ha permesso un consistente risparmio sui costi, quindi se l'India salta, ci saranno ripercussioni anche su questo versante.

Per cercare una soluzione è stata organizzata una riunione a Madrid la prossima settimana alla quale parteciparanno i responsabili Dorna, la società italiana che gestisce il trasporto delle moto e i rappresentanti dei team. L'India non è ancora perduta, ma servirà un miracolo.

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