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Wallick Dual Leaning Machine: sidecar senza limiti

Dal passato al futuro l'incredibile progetto di Ghraydon Wallick

Moto - News: Wallick Dual Leaning Machine: sidecar senza limiti

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"Senza passato non ci sarebbe il futuro", mi viene da dire osservando le foto dell’incredibile progetto di Ghraydon Wallick. Si, avete visto bene, non stiamo solamente parlando di un sidecar che si inclina insieme alla moto mentre essa piega, ma addirittura di un doppio carrozzino in cui le due parti aggiunte si inclinano perfettamente in fase durante la guida.
Prima di saltare alle conclusioni, però, facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire la storia che c’è dietro questo incredibile progetto.
Per riuscire a contattare il costruttore della Lean Machine abbiamo fatto davvero i salti mortali, visto che Ghraydon (Grit per gli amici) vive in una tipica casa Thailandese nella giungla nella parte nord della Thailandia.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per una lunga e appassionante intervista che vi riportiamo, prima di scendere nei dettagli tecnici del progetto .

UNA DINASTIA DEDICATA AI SIDECAR

Mister Wallick, da dove arriva l’idea di costruire la Lean Machine?
Beh, non si tratta semplicemente di un’idea, ma di un progetto che fa parte della vita della mia famiglia da molti molti anni. Io, infatti, rappresento la terza generazione di una famiglia di pionieri del sidecar. Già i miei nonni Clarence P. e Hattie E. Wallick avevano un sidecar Harley Davidson, con il quale viaggiarono nel 1917 dal Michigan fino a Los Angeles in California. Le strade dell’epoca erano pressoché inesistenti e nei tratti più impervi e fangosi i miei nonni erano costretti a salire sulle rotaie della ferrovia e procedere a balzelloni sulle traversine dei binari.
Mio padre, Wally Wallick, concepì il primo sidecar articolato alla fine del 1974. L’idea alla base del progetto è che una moto dotata di carrozzino tradizionale ha una bassissima guidabilità e richiede sforzi notevoli nella conduzione. Mio padre allora decise di realizzare il primo sidecar che si inclinava assieme alla moto; mi reclutò come progettista e insieme fondammo la Equalean sidecar. Lo sviluppo del progetto andò avanti per circa cinque anni, passati a perfezionare il prototipo e la produzione in serie iniziò nel 1980. La moglie di Wally prese parte al progetto in qualità di tester del carrozzino, la cui comodità era dimostrata dal fatto che Margaret spesso si addormentava durante i viaggi test.
All’epoca vendemmo 270 unità del nostro Equalean, che potevano essere abbinati a qualsiasi motocicletta. Purtroppo la recessione economica degli anni ottanta ci costrinse a chiudere l’attività nel 1984.


Cosa è successo dopo?
Mio padre provò a portare avanti autonomamente il progetto Equalean ma, con ogni probabilità, il nostro prodotto era troppo avanzato per quell’epoca e dovette abbandonare. A mio avviso, inoltre, gli Stati Uniti non rappresentavano il giusto mercato per l’Equalean, mentre l’Europa poteva offrirci maggiori possibilità. All’epoca, però, non avevo la disponibilità economica per tentare lo sbarco nel vecchio continente e il progetto Equalean venne messo in un cassetto.

Nel frattempo ho fatto diversi lavori e negli ultimi dieci anni in America sono stato "Exhibit Specialist" presso il San Francisco Maritime Museum National Historical Park; anche se la mia vera professione è quella di artista. Quattro anni fa, quindi, sono andato in pensione e mi sono trasferito con Pui, la mia fidanzata nella giungla della Thailandia del nord, dove abbiamo insieme costruito una tipica casa Thai.
Un pensiero fisso però restava nella mia testa: realizzare un sogno che da trent’anni ormai portavo con me. Se il nostro Equalean funzionava bene da un lato della motocicletta, come sarebbe stata una moto dotata di un doppio sidecar che piegava insieme ad essa? Non restava che provare.


La Wallick Lean Machine è quindi costruita come i sidecar Equalean degli anni ottanta?
No, del progetto originario resta solo il concetto che venne brevettato all’epoca. Ho fatto molti studi e ricerche, soprattutto sulla fattibilità e sull’utilizzo di componentistica più avanzata per realizzare un Equalean del ventunesimo secolo. Volevo inoltre dotarlo di tutti i miglioramenti che all’epoca erano rimasti incompiuti e soprattutto realizzare una carrozzeria al passo coi tempi.

