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Tirolo ancora vietato per le moto rumorose da aprile a ottobre

Il Tirolo ripristina il blocco alle moto con rumorosità maggiore ai 95 dB anche quest'anno, da 15 aprile al 31 ottobre.

Moto - News: Tirolo ancora vietato per le moto rumorose da aprile a ottobre

Il divieto di circolazione è stato prorogato e il limite di 95 dB rimarrà in vigore per tutta la stagione motociclistica e per gli anni a venire su alcuni passi.

Il governo provinciale tirolese sta estendendo i divieti di circolazione del rumore per i motocicli con rumore superiore a 95 dB, sia per la stagione 2021 che per gli anni successivi, nel periodo di tempo tra la primavera e l'autunno. Ma i dati dei sondaggi condotti sarebbero stati travisati, o letti in modo parziale e le associazioni di categorie sono contrarie.

Guerra alle moto rumorose

Per il momento, il rumore è mediatico e lo sta alzando a livelli altissimi il ripristino del divieto di circolazione delle moto rumorose del governo tirolese.

Ovviamente, molto dipenderà anche dalla situazione sanitaria: se infatti saremo ancora in mezzo alla pandemia da coronavirus, poco ci importerà di andare in vacanza mn oto, passando per le belle strade del Tirolo.

Se, come invece speriamo, la situazione lo consentirà e desiderate fare un viaggio in moto, controllate il libretto della vostra moto il valore registrato alla voce U1, che indica il livello sonoro del veicolo da fermo.

Se è superiore ai 95 dB, per voi il Tirolo è off limits e sarete costretti a un altro percorso.

Il governo della provincia tirolese vuole ripristinare i divieti di circolazione per i motocicli con rumore da fermo superiore a 95 dB, non solo per la stagione 2021 ma anche per gli anni successivi.

L'anno scorso il limite acustico era entrato in vigore in piena stagione, dal 10 giugno al 31 ottobre 2020.

Da quest'anno invece l'amministrazione tirolese intende allargare la finestra temporale, dal 15 aprile al 31 ottobre, coprendo così l'intera stagione.

La polemica sui dati

La politica adottata si basa su una valutazione dei dati rilevati durante la stagione precedente, presentati il 18 marzo scorso, e dal risultato di un sondaggio telefonico, condotto nel novembre 2020 intervistando 250 persone, preso come campione per un totale di 10.000 residenti del distretto di Reutte, nello stato del Tirolo.

Secondo i dati rilevati da cinque stazioni automatizzate di conteggio del traffico durante la stagione precedente, pesantemente condizionata dal coronavirus, hanno registrato un calo del traffico di moto del 36% e una riduzione della rumorosità di 2 dB.

Per Ingrid Felipe, Vice Governatore Verde, questo significa che una netta maggioranza degli intervistati è stata molto soddisfatta riguardo il divieto di circolazione.

Secondo la rivista austriaca Motorrad-Magazin però, questa è una lettura di parte dei dati: infatti, anche il traffico totale nei punti di misurazione è diminuito del 35,6% nello stesso periodo, praticamente lo stesso valore.

In altre parole, il traffico è generalmente diminuito drasticamente rispetto al 2017 e, citando i colleghi austriaci, “non devi necessariamente essere Einstein per attribuirlo al coronavirus. Poiché il traffico di automobili, merci e motocicli è apparentemente diminuito all'incirca della stessa quantità, ciò significa, al contrario, che il regolamento 95 dBA non ha avuto il minimo effetto”.

Curiosamente, il calo del turismo riconosciuto dal 46% degli intervistati, per il governo tirolese è dovuto alla situazione sanitaria.

Un altro dato utilizzato da Motorrad-Magazin è la percentuale dei motociclisti multati per eccesso di rumorosità, dato fornito da Markus Widmann, il capo del dipartimento del traffico regionale del Tirolo: su 8917 motociclisti controllati nel distretto di Reutt la scorsa stagione, 35 avrebbe violato l'ordinanza sul rumore, cioè solo l'1,5% di tutti quelli controllati.

Le conseguenze

Sempre secondo la rivista austriaca, ma non solo, cercando in rete anche i colleghi e i motociclisti tedeschi non sono per niente felici, il provvedimento non solo lo scorso anno non ha avuto effetto, ma ha anche provocato danni duraturi all'immagine dello stato austriaco nella comunità motociclistica internazionale.

