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eCRP 1.4: l'elettrica racing - TEST

Abbiamo provato in pista e in gara la moto Vicecampione del Mondo 2011

Moto - Test: eCRP 1.4: l'elettrica racing - TEST

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Da grande appassionato di motori e di tecnologia, ho sempre sognato di vivere nei primi anni del novecento, immaginando quanto sarebbe stato affascinante scrivere la storia del motorismo, quando le moto erano poco più che biciclette con un motore attaccato.
Mi piace pensare che gli ingegneri dei primi anni del secolo scorso avevano pagine e pagine da scrivere e potevano dar vita alle loro idee rivoluzionarie, senza doversi preoccupare se una data architettura motoristica fosse già stata inventata o meno.
Pensateci un attimo e se non lo avete mai fatto, prendete in mano un libro che racconti la storia delle motociclette. Sfogliatelo e ci troverete qualsiasi architettura motoristica e ciclistica che la vostra mente possa immaginare.
Ecco, più o meno ad un secolo di distanza, immagino che gli ingegneri impegnati nel progetto e nello sviluppo delle moto elettriche di domani, stiano provando questa medesima, meravigliosa sensazione di avere in mano la penna che scriverà la storia del futuro tecnologico delle due ruote.

Detto questo, vi prego, non chiedetemi se una moto elettrica è più bella o più brutta di una a motore termico. Vi risponderei che una moto è bella a prescindere, e che penso che le moto elettriche che avranno successo saranno quelle che sapranno vestirsi di un design ignoto alle moto tradizionali.
Non chiedetemi se e quando le moto elettriche entreranno nella vita di tutti i giorni, perché se dovessi giudicare dalle tante volte che un produttore o l’altro ha lanciato uno scooter elettrico come fosse la panacea di tutti i mali, risponderei che mai avremo moto elettriche in giro. Se invece dovessi scommettere sul successo di una moto come la eCRP, dopo averla guidata in pista, allora penso che qualche soldino su questa moto ce lo investirei volentieri…

DA eCRP A ENERGICA IL PASSO E’ BREVE
Il progetto di realizzare una motocicletta da corsa elettrica è partito alcuni anni orsono in seno alla Crp, Engineering modenese ultra affermata nel mondo delle competizioni a quattro e due ruote. L’idea di fondo è proprio quella di entrare nel settore della motorizzazione elettrica come pionieri di questa tecnologia e, con un approccio tutto italiano, la società Emiliana decide di partire dal core business aziendale, le competizioni, per accumulare l’esperienza necessaria per arrivare alla produzione in serie.
E’ così che in pochi mesi nasce il progetto eCRP, con il modello 1.0, poi evoluto nella 1.2 e oggi nella 1.4 che abbiamo portato in pista.
La eCRP ha debuttato in gara nel 2010 portando a casa il secondo posto finale nel Mondiale, risultato bissato nel 2011. Visti gli ottimi risultati (la eCRP è stata battuta solo da moto ultrapotenti come la Munch TTE 1.2) la CRP ha deciso di prendere il know how acquisito e riversarlo nel progetto di una moto stradale, la Energica, superbike elettrica che è stata svelata in forma statica allo scorso Eicma 2011.
Energica è attualmente in fase di test strumentali, necessari a definire le specifiche tecniche di base, e dovrebbe essere mostrata al pubblico in veste pressoché definitiva all’Eicma di quest’anno.

eCRP 1.4: L’URLO DEL SILENZIO
Se seguite il nostro magazine con regolarità, sarete già al corrente delle belle imprese siglate da Alessandro Brannetti in sella alla eCRP sulle piste del Fim e-Power e del TTXGP.
In caso contrario, vi riassumiamo in breve che il nostro talentuoso pilota ha portato in gara la eCRP, una agile racer realizzata su quote ciclistiche da 250 GP, contro moto spinte da motori molto più potenti, ma giocoforza più pesanti e meno agili.
Insomma, il credo della CRP nella partecipazione alle competizioni è stato quello di perseguire prestazioni elevate con una moto il più agile e leggera possibile, e quindi forzatamente poco potente, mentre la maggior parte degli avversari ha battuto la strada della superpotenza a discapito di peso a maneggevolezza. Ed è proprio qui che ritorna quello spirito pioneristico citato in apertura, che fa sì che diverse aziende abbiano cercato di raggiungere lo stesso obiettivo di performance sul giro, con architetture completamente diverse.

