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Casco moto, dal 2021 in vigore l'omologazione 22-06, ecco cosa cambia

Dopo oltre 18 anni i caschi cambiano e passano dall'omologazione 22-05 alla 22-06, che prevede diverse analisi. Ecco quali sono.

Moto - News: Casco moto, dal 2021 in vigore l'omologazione 22-06, ecco cosa cambia

In oltre 18 anni i caschi si sono evoluti, mentre la normativa è sempre rimasta la stessa la stessa, la ECE 22-05. Da tempo la UNECE (United Nations Economic Commission for Europe) era giunta alla conclusione che era il momento di provvedere e colmare delle mancanze nei test di omologazione.

Così dall'1 gennaio 2021 viene introdotto il nuovo standard di omologazione ECE 22-06,  che prevede nuovi test per riconoscere le caratteristiche di sicurezza e la qualità dei caschi. Rispetto alla ormai precedente normativa, la nuova aumenta i requisiti richiesti per l'omologazione e di conseguenza i caschi saranno sottoposti a ulteriori test.

Vediamo cosa cambia dall'anno prossimo.

Più test

Le omologazioni certificano la sicurezza del casco, in termini di capacità e validità protettiva, al superamento di determinati test.

Nel tempo le omologazioni possono subire variazioni che devono essere adottate dai produttori e dai rivenditori entro un determinato periodo.

È quello che si sta verificano nei prossimi giorni, quando l'omologazione europea per la produzione e la vendita dei caschi passerà dall'attuale 22-05, in vigore dal settembre 2002, alla 22-06.

Cosa prevede il nuovo standard per la sicurezza?

La normativa ECE 22-05 individuava cinque punti di impatto, esaminati poi nei test: fronte, sommità, retro, laterale, mentoniera, per oltre 100 prove.

Dall'1 gennaio 2021 invece, entrata in vigore dello standard ECE 22-06, si aggiungono altri punti di impatto (dai 4 ai 6) sulle linee mediane, oltre a un punto in più a campione, diverso su ogni casco in omologazione, arrivando così a 12 punti di impatto.

Lo standard ECE 22-06 poi prevede nuovi test per la stabilità del casco: al momento si verifica la sola possibilità che si muova in avanti sollevandosi e scalzandosi dalla testa.

La nuova normativa controlla anche lo spostamento all'indietro con il rischio di scoprire la fronte o di danneggiare il collo.

La prova verifica il comportamento del casco caricato di 3 kg e inoltra controlla la fibbia a sgancio micrometrico.

Viene anche controllata l’esposizione all’acqua, per valutare se l'assorbimento dell'acqua peggiori le capacità prestazionali del casco.

Più veloci

In più, cambia la velocità di impatto dei test: se con lo standard 22-05 venivano effettuati solo alla velocità di 7,5 m/s, (5,5 m/s per la mentoniera) lo standard 22-06 aggiunge altre due velocità (per tutti i casi): 6,5 m/s con decelerazione della testa a 180 g e 8,2 m/s (incremento dell'impatto del 20%) con decelerazione mantenuta a 275 g.

Una novità significativa: infatti fin'ora i caschi erano progettati per resistere solo agli impatti più violenti ma non a quelli a velocità più basse che, secondo le statistiche, sono molto più frequenti.

Quindi, i caschi omologati con lo standard 22-06 devono assorbire anche i colpi a minor intensità per poter essere omologati.

Sembrerà strano, ma un casco può assorbire un impatto ad una velocità elevata (l'assorbimento è direttamente proporzionale alla deformazione) mentre in alcuni punti, non è in grado di disperdere l'energia rischiando di danneggiare il cervello.

L'indice riportato nella terza colonna della tabella qui sotto, HIC, è l'acronimo di Head Injury Criterion, valore che determina il superamento del test di impatto e calcola la severità del colpo sulle strutture cerebrali.

Quindi, per essere omologato, il test a 8,2 m/s l’HIC deve essere inferiore a 2.880.

