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Vyrus Alyen: la moto di un altro pianeta

L’atelier italiano famoso per le sue creazioni “off-limits” ha creato una futuristica superbike desmodromica che sfida la Bimota Tesi H2

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Gli appassionati del custom motociclistico più estremo conosco Vyrus Moto, la “fabbrica dei mostri”, nell’accezione più entusiastica del termine, di Ascanio Rodrigo, capace di radicalizzare le sue creazioni e trasformare ogni moto che passa sotto le sue cure in qualcosa di unico e irreplicabile. La Vyrus Alyen è solo l’ultima di una lunga serie.

L’idea

La Vyrus Alyen nasce da una matita di successo, come quella di Adrian Morton del Centro Ricerche Castiglioni, senza perdere però la genetica tipica di Vyrus Divisione Motori, nata dall’idea di un ex tecnico Bimota, Ascanio Rodrigo, con l’obiettivo di proseguire il percorso nato nell’azienda di Morri, Bianchi e Tamburini, rendendolo ancora più speciale e personale.

La Alyen è solo l’ultima di una dinastia di moto estreme, raffinate e molto costose, che fa compagnia, tra le altre, alla 984 C3 V2, alla 986 M2 e alla 987 C3 V4.

La moto

Vyrus ha bussato alle porte di Borgo Panigale, facendosi realizzare in sole 20 unità una versione omolagata Euro 5 del Ducati Superquadro da 1.285 cc della Panigale 1299, capace di scaricare sulla ruota posteriore ben 205 CV di potenza.

Il propulsore è incastonato in un telaio a doppia omega, che sorregge la scocca in carbonio e con funzione portante: vera parte integrante meccanica visto che integra i serbatoi nelle pance laterali e il radiatore nella parte alta e centrale.

Le chicce ingegneristiche però si trovano soprattutto a livello ciclistico. Il forcellone anteriore, è caratterizzato dal sistem HWSS (Hydraulic Wired Steering System) sviluppato da Vyrus: due cavi in acciaio collegati ai lati della ruota e al manubrio, rivestiti in guaina con fluido a base di nano particelle che simula il lavoro di un pistone e permette di assecondare i movimenti e tenere separate la funzione ammortizzante da quella sterzante.

Al posteriore invece si fa notare l’elegante monobraccio in magnesio. Entrambi lavorano su una coppia di ruote da 17” che calzano Pirelli Diablo Supercorsa nelle misure 120/70 e 200/60.

Extraterrestre dal futuro

Il pacchetto tecnologico di cui si può avvalere la Vyrus Alyen lascia a bocca aperta: cerchi Rotobox a 10 razze spessi solamente 5 mm e leggerissimi, due opzioni per il reparto frenante (dischi carboceramici o doppio disco anteriore da 320 mm Brembo T-drive derivati dalla WSBK con pinza GP4 RR P4 32/36 CNC monoblocco), Quickshifter bidirezionale, piattaforma inerziale a 6 assi e la sospensione posteriore Push Rod Twin Pivot Vyrus by Öhlins.

Il prezzo

Per scoprire quali sono le cifre da scrivere sull’assegno per portarsi a casa uno dei 20 esemplari della Vyrus Alyen dovrete per forza contattare l’atelier. Visti i precedenti però sarà difficilissimo vederla uscire dalla bottega di Ascanio per meno di 50.000 euro.

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