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Suzuki Bandit “Colonel Butterscotch”, da anatroccolo a rétro racer

La sport tourer di Hamamatsu è stata trasformata in una carenata da GP che sembra uscita dritta dagli anni ‘80

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Icon 1000 è sicuramente meglio conosciuta in Europa come un brand di abbigliamento tecnico per motociclisti che come officina di customizzazione, ma spesso dal loro quartier generale esce una special.

Colonel Butterscotch è sicuramente un nome originale per una moto, ma a guardare la Suzuki Bandit creata dagli americani si capisce come l’accostamento calzi a pennello. Le tinte bronzee della racer dal look vintage infatti ne fanno un vero esemplare unico.

Ammaliante

Tra le tante qualità della Bandit, la sport tourer di fine anni ’90, non c’è purtroppo il fascino. La turistica stradale da 1,2 litri viene ricordata come una moto precisa e puntuale, con pochi difetti ma con un’estetica che non ha mai lasciato a bocca aperta nessuno.

Forse per questo, e solo per questo, non è mai stata una delle regine del mercato. I ragazzi di Icon 1000 però hanno deciso di darle una seconda vita, reincarnandola in una carenata da endurance capace di far voltare anche il più disinteressato dei passanti.

Nostalgia GP

L’elemento di spicco del Colonel Butterscotch è il doppio faro tondo sul cupolino, di purissima ispirazione anni ’80, ben accompagnato dalle linee nette della coda e dalla strumentazione analogica e cromata che spunta dalla carena frontale.

Anche il cuore della Bandit è stato rimesso a nuovo: completamente rivista la carburazione, modificati i getti,sostituiti anche i filtri con dei K&N e ricostruito l’impianto di scarico.

Un 2 in 2, con terminali conici posti in una posizione piuttosto particolare: uno sotto il codone, l’altro sul lato destro. Una serie di lavoretti capaci di dare 15 CV in più al motore, che ne erogava 98.

La ciclistica è degna del miglior Frankestein motociclistico: piastra di sterzo di una Honda CBR900RR, forcella con steli da 45 mm depredata da una Triumph Daytona, forcellone in lega d’alluminio di una Kawasaki ZRX 1200 e ammortizzatori posteriori costruiti appositamente da Nitrox.

Anche i cerchi sono marchiati Honda, presi da una Honda VF100R, da 16” l’anteriore e da 17” il posteriore, e avvolti in un paio di Avon Roadrunner. Migliorato anche l’impianto frenante con dischi EBC e pinza Nissin a 4 pistonicini azionati da una pompa Magura all’anteriore.

Una lavoro magistrale, completato da fari LED e una tinta giallo caramello con contrasti in bianco che però poteva essere vana. Al primo giro fuori dall’officina infatti la Bandit e il suo pilota sono finiti sull’asfalto, con la prima uscita abbastanza malconcia dal contatto col terreno. I ragazzi di Icon 1000 non si sono disperati, e l’hanno riportata all’originale (si fa per dire) splendore.

 

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