Per costruire la Wallick Lean Machine lei è partito da una Kawasaki ER-6F, come mai?
I nostri clienti della Equalean avevano principalmente delle grosse moto da turismo, ma la più divertente che ho mai guidato era una più sportiva Kawasaki GPZ 1100. Ho deciso quindi di adattare il mio nuovo sidecar ad una moto sportiva per dimostrare le sue doti di maneggevolezza e la Ninja 650R (solo in Europa si chiama ER6-F, N.d.R.) era perfetta per il mio budget.

Quanto tempo ha impiegato per la costruzione?
Per realizzare la versione con doppio carrozzino ci sono voluti 18 mesi, il che fa circa 9 mesi ognuno, come un bambino. Ho fatto tutto da solo qui nel mio garage nella giungla, utilizzando attrezzi comuni da bricolage. Ho progettato tutte le parti in acciaio e ho pretagliato tutte le componenti. Dopodiché ho approntato dei preassemblaggi parziali e ho portato tutto a saldare in un’officina specializzata a Chiang Mai.
Fatto ciò ho costruito tutti i modelli e i mock-up in schiuma per risparmiare tempo e denaro, con l’idea di riprodurre gli stampi in metallo o plastica dopo aver verificato che il design mi soddisfacesse.


Ci parli della parte tecnica ora: come è realizzata la Lean Machine?
Il telaio è costruito in parte in tubi tondi d’acciaio e in parte in tubi quadri più grossi e robusti. La carrozzeria è inceve costruita in fogli di policarbonato da 2,0 mm di spessore. L’interno è stato imbottito con pannelli di Polistirene espanso a loro volta rivestiti di schiuma soffice, mentre il rivestimento interno è in Naugahyde (una pelle sintetica sviluppata dalla Uniroyal).

E il meccanismo grazie al quale i sidecar si inclinano come funziona?
Questo è un segreto che non posso svelare… - ci risponde ridendo - perché fa parte del know how e dell’heritage della famiglia Wallick..

Ci proviamo noi a dare una spiegazione semplice: il meccanismo si basa si una coppia di parallelogrammi articolati che fanno inclinare il carrozzino di concerto con la moto e il tutto è accoppiato a una guida prismatica circolare che coordina il movimento. L’azione sospensiva è realizzata con un semplice braccio oscillante e un ammortizzatore. Al momento il prototipo non ha freni aggiuntivi sui carrozzini, ma Grit sta approntando un freno a disco per ogni lato per migliorare le performance in frenata, visto il notevole aumento di peso.

Visto che attualmente lei è l’unico tester che ha provato la moto con il doppio sidecar, ci racconti le impressioni di guida
Wow! Le sensazioni che ho ricevuto guidando la mia creatura sono semplicemente incredibili!
Immaginate di guidare su una strada di montagna tutta curve, in pieghe e contropieghe con questi due sidecar che vi affiancano in una danza sincronizzata. Si ha la sensazione di guidare una moto in tutto e per tutto e le reazioni al manubrio non hanno davvero niente a che vedere con quelle di una moto dotata di sidecar rigido.
Certo, tutto il veicolo è abbastanza largo in effetti e sulle stradine strette e piene di buche come quella di casa mia non è facilissimo da portare, ma se ci riesce un sessantaquattrenne in pensione come me vuol dire che non è poi così difficile no?
Il sistema consente di utilizzare indifferentemente uno o due sidecar; con tutti e due montati la guida offre una sensazione di maggior bilanciamento in accelerazione e in frenata. Usando un solo carrozzino si hanno le stesse sensazioni nella guida, ma in accelerazione e in frenata si avverte una maggior reazione al manubrio necessaria a contrastare la spinta del sidecar.

Dopo la piacevole chiacchierata con Wallick, ci è venuta voglia di provare la sua incredibile creatura e non è detto che non possa capitare, visto che nei piani di Grit e Pui c’è il desiderio di seguire alcune tappe della MotoGP in sella alla Wallick Lean Machine.
Oltre a ciò anticipiamo il desiderio di Ghraydon, che sta cercando un’azienda interessata ad entrare in partnership con Wallick per realizzare un veicolo sperimentale equipaggiato con il suo brevetto. Nei suoi piani, infatti, ci sarebbe una moto con doppio sidecar realizzata appositamente per la guida in pista e spinta da un motore di grossa cilindrata. Se qualcuno è interessato, che si faccia avanti.

Photo credits: Tanawan (Pui) Suphorn

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