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KTM Duke 125 2011 - TEST

Punta dritto al cuore dei sedicenni la nuova ottavo di litro di Mattighofen

Moto - Test: KTM Duke 125 2011 - TEST

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In un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui le vendite delle motociclette soffrono molto e in cui l’incertezza domina i mercati finanziari, è necessario che le Case investano doppiamente nelle ricerche di mercato e sappiano prevedere con largo anticipo gli andamenti del settore moto.
Proprio il lancio di una moto 125, la nuova KTM Duke 125 ci permette di fare delle importanti riflessioni. Perché una Casa come quella austriaca, che ha nell’offroad il suo heritage, si lancia nel settore delle 125 stradali con una nuda, in un momento in cui le moto per sedicenni non riscuotono un gran successo?
La risposta è frutto di un accurato studio di marketing: è vero che la KTM affonda le sue radici nel fuoristrada, e di conseguenza è vero che è un brand molto seguito dai giovani, proprio per la sua massiccia presenza nel mondo delle competizioni offroad.
Detto ciò, KTM ha deciso di voler seguire i giovani fin dall’infanzia, e con le sue minicross lo fa molto bene, facendoli poi crescere e, prima di portarli sulle moto di grossa cilindrata, offrirgli la possibilità di restare in casa KTM con un prodotto appositamente studiato per i sedicenni.

FOCUS GROUP A SCUOLA

C’è un secondo aspetto importante da tenere in considerazione: gennaio del 2013 segnerà una data importante per le normative comunitarie in tema di patenti. Sarà infatti ratificata una direttiva europea che unificherà le regole per l’ottenimento della patente A1, poiché oggi in Europa esistono ben 8 diverse patenti per sedicenni, e ciò non ha certamente aiutato il mercato delle ottavo di litro.
L’unificazione delle patenti (11 kW, peso minimo 110 kg e velocità max 100km/h saranno i vincoli) comporterà una grande opportunità per ampliare le vendite, e le 125 cc saranno il punto di partenza per i progetti futuri delle moto dei prossimi dieci anni.

Compreso ciò con largo anticipo, la KTM ha condotto una ricerca di mercato sui liceali dai 14 ai 20 anni, coinvolgendo 90 ragazzi in tutta europa, che sono stati invitati per delle interviste, chiedendo come doveva essere fatta la loro moto ideale.
Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che i ragazzi vogliono una moto da adulti, che sia bella ma che si presti ad essere personalizzata, e che abbia un marchio in cui i giovani possano identificarsi. Il risultato di ciò è la nuova Duke 125, una moto che ha prestazioni elevate, componentistica di alto livello, design forte ma è offerta a un prezzo concorrenziale di 3.900 euro f.c.

TECNICA RAFFINATA

Lo sviluppo della Duke 125 è partito nel 2008 da un foglio bianco. Gli ingegneri di progetto hanno voluto mantenere i punti salienti delle moto KTM di grossa cilindrata, tra cui il telaio a traliccio in acciaio, che offre una grande rigidezza e un peso ridotto, sospensioni di elevata qualità e un motore monocilindrico allo stato dell’arte.
La ciclistica si orienta quindi su un traliccio in tubi d’acciaio con il motore appeso in posizione bassa in modo da ottenere un baricentro convenientemente posizionato. All’avantreno troviamo una forcella a steli rovesciati da ben 43 mm di diametro, di produzione WP. Il retrotreno si basa su un forcellone in lega leggera, che segue la medesima tecnica fusoria di quello montato sulla serie 690, con nervature di irrigidimento a vista. Anche il monoammortizzatore è di produzione WP ed è regolabile nel precarico, ed è connesso al forcellone per via diretta.
Ruote e freni sono anch’essi di qualità: per le prime sono stati scelti dei cerchi in lega a cinque razze ad Y, mentre ad arrestare la Duke 125 ci pensa un impianto ByBre (in sostanza un sub-brand della Brembo) dotato di disco anteriore da 280 mm e pinza ad attacco radiale a quattro pistoni. Per le gomme la scelta è ricaduta su una coppia di radiali da 110/70 e 150/60 mm, i pneumatici di primo equipaggiamento sono di produzione indiana, sviluppati appositamente per KTM, i quali ci hanno davvero stupito per grip e costanza delle prestazioni.