STANDARD 22-05

VELOCITÀ SOGLIA HIC (max)
7,5 m/s 275 g 2.400
STANDARD 22-06
VELOCITÀ SOGLIA HIC (max)
6 m/s 180 g 1.300
7,5 m/s 275 g 2.400
8,2 m/s 275 g 2.880

Accelerazioni rotazionali

Il test più importante tra quelli introdotti è quello che misura l’accelerazione rotazionale che rappresenta una delle cause di danni al cervello in caso di caduta.

L'accelerazione rotazionale danneggia il cervello e le sue connessioni neurali nell'impatto quando il casco sbatte sugli ostacoli, anche a una bassa velocità, perché qualunque cosa ostacoli il rotolamento del casco è un ostacolo letale a causa dell'accelerazione rotazionale.

Per verificare questa caratteristica, si fa cadere il casco, provvisto tre accelerometri e tre sensori per il calcolo della velocità angolare, per cinque volte con cinque posizioni diverse, alla velocità di 8 m/s su un incudine inclinata a 45°.

Il valore limite che non deve essere superato, in ognuno dei cinque punti, per ottenere l'omologazione è 10.400 radianti al secondo (l'unità di misura dell'accelerazione rotazionale) e 0,78 BrIC (Brain Injury Criterion).

Riassumendo, il test sull'accelerazione rotazionale misura il danno riportato dal cervello quando il casco sbatte su una sporgenza.

Cambiano anche le teste dei manichini: quelle da crash test infatti hanno coefficienti di attrito superiori e quindi i risultati risulterebbero distorti a causa del gioco di scivolamento tra pelle e cranio, come tra pelle e casco.

In attesa delle nuove teste più fedeli alla realtà, è stato trovato un compromesso: verranno utilizzati nuovi campioni conformi alla normativa EN 960 con un coefficiente di attrito ridotto per simulare un comportamento della testa all’interno del casco il più reale possibile.

Visiera a prova di proiettile

I test di omologazione mettono alla prova tutte le parti del casco, inclusa la visiera.

Lo standard ECE 22-06 introduce il test del proiettile per la visiera: la prova simula l'impatto ad alta velocità di un sassolino.

Una biglia in acciaio fa 6 mm di diametro viene sparata sulla visiera a 60 m/s (corrispondenti a circa 220 km/h) e la visiera deve resistere per superare la prova.

Ogni visiera, come i parabrezza delle auto, verrà dotato di un numero di serie per individuare il lotto in caso venga riscontrato un difetto di produzione (cosa che avviene già in Italia).

Vecchia di quasi 20 anni, la ECE 22-05 non prevedeva alcune parti di caschi introdotte nel corso del tempo.

Ora la ECE 22-06 colma questa mancanza: per le visiere con l'indicazione “daytime use only”, viene introdotto un nuovo limite alla capacità di oscurare la luce del sole (c. d. trasmittanza), che scende dal 50% al 35%: potranno così essere omologati caschi con visiere più scure.

Le “visierine interne parasole”, potranno essere classificate come tali dal produttore solo se è presente una visiera trasparente e dovranno superare le stesse prove di quelle esterne, altrimenti verranno denominate “schermi parasole”.

Un'altra mancanza della ECE 22-05 era quella relativa alla regolamentazione di alcuni tipi di caschi: l’omologazione P/J identifica i caschi apribili che riescono a rispondono a tutte le prescrizioni, sia con la mentoniera alzata che chiusa.

Per esempio, nel caso la mentoniera sia sollevata, non deve ruotare troppo indietro oppure deve staccarsi del tutto per evitare rischi al collo.

Tempi di entrata in vigore

Nei mesi scorsi i motociclisti si sono alquanto allarmati riguardo i propri caschi o quelli ai quali erano interessati.

Calma: lo standard ECE 22-06 entrerà in vigore l'1 gennaio 2021, ma i costruttori hanno a disposizione 18 mesi per omologare secondo il precedente standard i caschi, 2 anni e mezzo (leggi 30 mesi) per smaltire i caschi omologati ECE 22-05 in magazzino e i caschi omologati 22-05 non potranno essere più venduti al pubblico dopo 3 anni dall’approvazione.

Quindi, potete continuare a indossare l'attuale casco o acquistare un casco che vi piace particolarmente.


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