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In sella alle BMW S 1000 RR da gara - TEST

Abbiamo provato sul circuito di Jerez le 4 cilindri bavaresi in versione Superbike, Superstock, TT, Endurance e CEV

Moto - Test: In sella alle BMW S 1000 RR da gara - TEST

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Dopo l’ultimo round del campionato SBK, il pilota Raffaele De Rosa si è laureato campione del mondo della Superstock 1000 in sella alle BMW S1000RR. Con questo timbro la Casa bavarese si conferma come la moto da battere nella classe più stradale delle derivate di serie, ma sono davvero tante le categorie dove troviamo questa supersportiva.


A Jerez con le BMW da gara


Grazie a BMW Motorrad siamo volati fino al circuito di Jerez, in Spagna, per provare la flotta di S1000RR impegnate nei vari campionati internazionali, il tutto supportato dai Team Althea BMW Racing, Targobank Easy Race SBK, Penz13 e infine Tyco bmw.
Iniziamo la nostra prova con la stradale S1000RR versione 2017. BMW ha affinato ancora di più l’elettronica con maggiori informazioni e velocità di calcolo rendendo la nuova moto piu reattiva della versione precedente. Un’altra novità è l’ABS Cornering sviluppato grazie al super lavoro dei piloti del IDM SBK. La novità dell’ABS, in caso di entrata in funzione in curva, consente di non raddrizzarsi e di mantenere la piega e la traiettoria.
L’inclinazione della forcella ha subito una variazioni di 0,5 gradi, ora è più chiusa, mentre la potenza di 199 CV rimane invariata, un ottimo lavoro per la casa di Monaco anche se non si sfonda il muro dei 200 CV. Ovviamente, in concessionario la troverete anche con le nuove livree.


Giù in pista!


In primis ho provato la stradale, percependo una maggiore maneggevolezza rispetto alla versione precedente. Le sospensioni attive che si adattano a qualsiasi tipo di guida, rendono la S1000RR una moto ancora più facile e bella da guidare e il suo motorone tedesco ha tutto quello che i piloti desiderano da una maxisportiva.
A seguire sono salito sulla versione del campionato spagnolo (CEV). Qui la differenza rispetto alla stradale si avverte. Il pilota che guida questa moto preferisce una moto molto più rigida e semimanubri più aperti, la moto risulta precisa in inserimento e percorrenza, in uscita tutti i suoi 200 CV si fanno sentire e l’elettronica aiuta ad uscire dalle curve senza problemi.
Una volta rientrato al box è il turno della versione Endurance. Una moto più pesante da guidare con il suo serbatoio più capiente, fari per correre anche in notturna, sistema di sgancio rapido dei cerchi e tanti altri particolari che permettono di gareggiare per tante ore, il tutto va a penalizzare i cambi di direzione. Questa moto permette di affrontare i curvoni di Jerez con una grande stabilità e l'allungo del motore è davvero disarmante sulle prime, quasi spaventoso, mentre la frenata è stabile ma un pochino più rigida nella prima fase di inclinazione in curva.
In seguito mi catapulto sulla S1000RR del Tourist Trophy, si proprio quella che ha corso all'Isola di Man, una moto con un assetto un pochino più morbido rispetto alla versione Endurance, che ci permette di essere veloci nelle curve strette e ad angoli chiusi, ma si fatica un pochino di più nei curvoni. Il motore spinge forte da dai bassi regimi, una moto veramente “maschia”.


L'artiglieria pesante


Dopo essermi divertito a cavalcare le diverse versioni, arrivo a quella che secondo me è la principessa della S1000RR, la moto del campionato del mondo Stock 1000 guidata da Raffaele De Rosa. Dopo due consigli di Raffaele, inserisco la prima e mi avvio per la corsia dei box, la posizione di guida è comoda e rispecchia la versione stradale. Una volta scaldate le gomme con il giro di lancio, inizio a tirare un po’: il motore è bello, potente e infinito, un tiro dolce ma allo stesso tempo mostruoso, la sua maneggevolezza ti lascia senza parole, agile come una 600, mi ha dato una sensazione come se l’avessi pilotata da sempre.
L' elettronica fa tutto il suo lavoro, con un'ottima taratura di freno motore in inserimento e traction in uscita, il tutto con velocità e reattività. Fuori dalle curve ci permette di spalancare il gas a moto ancora piegata e ci permette di uscire dalla traiettoria non forte, ma fortissimo, cosi da arrivare alla succesiva curva con delle staccate stabili, precise e potenti, il tutto con le pinze di serie! Insomma, il Team Althea insieme al pilota De Rosa hanno svolto un lavoro magnifico e certosino, bravi ragazzi!


E poi la SBK


In ultimo proviamo la regina di questo test, la SBK del Team Althea di Jordy Torres, mostruosa solo a vederla e con tanti cavalli da domare. Mi preparo per salire sopra, accendo la moto e Torres ci tiene a darmi un consiglio: "non fare il frocetto, in curva il gas dallo tutto che lei sta li". Ok, se lo dice lui!
Esco dalla pit line e appena tolgo il pit limit si è scatenata la belva: il motore spinge fortissimo e vengo catapultato in un’altra dimensione (decisaente paurosa). La frenata è tanta, ma tanta roba, si arriva con i freni in mano dentro la curva, senza un minimo capriccio della ciclistica. Subito dopo si riprende il gas in mano e l’elettronica si fa sentire intervenendo in modo massiccio su corpo farfallato, benzina, iniettori e taglio corrente, tenendo la moto sempre con il muso attaccato a terra e dandomi la possibilità di esibirci in coreografiche derapate, lasciando striscie nere di gomma sull’asfalto, come un pilota vero.
Guidando questa SBK il divertimento è assicurato e mi fa venire la pelle d’oca ogni singolo metro. La strumentazione è piena di informazioni che si possono tramite le varie schermate grazie ad un pulsante situato sul semimanubrio, nel blocchetto specifico. Ci sono tantissimi pulsanti che possono essere usati dal pilota e che intervengono sulle varie mappe, traction, pit limit, launch control, ecc.
Verdetto finale? Posso dire che la SBK è una categoria a sé rispetto alle altre S1000RR provate, avrei girato all’infinito con questo purosangue. Purtroppo il nostro test finisce troppo presto, ma con un grande sorriso e un ringraziamento speciale a BMW Motorrad che ci ha dato la possibilità di sentirci piloti SBK per un giorno.


 

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