La eCRP 1.4, è una vera e propria GP, costruita con un telaio perimetrale in lega leggera che ricorda nelle forme quello di una 250 GP ed è stato progettato interamente in CRP. Le sospensioni sono tradizionali e prevedono una forcella Marzocchi a steli rovesciati da 43 mm all’avantreno e un ammortizzatore Ohlins montato su leveraggi progressivi al retrotreno.
La ciclistica si completa con dischi freno Braking Wave serrati da pinze Brembo ad attacco radiale e cerchi ruota in lega leggera forgiata.
La parte più interessante, ovviamente, è quella motoristica. Sulla eCRP 1.4 c’è una coppia di motori elettrici a corrente continua da 26 kW ciascuno per una potenza totale installata di 52 kW (70,72 CV). L’energia elettrica è immagazzinata in un pacco batterie ai polimeri di litio da 7.4Kw/h dal peso di 52 kg assemblato ad hoc per essere inserito all’interno di un compatto telaio in lega leggera. La carica è sufficiente a garantire circa 40 minuti di autonomia in pista, grazie anche ad un sofisticato sistema di controllo che tiene costantemente monitorato il processo di scarica delle batterie in modo da bilanciarle continuamente per evitare fenomeni di autoscarica e surriscaldamento.

La eCRP 1.4 è dotata anche di un sistema di acquisizione dati e da una sensoristica con sistema GPS integrato, appositamente sviluppata per una moto elettrica e quindi in grado di gestire canali normalmente inesistenti su un data logger tradizionale. La centralina è integrata all'interno del cruscotto, registra i classici valori dei sensori delle sospensioni anteriori e posteriori, il comando gas, il controllo di volt/ampere in ingresso e in uscita dal controller, il monitoraggio della temperatura dei motori e del controller. Tutto ció è integrato col GPS che registra la velocità, l’accelerazione e la traiettoria puntualmente, con l'obiettivo di portare anche nelle competizioni elettriche il giusto metodo di lavoro, e l'utilizzo dell'acquisizione per migliorare le singole strategie di gara.

L’esperienza acquisita con la 1.4 verrà parzialmente trasferita sulla Energica che si promette di diventare la prima superbike elettrica italiana. Energica avrà motori di nuova generazione rispetto alla 1.4, alimentati in corrente alternata e non più continua (come alcune delle rivali statunitensi più accreditate) e avrà una potenza installata attorno ai 100 kW e un’autonomia di circa 160 km. La moto avrà un’estetica tutta sua, e sarà ovviamente omologata biposto.

IN PISTA

Arriva finalmente il nostro momento di salire in sella alla eCRP 1.4. La pista prescelta è l’Autodromo di Modena (di cui OmniMoto.it è partner) e la giornata è quella indetta dalla CRP per il Primo Trofeo Energica, evento promozionale indetto dall’azienda modenese per far toccare con mano a giornalisti e clienti i propri prodotti.
E’ Giampiero Testoni responsabile del progetto eCRP a consegnarci la moto, dopo averci spiegato il funzionamento dei vari sistemi di bordo, in particolare del freno motore elettrico che si rivelerà molto pratico in pista. Con un pulsante sul manubrio sinistro, infatti, è possibile invertire la polarità dei motori in modo da farli lavorare come freni dissipando (o meglio recuperando) l’energia della frenata.
Per motivi di sicurezza, l’azionamento del freno motore disabilità il comando del "gas" e quindi è necessario farci un po’ l’abitudine prima di usarlo con profitto.

Salgo in sella e prendo la via dei box. Non esistendo né una frizione né il cambio, l’innesto della trazione è un po’ brusco, ma basta provare un paio di partenze per farci subito l’abitudine.
I primi giri sono necessari a capire come usare la eCRP 1.4, visto che non c’è cambio di velocità e che in staccata non esiste il freno motore di una moto tradizionale.
A parte questo ritroviamo una moto dalla conduzione facile e divertente, velocissima a prendere la corda e molto stabile in percorrenza di curva. Il baricentro, per via del pacco batterie, è un po’ alto rispetto a una sportiva tradizionale, e questo si ripercuote sulla dinamica di guida, con la classica tendenza a chiudere anche troppo le curve delle moto col baricentro alto.

