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Harley-Davidson gamma Touring 2014 – TEST

Frutto del Project Rushmore le nuove H-D Touring sono pronte per il mercato con prezzi a partire da 23.500 euro. Le abbiamo provate tutte per voi

Moto - Test: Harley-Davidson gamma Touring 2014 – TEST

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I modelli Touring della gamma Harley-Davidson hanno sempre rappresentato l’incarnazione del viaggio on the road, il desiderio di libertà e di viaggiare verso la destinazione prescelta per i seguaci americani e di tutto il mondo. La gamma è sempre stata piuttosto articolata, tuttavia molti hanno spesso accusato la casa statunitense di un certo immobilismo, di fare moto sempre uguali e di essere poco propensi a migliorare alcuni inevitabili limiti. La realtà almeno da qualche anno era invece tutt’altra, grazie al "Project Rushmore", un’iniziativa nata proprio proponendosi di ottimizzare l’esperienza di guida per tutti i proprietari di queste motociclette, e grazie alla quale sono nate le novità con cui H-D rilancia la sua gamma Touring per il 2014.

PROJECT RUSHMORE

Questo progetto ha preso vita da una domanda che Harley ha voluto porre a tutti i suoi clienti americani. Qual è il viaggio dei vostri sogni? E la stragrande maggioranza ha risposto il viaggio al Monte Rushmore. Un luogo mistico, quasi religioso, per i bikers statunitensi. Il senso del progetto è stato quello di ottimizzare l’esperienza di guida sotto tutti gli aspetti, coinvolgendo nello sviluppo delle proprie motociclette migliaia di persone, motociclisti, soprattutto clienti Harley-Davidson e anche i concessionari. Un percorso di sviluppo interamente orientato alla clientela. Sono stati raccolti tanti spunti e idee, sia durante riunioni formali, sia durante gli eventi, le prove e la vita di tutti i giorni dei clienti. Prendendo sul serio questi spunti e raccogliendo le idee interne all’azienda, sono nati dei prototipi delle prime modifiche, che a loro volta sono stati fatti testare per raccogliere altri feedback prima di approvare il concept finale.
Tutto questo ha dato vita a diverse novità e migliorie tecnologiche che hanno portato alle nuove piattaforme Touring e Trike 2014. Le modifiche principali secondo la casa statunitense si possono raggruppare in quattro categorie:
Controllo: nuove luci a LED Daymaker e nuovi doppi fari alogeni, freni collegati Reflex con ABS e i motori Twin-Cooled High Output Twin Cam 103 e High Output Twin Cam 103 presenti su tutti i modelli Touring che abbiamo provato.
Comfort: Nuova carenatura batwing con apertura SplitStream, sella passeggero ridisegnata e allargata di 5 cm, miglioramenti all’aerodinamica e all’ergonomia.
Stile: Tour-Pak e borse laterali rimodellati e dotati di elementi one-touch che ne facilitano di molto l’utilizzo, parafanghi dalla linea più slanciata, comandi al manubrio più intuitivi e cerchi in alluminio fuso più leggeri.
Infotainment: Nuovi sistemi Boom! Box con schermo a colori dotati di connettività Bluetooth, riconoscimento vocale, tecnologia Text-to-speech, navigazione GPS e supporto per comunicazioni intercom e CB in un unico dispositivo.
I modelli che abbiamo avuto modo di provare al lancio stampa della nuova gamma Touring sono stati Street Glide che è disponibile a seconda della colorazione a partire da 24.900 euro, Road King Classic che parte da 23.500 euro, Electra Glide Ultra Classic disponibile da 27.700 euro ed infine Electra Glide Ultra Limited che richiede un esborso di almeno 28.900 euro. Ricordiamo che sono stati interessati dalle migliorie del Project Rushmore anche Tri Glide Ultra Classic, CVO Ultra Limited e CVO Road King.

IL TEST

Il percorso affrontato che prevedeva partenza dalla nuova sede milanese di Harley-Davidson Italia, direzione monte Mottarone e il lago D’Orta, ci ha permesso di testare le motociclette in quasi tutti gli ambiti in cui saranno utilizzate, da quello cittadino all’autostrada, dai percorsi extra urbani alle curve e ai tornanti di montagna. Nonostante il classico clima autunnale con un po’ di nuvole e anche un po’ di nebbia trovata sui monti, la temperatura era gradevole e siamo stati risparmiati dalla pioggia, per cui abbiamo potuto testarle in condizioni quasi ottimali.
Siamo partiti alla guida della Electra Glide Ultra Classic di cui abbiamo notato subito i miglioramenti estetici e pratici. Immediatamente saltano all’occhio le nuove borse laterali ridisegnate con capienza leggermente aumentata e apertura e chiusura one-touch, che facilità di molto le operazioni che possono essere effettuate con una sola mano, passo avanti notevole rispetto ai modelli precedenti. Stessa novità applicata anche al Tour-Pak rinnovato e anch’esso più capiente. Da fermo si notano anche i cerchi in lega di alluminio Impeller e la nuova carenatura batwing garantisce un flusso d’aria più regolare e un minore scuotimento del casco, dotata tra l’altro di una presa d’aria chiudibile denominata SplitStream, utile nei trasferimenti veloci per aumentare o diminuire il flusso d’aria all’altezza del casco.
La posizione di guida è come sempre ultracomoda, così come quella del passeggero che ora può contare anche su una sella più larga, braccioli ridisegnati e miglior sostegno lombare. Il nuovo sistema di infotainment ha uno schermo 4.3 pollici a colori, porta USB e connettività Bluetooth, e si comanda facilmente sia con i tasti posti al suo fianco sia con i comodissimi joystick posti su entrambi i manubri, con cui è facilissimo variare canali e volume della radio. L’impianto audio è stato migliorato, con la presenza di 5 altoparlanti da 2,5’’ azionato da un equalizzatore grafico che emette 25 watt per canale con una distorsione pari al 1%. All’atto pratico si sente veramente bene sia davanti che dietro anche ad andature autostradali. Davanti alle ginocchia, dove prima erano presenti due vani porta oggetti, ora trovano posto il serbatoio dell’olio di raffreddamento e la ventola, che quindi non snaturano minimamente il design della moto.