Reazione che possiamo rilevare anche nella comunità motociclistica italiana, leggendo i post e i relativi commenti nei vari gruppi e pagine social.

Un divieto che per altro non trova argomentazioni scientifiche, dal momento che dal 2020 le moto devono rispettare il nuovo standard sulle emissioni inquinanti, comprese quelle sonore, che limitano la rumorosità sotto i 77 dB, previsti dalla precedente normativa Euro 4.

Herbert Gassner, amministratore delegato di Moho - Motorradhotels Österreichs, sentito dalla rivista tedesca Motorrad, sottolinea che la stagione 2020 non consente di trarre conclusioni realistiche a causa della situazione particolare provocata dal Covid, ovvero il "successo" dei divieti imposti nel 2020 si basa su condizioni di mercato distorte e insolite.

“I risultati di questa valutazione erano prevedibili e non mi sorprendono” spiega a Motorrad Karin Munk, segretaria generale di Arge2Rad, l'associazione motociclistica austriaca “Circa il 70% dei motocicloturisti in Tirolo proviene dalla Germania. Con dispiacere dei commercianti locali - anche per motivi legati al virus, molti gruppi hanno cancellato le prenotazioni. È ovvio che la frequenza ridotta porta anche ad una riduzione delle emissioni di rumore, ma non ha nulla a che fare con il livello di rumorosità”.

Infatti, anche l'associazione dei motociclisti tedeschi si è mossa, scrivendo una dura lettera al governo tirolese.

Secondo l'associazione c'è una distorsione riguardo la rumorosità delle moto: infatti anche i motociclisti con una moto in regola, ovvero con un valore delle rumorosità riportato nel libretto di circolazione sotto la soglia dei 95 dB, hanno cancellato la prenotazione a causa dei divieti, per paura di un rilevamento maggiore.

In Italia

Non tira aria maggiore in Itali, perché anche in alcune delle strade più amate dai motociclisti l'anno scorso erano stati imposti dei limiti.

Per esempio, in provincia di Trento vigeva quello del limiti di velocità di 60 k/h in alcuni passi alpini.

Secondo il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, rappresenta solo uno dei molteplici strumenti che la sua giunta può adottare per aumentare la sicurezza sulle strade locali, dopo che tra aprile e giugno del 2020 si erano verificati numerosi decessi a causa di incidenti stradali che vedevano coinvolte motociclette.

Infatti, dopo l'autovelox la polizia trentina ha estratto un altro strumento, il fonometro, grazie al quale è possibile stabilire in quali casi vi sia un superamento sospetto della soglia di rumorosità, perché le moto più rumorose spesso hanno modifiche illegali e quindi contrarie al Codice della Strada.

Anche l'altra parte della regione, la provincia di Bolzano, ha dimostrato un particolare interesse nella limitazione alla circolazione delle moto, nello specifico quelle rumorose, per buona pace degli operatori turistici, come se non fossero stati già pesantemente colpiti dal coronavirus.

Vedremo cosa succederà, ma dovessero essere ripristinare anche nel nostro territorio queste misure, cosa che non ci auguriamo, sarebbe un gran peccato, per la ripresa economica post-virus, visto che ci sono molti itinerari turistici da percorrere in sella.

Se invece la situazione pandemica non dovesse migliorare, che non ci auguriamo nemmeno questa, allora sarà tutto rumore per nulla.

Il decreto

Ecco la formulazione del decreto emanato dal governo tirolese, che indica anche le strade vietate alle moto rumorose:

A causa del notevole inquinamento acustico per la popolazione residente nel distretto di Reutte, dal 15 aprile al 31 ottobre di ogni anno a partire dal 2021, sono imposti divieti di circolazione per motociclette particolarmente rumorose, che fanno registrare un livello sonoro del motore con veicolo fermo superiore a 95 dB.

  • B 198 Lechtalstraße da Steeg (confine di stato Vorarlberg) a Weißenbach am Lech
  • B 199 Tannheimerstraße da Weißenbach am Lech a Schattwald (confine di stato Germania)
  • L 21 Berwang-Namloser Straße da Bichlbach a Stanzach
  • L 72 Hahntennjochstraße fino alla seconda parte da Pfaffaff Imst (cima del passo)
  • L 246 Hahntennjochstraße 1a parte da Imst (cima del passo) fino allo svincolo Vogelhandelweg di Imst
  • L 266 Bschlaber Straße da Elmen a Pfafflar

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