Il motore non è certo da meno, perché si tratta di un monocilindrico di nuovo progetto, che la KTM ha appositamente sviluppato per questa moto.
Le misure di alesaggio e corsa sono di 58,0 x 47,2 mm, quindi abbastanza spinte, il comando della distribuzione è tramite catena che aziona due alberi a camme in testa e quattro valvole, attraverso bilancieri a dito, trattati al DLC. La lubrificazione è a carter umido e il raffreddamento a liquido. All’alimentazione provvede un sistema di iniezione elettronica Bosch appositamente progettato per questa motocicletta. L’impianto di scarico è molto innovativo: il collettore gira attorno al cilindro per infilarsi poi in una camera posta dietro al basamento che funge sia da catalizzatore che da silenziatore. Il terminale fuoriesce in basso sotto al forcellone in posizione nascosta alla vista.

Interessantissima anche la strumentazione, per la quale in KTM hanno optato per un pannello interamente digitale dotato di molte funzioni, tra cui il livello del carburante, il termometro del refrigerante e il computer di bordo.

INFINITE PERSONALIZZAZIONI, MA NIENTE TUNING
Visto che dai focus group era emerso il desiderio dei ragazzi di avere una moto che potesse essere personalizzata a piacimento, in KTM hanno approntato una fornitissima gamma di accessori originali per rendere la propria Duke 125 unica tra mille. Ecco quindi un’ampissima scelta di grafiche personalizzate, adesivi per i cerchi, mascherina faro in stile supermoto, porta targa in alluminio, luci a led e via dicendo.
Viste però le nuove regole che partiranno nel 2013 nell’Unione Europea, in KTM hanno fatto una scelta ben precisa (e probabilmente sofferta): non vendere alcun componente per l’elaborazione del motore e il suo potenziamento. L’unico strappo alla regola è concesso per lo scarico sportivo, il quale però è omologato secondo la medesima direttiva di quello originale.

READY TO FUN!
Appena saliti in sella alla Duke 125 si percepisce subito che ci si trova davanti a una moto vera, non a un giocattolo, e la sensazione è confermata dopo pochi minuti di guida.
L’ergonomia è stata ben studiata e in sella siedono comodamente piloti di tutte le taglie. Il manubrio (realizzato in acciaio per idroformatura) è ampio e offre un buon controllo sull’avantreno. La sella è rigida, ma non affatica le terga anche dopo una mattinata in città e le gambe hanno sufficiente spazio. La porzione di sella riservata al passeggero sembra ridotta ma in realtà un eventuale copilota siede abbastanza comodamente.
I primi chilometri, percorsi con la Duke 125 su strade fuori città, ci hanno confermato le premesse. La moto può vantare una dinamica di guida davvero convincente; le sospensioni sono di ottima qualità e assorbono molto bene le asperità stradali senza andare a fondo corsa. La dinamica in curva è sorprendente, con inserimenti in traiettoria velocissimi e un rigore direzionale degno di una cilindrata superiore. La Duke 125 si presta bene sia al piccolo diporto extraurbano, che all’utilizzo cittadino quotidiano, visto che può sfoggiare una maneggevolezza elevata grazie al buon posizionamento del baricentro e al peso ridotto.
Un cenno a parte meritano i freni: ByBre sarà pure una sottomarca della Brembo, ma le prestazioni sono quelle della casa bergamasca. La Duke 125 frena davvero bene: l’anteriore ha potenza e modulabilità da vendere, e permette all’occorrenza di fare anche qualche numero non del tutto ammesso dal codice della strada… Il freno posteriore, invece, piace non solo per la potenza impartita, ma anche per il fatto che la ruota posteriore blocca solo se davvero lo si vuole.

Il motore della nuova Duke piace per l’erogazione volutamente concentrata nelle zone alte del contagiri. La potenza disponibile è quella prevista dal codice, quindi appena sufficiente per muoversi decentemente nel traffico. Il range di giri migliore per divertirsi con la Duke è quello che va dai 7.000 agli 11.000 giri di intervento del limitatore. In questa fascia il motore si mostra grintosetto, complice il rombo allo scarico, ben silenziato ma comunque presente. L’erogazione è molto fluida e il monocilindrico difficilmente rifiuta la completa apertura del gas, anche sottocoppia nelle marce più alte. La disponibilità di coppia è giocoforza ridotta, imponendo un giusto uso del cambio per ottenere le migliori prestazioni, ma il tutto si trasformerà in un bel gioco per i più giovani, che si impegneranno sicuramente ad ogni cambiata per spremere il massimo dal monocilindrico austriaco.

Insomma, se vi sentite motociclisti dentro, volete una moto dalla forte personalità, con la quale divertirvi sia in sella che in garage a personalizzarla e bella da esibirla davanti a scuola con gli amici, io inizierei a mettere i soldi da parte, perché la fine dell’anno scolastico sta arrivando!

ABBIGLIAMENTO TEST
In questo test:
Casco Nolan X802 MotoGP
Giacca Dainese
Stivali Alpinestars

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