Partendo si nota subito il migliorato feeling con la nuova frizione idraulica, più leggera nell’azionamento e più precisa allo stacco. Il motore Twin Cam 103 (1.690 cc) è provvisto di nuove camme e filtro aria ridisegnato e ha guadagnato coppia ai medi regimi senza perdere in fluidità ai bassi, e c’è maggiore potenza in allungo per effettuare i sorpassi, con un chiaro cambio di ritmo superari i 3.500 giri. Sulla Electra Glide è anche dotato per la prima volta di Precision Twin Cooling, il sistema di raffreddamento misto aria/olio, atteso da molti anni. Si è trattato di una mossa pressoché obbligata, per risolvere diversi problemi di surriscaldamento a causa delle sempre più restrittive normative anti-inquinamento negli USA e anche in Europa che "soffocano" i grossi motori raffreddati ad aria. Inoltre il sistema promette di abbattere drasticamente anche le emissioni inquinanti di monossido di carbonio.
La mole imponente e il peso di 411 kg in ordine di marcia che ai più piccoli di statura potrebbe incutere un certo timore, come sempre non si fa sentire una volta in movimento. Pur non potendo essere considerata una moto particolarmente maneggevole risulta comunque piuttosto facile, non creando particolari problemi anche nel traffico una volta prese le misure con le dimensioni importanti, e permettendo una guida disinvolta anche sui percorsi ricchi di curve e pure sui tornanti. Certamente si notano i trasferimenti di carico in ingresso di curva e nelle esse, ma poi la moto si stabilizza facilmente e mantiene bene la traiettoria impostata. Sorprendente la frenata, che ha ricevuto un upgrade importante grazie al nuovo impianto di frenata combinata con ABS. Sia frenando con l’anteriore che col posteriore, sopra i 45 km/h è la centralina che decide come ripartire la forza frenante tra i due assi. All’atto pratico, la frenata risulta sempre potente nonostante la massa da fermare, facilmente modulabile e l’assetto della moto non viene messo mai in crisi, anche grazie alla nuova forcella più rigida da 49 mm. In autostrada abbiamo apprezzato anche il cruise control offerto di serie, i cui comandi ora sono posizionati sul manubrio di sinistra, che aiuta a rilassare il braccio destro nei lunghi spostamenti e a mantenere un’andatura fluida e costante.

ELECTRA GLIDE ULTRA LIMITED

Passando dalla Ultra Classic alla Electra Glide Ultra Limited la prima differenza che si nota è la presenza di serie del navigatore satellitare, ben evidenziato dallo schermo a colori da 6,5 pollici con touchscreen, mappe GPS integrate e controllo vocale. Il suo funzionamento è intuitivo, e non presta il fianco a critiche particolari, grazie a una buona velocità di elaborazione e ad una grafica intuitiva e di facile lettura. Di serie sono presenti anche le manopole riscaldate, sempre utili nei periodi più freddi dell’anno, e sopra il Tour-Pak è disponibile di serie un utile portapacchi cromato. Il peso aumenta di 3 kg per un totale di 414 kg in ordine di marcia ma non basta per influenzare il comportamento stradale, che ricalca fedelmente quello apprezzabile della versione Ultra Classic.