Compreso come usare la 1.4 inizio a concentrarmi sulla guida; la potenza disponibile è pochina per una moto da 160 kg, e quindi bisogna guidare alla ricerca della massima scorrevolezza, affare molto difficile su un tracciato tortuoso come quello modenese.
Imperativo però è cercare di essere il più veloci in percorrenza per cercare di uscire bene dalle curve e permettere ai motori elettrici di allungare subito. Sul rettilineo di Modena raggiungiamo poco più di 170 km/h, ma i tecnici della CRP ci fanno sapere che con i rapporti lunghi, sulle piste con rettilinei veri, si raggiungono anche i 220 km/h. In staccata comprendo quasi subito l’esigenza di usare sempre il "freno motore", che diventa un piacevole aiuto per stabilizzare la moto in frenata. L’importante è ricordarsi di rilasciarlo appena si è alla corda per evitare di riaprire il gas e trovarsi con la moto "spenta"…

TROFEO ENERGICA: ORA FACCIAMO SUL SERIO
Come gi vi abbiamo raccontato il giorno seguente la nostra prova, a Modena la CRP ha organizzato una gara vera e propria, chiamata Trofeo Energica alla quale ha invitato a partecipare sei testate giornalistiche.
La gara aveva un intento promozionale, ma si sa che quando c’è una bandiera a scacchi da tagliare, a nessuno piace perdere. E’ così che nel gruppetto dei colleghi invitati a gareggiare ritrovo gli stimati Stefano Cordara per Red, Leslie Scazzola per Due Ruote, Maurizio Pesce di Wired, Flavio Carato per Amotomio e un giovincello di nome Lorenzo Savadori, inviato da Motoblog. Per chi non lo sapesse parliamo di un pilota professionista attualmente terzo in Classifica nel Mondiale Superstock con la Ducati Panigale del Team Barni.
Insomma, un gruppetto davvero eterogeneo e già capisco che conquistare la finale non sarà facile per me che non ho mai visto Modena, non ho mai corso su una moto elettrica, e soprattutto non faccio gare dal 2004, mentre Cordara è ancora in attività (corre con successo nel monomarca Bridgestone), e Scazzola ha smesso da poco ma è sempre un gran talento.
Fortunatamente il regolamento mi viene in aiuto, e nella mia batteria mi trovo con Carato e Pesce, che invece non hanno esperienza agonistica. Parto in testa e già a metà del primo giro ho un vantaggio sufficiente a permettermi di passare sul rettilineo salutando il pubblico e di tagliare il traguardo in testa senza problemi.
Peggio è andata a Cordara, che si è trovato a fare i conti con Savadori, ma soprattutto con Scazzola che ha azzeccato la partenza prendendo un piccolo vantaggio sul collega e qualificandosi per la finale.

Ed eccoci quindi al semaforo rosso in finale, tutti e tre in linea. A destra Scazzola, in mezzo io e a sinistra Savadori. Al via mi ricordo che quando correvo non c’era gara che non riuscivo a saltare almeno un paio di file in partenza e infatti riesco a bruciare i due allo scatto e ad arrivare in fondo al rettilineo in testa. Il non sapere con certezza dove fosse Leslie, però (colpa del silenzio delle elettriche), e la consapevolezza che contro quei due non ce l’avrei fatta a resistere che per poche curve, mi impone di non tirare la staccata come dovrei , e lascio che sia Scazzola a prendere la corda per primo, mentre Savadori mi infila poco dopo.
Per il resto della gara cerco di migliorare il mio crono per non far scappare Savadori e Scazzola e tutto sommato ci riesco anche, chiudendo a quasi sei secondi dal primo e a tre dal secondo.

Seguono le premiazioni di rito, in cui sono i ragazzi della CRP a ringraziarci e a premiarci per le gare disputate, ma in realtà dovremmo essere noi a celebrare il loro impegno e la determinazione con cui stanno portando avanti questo progetto. Con la speranza che diventino davvero loro i pionieri della superbike elettrica italiana.

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