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Yamaha TMAX Hyper Modified Capitolo II: Ludovic Lazareth

La visione del preparatore francese sul TMAX 530

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Arriva al secondo atto il singolare Contest che la Yamaha ha organizzato per mettere in competizione tre famosi preparatori di moto. Come già fatto lo scorso anno in occasione dell’Eicma, quando Marcus Walz, Ludovic Lazareth e Roland Sands vennero messi in competizione sul tema VMax, stavolta tocca allo scooter più apprezzato del mercato dei maxi passare sotto le sapienti mani dei visionari customizer prescelti.

Il primo a cimentarsi con il TMAX Hyper Modified è stato il customizer tedesco Marcus Walz, mentre ora tocca al francese Ludovic Lazareth dire la sua e lo fa con una realizzazione davvero fuori dal comune.

Lazareth, per trovare l’ispirazione giusta ha dovuto guardare più in alto, verso il cielo: "Quando vidi il TMAX per la prima volta, pensai che avesse un carattere decisamente sportivo, lo spirito che c’è in una Yamaha YZR-M1 da MotoGP o una YZF-R1 - ha dichiarato Lazareth - io però ho pensato di elevare questa impressione all’ennesima potenza, allargando i confini dell’immaginazione.
Molti dei miei progetti sono stati influenzati da tecnologie innovative e da tecniche di engineering adottate dall’industria aeronautica. Mentre stavo elaborando la mia versione di TMAX, ho pensato di estremizzare le sue linee aerodinamiche utilizzando materiali e componenti di solito impiegati nella realizzazione degli aerei. Ecco da dove è venuta l’idea di adottare un compressore volumetrico!.

Sin dall’inizio dello sviluppo di Yamaha TMAX Hyper Modified avevo un obiettivo: superare i 200 km/h. A questo scopo ho utilizzato il compressore volumetrico, che ha aumentato la potenza di TMAX del 30% circa, fino ad arrivare vicino ai 60 CV. Adesso il mio TMAX è velocissimo, e il sound è incredibile. Con lo scarico originale il TMAX è abbastanza silenzioso, e passa nel traffico quasi inosservato, ma nella versione Hyper Modified il compressore volumetrico produce un sibilo acuto davvero unico. Personalmente, penso che gli scarichi racing o senza DB Killer siano troppo rumorosi per una moto da guidare su strada. Così ho creato uno scarico speciale che corre sotto il motore del TMAX. Al suo interno c’è un catalizzatore, ed all’estremità un terminale perfettamente in linea con la carenatura. Fa un rumore diverso dall’originale, ma non esagerato come uno scarico racing.

Il mio TMAX adesso è super veloce, e quindi sentivo che avrei dovuto modificare alcuni componenti della ciclistica per esaltare l’aspetto hi-tech del modello. La forcella a steli rovesciati deriva dalla YZF-R1. Ho aggiunto pinze ISR e un freno a disco anteriore maggiorato. La frenata così è straordinariamente potente, come il motore!.
Dal punto di vista dell’estetica volevo rendere il mio TMAX Hyper Modified simile alla VMAX Hyper Modified che ho fatto lo scorso anno. Volevo comunicare l’idea di appartenenza alla stessa famiglia. Ho usato la stessa verniciatura silver e grigio opaco, ma soprattutto ho lavorato anche sul design. La carenatura può sembrare la stessa, ma in realtà solo alcuni dei componenti originali sono rimasti. Potrei dire di aver cambiato l’80% delle plastiche per rendere il TMAX ancora più aggressivo e sportivo. Al primo sguardo non si notano differenze, ma chi conosce bene TMAX noterà le numerose, piccole modifiche.
Uno degli interventi che ritengo più riusciti è quello sulla strumentazione. Anche se il tachimetro sembra uguale, l’ho modificato nella grafica aggiungendo le scritte "200 e 220 km/h", nello stesso stile del display originale. Chi dà un’occhiata distratta non lo nota, ma chi guarda con attenzione scoprirà che questo è un TMAX davvero speciale!.
Il TMAX Hyper Modified è stato un progetto fantastico da vivere, ma non è ancora finito. Abbiamo raggiunto l’obiettivo dei 200 km/h, ora stiamo lavorando su una nuova mappatura per superare anche questo limite"
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Che dire? Se la realizzazione di Marcus Walz era interessante ma tutto sommato classica, questa di Ludo Lazareth rompe gli schemi e rispolvera la sovralimentazione come veicolo semplice e efficace per ottenere maggiori prestazioni. A questo punto ci chiediamo però cosa farà lo statunitense Roland Sands nel suo workshop californiano, visto che conoscendo bene Sands c’è da attendersi un design sicuramente più estremo e personale delle due realizzazioni già viste.

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