ROAD KING CLASSIC

Se le differenze tra le due versioni di Electra Glide sono tutto sommato limitate, salire sulla Road King Classic è invece un’esperienza completamente diversa. Anche solo guardandola troviamo uno stile retrò oggettivamente accattivante, ma soprattutto una moto che risulta più essenziale. Ritroviamo la classica e semplice strumentazione Harley posizionata sul serbatoio, con grosso tachimetro analogico e indicazione di marcia e contagiri digitali, invero questi ultimi un po’ troppo piccoli e posizionati in basso per poter essere consultati con facilità. Niente autoradio o navigatore satellitare, niente carenatura ne mega cupolino, ma solo un ampio e tradizionale parabrezza a riparare dal vento e dalle eventuali intemperie.
Anche su questa moto il Project Rushmore ha portato diversi miglioramenti rispetto alle versioni precedenti. Dal punto di vista estetico, troviamo un nuovo parafango anteriore a basso profilo e cerchi a raggi Profile con pneumatici a fascia laterale bianca che sembrano arrivare direttamente dagli anni 50. Anche le borse laterali sono state rinnovate e finalmente dotate di chiusura a chiave. La strumentazione è stata modificata nella grafica che risulta più leggibile, e troviamo dei nuovi comandi manuali maggiormente intuitivi rispetto al passato. Il doppio faro anteriore e i fendinebbia sono alogeni ed effettivamente garantiscono maggiore visibilità. Tecnicamente troviamo anche qui la forcella più rigida da 49 mm, i freni collegati Reflex con ABS, e il motore High Output Twin Cam 103.
Alla guida, scendendo dalla Electra Glide, ovviamente notiamo subito il peso inferiore che si attesta in 371 kg, che insieme all’ingombro decisamente minore dona una migliore maneggevolezza e facilità generale, sempre in relazione alla tipologia di moto. Anche il motore, seppur privo del raffreddamento a liquido, garantisce prestazioni leggermente più brillanti della sorella da cui siamo scesi, dovendo portare in giro un peso inferiore, e si fa apprezzare per la grande docilità ai bassi regimi e l’abbondanza di coppia ai medi. Il turismo sulla Road King in ogni caso non è orientato ad un eccessivo dinamismo, ma ad assaporare fino in fondo la moto e i panorami che ci scorrono accanto, accattivati da un fascino senza tempo e godendo di una guida più pura, priva di certe comodità o tecnologie che per alcuni possono risultare eccessive su una motocicletta.

STREET GLIDE

Per ultima abbiamo guidato la rinnovata Street Glide. Anche su questa ritroviamo il parafango anteriore a basso profilo e il doppio faro anteriore alogeno che garantisce una migliorata visibilità, oltre allo sportellino carburante di tipo one-touch. Come sulla Electra Glide è presente la nuova carenatura batwing dotata di apertura SplitStream, mentre le borse laterali sono state ridisegnate, dotate di chiusura one-touch ed è stata maggiorata la capienza del 8%. Anche qui nuova forcella più rigida da 49 mm e cerchi in lega di alluminio Enfocer. Ritroviamo i comandi manuali aggiornati, indicatori più grandi con grafica più leggibile ed è presente il sistema infotainment Boom Box 4.3 con schermo a colori, porta USB e connettività Bluetooth. Il motore è lo stesso della Road King privo di Twin cooled, e i freni Reflex sono dotati di dischi aperti flottanti. Tra le varie versioni provate, la Street Glide risulta la Harley-Davidson touring più votata alla guida dinamica, permettendo di affrontare le curve con disinvoltura nonostante i 372 kg in ordine di marcia, con cui siamo arrivati facilmente a toccare le pedane sull’asfalto senza che l’assetto si scomponesse minimamente e senza pregiudicare la stabilità in percorrenza di curva ne in rettilineo.
La posizione di guida, con la nuova sella ribassata e ridisegnata, è leggermente caricata sull’anteriore e il manubrio è un po’ più lontano dal corpo, risultando di aiuto nella guida impegnata ed ovviamente un po’ meno confortevole nelle lunghe percorrenze in autostrada. Il cupolino riesce a deviare abbastanza efficacemente l’aria dal casco per i piloti alti meno di 1,80, ma ovviamente non può garantire il riparo delle Electra Glide. Sulla Street Glide, la massa non eccessiva permette di apprezzare in maniera più sensibile le migliorie tecniche regalate dal Project Rushmore. Il motore è abbastanza brillante da permettere una guida disinvolta in montagna, e facilità di sorpassi quando necessario. La forcella sostiene bene e la frenata è potente con il funzionamento combinato elettronico che funziona egregiamente, senza causare mai scompensi di assetto inaspettati anche perché sotto i 45 Km/h si disattiva automaticamente.

A CONTI FATTI

Il Project Rushmore partiva da un presupposto inattaccabile, quello di basarsi sulle opinioni di chi le Harley le conosce molto bene e le guida tutti i giorni, e quindi le aspettative erano alte. Ora dopo aver visto e provato i nuovi modelli possiamo confermare che i miglioramenti ci sono e spesso risultano anche molto sensibili. Non è stato toccato nulla di ciò che rappresenta le intoccabili caratteristiche classiche delle moto di Milwaukee, ma tutto ciò che è stato modificato è andato a migliorare precisi limiti del passato, su tutti i campi, design, dotazione tecnologica, comfort ed esperienza di guida. Gli appassionati hanno la fortuna di poter scegliere la versione più adatta ai loro gusti in una gamma ampia ed eterogenea, che ora parte da una base migliorata nel suo complesso, senza dimenticare le innumerevoli possibilità di customizzazione offerte dal catalogo ufficiale o dai produttori aftermarket per costruirsi su misura la propria, unica Harley-Davidson.

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