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Ducati Monster 821 2018 - TEST [VIDEO]

Cambia in alcuni dettagli ma l'anima è rimasta quella di sempre

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Nell'ormai lontano 1992 ha praticamente inventato il segmento naked. Oggi, dopo venticinque anni, non ha certo perso il vizio: all'alba del 2017, la Ducati Monster 821 si sente ancora una ragazzina. Specie nella cilindrata di mezzo (esattamente fra 797 e 1200) che, a detta degli uomini in rosso, è la più equilibrata. Dalla sua, un design rinfrescato e qualche nuovo gadget tecnologico. L'anima, quella no: è sempre lei, nel bene e nel male.


Il ritorno del giallo


Il giallo le dona, non c'è dubbio. Un bel regalo, un gradito ritorno per i 25 anni. La Monster non è mai stata brutta e la 821 non esce dal seminato – per fortuna. Il nuovo serbatoio perde un litro rispetto al passato (16,5 contro 17,5) ma conquista, come sulla sorellina 797, l'iconico gancio di chiusura tipo scarponi da sci. Ma sono arrivate anche coda leggermente ridisegnata, con copricodino di serie, pedane pilota e passeggero separate e uno scarico a doppia uscita dal design inedito. Mica finita: il faro anteriore ora ha la luce di posizione a LED (così come quello posteriore), mentre davanti agli occhi del pilota c'è un display TFT a colori, predisposto per il Ducati Multimedia System. In sostanza, si può connettere lo smartphone e vedere, ad esempio, sul cruscotto il titolo della canzone che state ascoltando.


La tecnica: squadra che vince non si cambia


Il telaio della Ducati Monster 821 2018 è un traliccio in tubi d'acciaio fissato alle teste del motore, con misure che non cambiano rispetto al passato. La Monster rimane una moto lunghetta (interasse 1.480 mm), che sfrutta una forcella a steli rovesciati da 43 mm di diametro – purtroppo non regolabile – e un mono regolabile sia nel precarico sia nel ritorno. I due cerchi sono da 17”, gommati con Pirelli Diablo Rosso III da 120/70 davanti e 180/55 dietro (prima era 180/60). Nessuna nuova nei freni: davanti ci sono due dischi semiflottanti da 320 mm, con pinze Brembo monoblocco M4-32 ad attacco radiale, dietro c'è invece un disco singolo da 245 mm. Non manca l'ABS by Bosch, regolabile su tre livelli. Il peso in ordine di marcia è di 206 kg.


Il Testastretta 11° è Euro 4


Il bicilindrico da 821 cc è omologato Euro 4: a scalpitare sotto il pilota ci sono 109 CV - tre in meno rispetto all'aggiornamento per la normativa antinquinamento del 2016 - a 9.250 giri, conditi con 86 Nm a 7.750 giri. Il gas è ride-by-wire e offre tre Riding Mode: Sport, Touring e Urban. Quest'ultimo, pensato non solo per la città ma anche per i fondi viscidi, taglia la potenza fino a quota 75 CV. Altra piacevole novità: l'arrivo del quickshifter, optional, che funziona sia in salita sia in scalata.


A tutto TEST


Sarà anche passato un quarto di secolo, ma non appena appoggi il fondoschiena sulla sella e ti pieghi ad afferrare il manubrio, capisci subito che lei non è cambiata. L'altezza della seduta, regolabile a 785 o 810 mm da terra – ma c'è anche una sella bassa a 765 mm, optional – non pone particolari problemi da fermo. Semmai è il raggio di sterzo, da sportiva carenata, che può spiazzare. Non gradisce troppo il traffico, la Monster 821, e non lo manda a dire. Usando la mappa Touring sotto i 2.000 giri strattona, c'è sempre un po' di on-off. Le cose vanno meglio in Urban, anche se bisogna fare i conti con un po' di calore che investe gambe e fondoschiena (solo quando la temperatura esterna raggiunge i 20-22 gradi). Non è quel tipo di moto che sa passeggiare con un filo di gas: lei vuole che sia tu a comandare il gioco. E preferisce le pieghe delle colline allo struscio da lungomare. Il teatro di prova, le stradine un po' malmesse intorno a San Leo, le hanno reso poco giustizia: la Monster 821 scambierebbe volentieri km e km di curve strette e piene zeppe di tornanti con un breve tratto di misto ampio, con curvoni veloci da raccordare in terza piena. Questo è il suo pane, dove fa valere sospensioni rigide (soprattutto dietro) e un avantreno rigoroso. Goduria pura. Senza dimenticare un motore da medi regimi quasi esplosivi, che costringe il controllo di trazione – regolabile su 8 livelli – al superlavoro se l'asfalto non è perfetto o torni sul gas con troppa irruenza.


Il suo bello 


La Monster 821 ha un carattere da dura, prendere o lasciare. In tutto: è il suo bello. Il freno anteriore ha un attacco un filo brusco? Certo, è pensato per andar forte. E infatti la potenza frenante non manca mai, nemmeno dietro. Con un ABS che lavora bene, non entra mai a casaccio. Spingendo, verrebbe anche voglia di sperimentare la modalità Sport. Che rende la manopola del gas molto più pronta ma, a conti fatti, non mi ha fatto innamorare: preferisco comunque la Touring, un poco più smussata, non troppo sensibile alle piccole correzioni con il polso destro. Peccato non aver potuto provare il cambio elettronico, non montato sulle moto del test: quello meccanico funziona piuttosto bene e gli innesti un po' contrastati sono probabilmente dovuti allo scarso chilometraggio percorso sull'esemplare che ho provato (circa 200 km). E la frizione, assistita e antisaltellamento, non è particolarmente dura da tirare. La sensazione, dopo 160 km di giro, è quella di una moto che impegna e richiede una certa esperienza: in cambio, sulle strade (e nelle mani) giuste, sa regalare ancora grandi momenti di guida.


Prezzi e accessori


Non costa poco, la Monster 821. Soprattutto considerando che sul mercato ci sono molte rivali ben più economiche. Per portarla in garage rossa servono 11.190 euro, che diventano 11.390 se si sceglie la colorazione nera opaca o gialla. Capitolo optional: oltre al cambio elettronico, offerto a 200 euro, c'è anche il Ducati Multimedia System, che consente di collegare il proprio smartphone alla moto via Bluetooth.


Mi piace o non mi piace?


Se cercate la Monster per neofiti, la scelta giusta è la 797. Perché la 821 regala già emozioni forti, pur senza essere “troppo” come la 1200. In questo senso, può incarnare la Monster “più bilanciata”. A patto di lanciarla sulle strade giuste, che non siano troppo strette o rovinate. Certo rimane un prezzo alto, giustificato solo in parte: la forcella non regolabile, ad esempio, farà sanguinare il cuore dei più smanettoni. Ma lei è la Monster, e non è fatta per le mezze misure.


 


Abbigliamento utilizzato


Casco Arai Viper GT


Giacca Dainese HF D1


Guanti Dainese BlackJack


Jeans Dainese Bonneville Regular


Scarpe Dainese Street Rocker D-WP


 

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