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L'exit strategy di Aprilia dalla Superbike: salviamo il soldato Savadori, ma fate finta che non ci siamo


Savadori, Superstock 1000, French WSBK 2015Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un balletto attorno al presunto ritorno dell'Aprilia in Superbike che ha suscitato attese ed illazioni. Da una parte filtravano notizie sull'arrivo in pompa magna del team Iodaracing, transfuga dalla MotoGP, dall'altra nella casa veneta tenevano tutti le bocche cucite. L'impressione, sui social, era che incredibilmente ancora una volta l'Aprilia si stesse rimangiando quanto appena deciso, cioè l'uscita dal mondiale delle derivate di serie. E che ancora una volta l'exit strategy che l'anno passato aveva portato la casa iridata a stringere una alleanza con il team Red Devil risoltasi poi in un bagno economico potesse essere riconsiderata. Insomma, la solita Aprilia ondivaga che trascina Melandri in MotoGP contro la sua volontà, portandolo da dove può vincere a dove può solo perdere e poi risolve il contratto, salvando la stagione in corner grazie all'arrivo di Stefan Bradl, anche lui reduce da un fallimento, quello del team Forward. La realtà, per fortuna, questa volta è molto diversa. L'Aprilia è ben ferma nelle sue intenzioni di dedicarsi unicamente alla MotoGP, una strategia nata quando ancora Gigi Dall'Igna era a capo del reparto corse, ma dopo aver tentato negli ultimi sei mesi di affidare le sue RSV-4 ad un team esterno - l'ultimo in ordine di tempo quello di Karel Abraham - rinunciandovi a causa della mancanza di garanzie economiche, a tempo ormai scaduto si è visto avvicinare da una barchetta a remi con al timone Giampiero Sacchi. sacchiUn illustre ex che dopo esser stato addirittura ds della casa di Noale negli ultimi tempi vivacchiava nel Bronx della MotoGP combattendo con difficili stipendi da pagare ai meccanici e una moto decotta, l'Art-Aprilia ex Aleix Espargarò, che ha visto nella Superbike un porto dove approdare. "In MotoGP per far parlare di Iodaracing Alex si è dovuto spalmare contro un guardrail a Motegi, in SBK forse sarà diverso", ci ha detto recentemente. Altro che corazzata! Un guscio di noce pronto ad essere spazzato via dallo schieramento di partenza, a meno di miracoli, a fine 2016 dall'arrivo di KTM e da una possibile ripresa del mercato della MotoGP che quest'anno, ricordiamo, ha perso due Honda e due Yamaha satelliti dal ridimensionamento del team LCR e dalla scomparsa della creatura di Giovanni Cuzari, il team Forward, costretto a ripiegare in Moto2 e SBK dopo non aver potuto rinnovare l'accordo con la casa di Iwata. Del resto con quali prospettive il team Iodaracing avrebbe potuto proseguire in MotoGP? Attualmente, infatti, non erano disponibili né le RS-GP 2015, tuttora utilizzate dal team Aprilia ufficiale nei test di Sepang, né alcuna altra moto compatibile con il nuovo regolamento. Per questo motivo nei test di Sepang che inizieranno l'1 febbraio la presenza di Ioda non era prevista e De Angelis, da noi interrogato, aveva confermato di non conoscere ancora la sua sorte. Con queste prospettive davanti a sé Sacchi si è presentato con il cappello in mano da 'zio' Carmelo Ezpeleta, che è tutt'altro che il diavolo che lo si dipinge e questi ha pensato di salvare capra e cavoli suggerendo da un lato al manager ternano l'opzione SBK e dall'altro all'Aprilia la possibilità di favorire il viatico. Una garanzia (economica) che alla luce degli incontri degli ultimi giorni non si è ancora palesata sotto forma di fideiussioni o altre forme di pagamenti certi. agostini_1976Già perché l'Aprilia non è sconsiderata come è stata fatta apparire e dopo essere rimasta scottata l'anno passato dal team Red Devil ha giustamente preteso solvibilità. E siamo (quasi) all'oggi. Cioè al ritorno di due RSV-4 nello schieramento di partenza della Superbike, che non è comunque una brutta cosa, ma va considerata nell'identica ottica della presenza delle MV-privat nelle mani di Giacomo Agostini nel 1976 al tempo dell'uscita dal mondiale della casa pluriiridata, quando Mino le alternava, a seconda della pista, con una privatissima Suzuki RG500. Parliamo infatti di moto che, seppur ancora competitive come hanno dimostrato i successi dell'ultima gara della stagione, non hanno avuto alcun sviluppo. Se non vogliamo considerare come parte del risultato del Qatar i lunghi test svolti a Losail da Max Biaggi, prima dell'infortunio che lo costrinse a rinunciare al ri-ritorno. Chi le guiderà? Semplice: Sacchi ha sotto contratto De Angelis e Vazquez, l'Aprilia vuole comunque sistemare Savadori, dunque uno dei due piloti di Sacchi salterà, perché le RSV-4 saranno un unico pacchetto con il pilota italiano. Prendere o lasciare. Da quel che precede vi sarete resi conto, oltre ogni ragionevole dubbio, che la presenza di Aprilia nel mondiale Superbike non può essere nemmeno lontanamente avvicinata a quella della Ducati, né a quella della Kawasaki oppure della Yamaha, che comunque supporta pubblicamente e tecnicamente due squadre nel 2016. Non si può fare nemmeno un parallelo con la BMW, la cui filosofia di lasciare a team privati la gestione e lo sviluppo di alcune S1000RR, è comunque appoggiata da un dialogo, anche tecnico, con la casa come dimostrato dalla presenza dell'ingegner Witteveen nel team Althea. sacchi-deangelisInsomma Aprilia aveva due (ottime) moto in magazzino e grazie all'intercessione del CEO della Dorna invece di lasciarle a prendere polvere ha acconsentito che venissero utilizzate. La conseguenza è che, sì, forse, la Superbike si arricchisce della presenza di un altro marchio, soprattutto vedremo all'opera un altro dei nostri giovani e dopotutto, ciliegina sulla torta, Alex De Angelis non è un pilota da buttare via. L'operazione però non costituisce un valore aggiunto al mondiale delle derivate di serie alla disperata ricerca di una identità che, probabilmente, non arriverà neanche quest'anno nonostante i cambiamenti di orari e quant'altro. Sono solo due moto in più sullo schieramento. Purtroppo infatti la Superbike soffre di un problema di immagine che non ne facilita la gestione, e la conferma è il tuttora appiedato Marco Melandri. Ma come l'unico protagonista, nel bene e nel male, capace di reggere un titolo a nove colonne per i suoi trascorsi disoccupato? C'è qualcosa che non va e questo qualcosa è dipeso da una domanda: dove leggete di Superbike, oltre che su qualche sito? I media mainstream la ignorano (sbagliano, ma questo è un altro discorso) e continueranno ad ignorarla fintantoché non diventerà remunerativa sul fronte pubblicitario. Fintantoché dunque le case non decideranno di utilizzarla come veicolo promozionale per il proprio prodotto. Una cosa che attualmente veramente fa solo Ducati e (poco) Yamaha. Manca ancora qualcosa al quadro? Sì, certo, l'informazione. biaggiQuella è affidata all'estro del singolo desideroso di pubblicizzare il proprio prodotto, perché fondamentale per giustificare la propria esistenza. Ecco dunque Nicky Hayden giudicato 'bollito' in MotoGP (non lo è e lo vedremo) diventare il salvatore della patria, Max Biaggi sempre in procinto di tornare per fare qualcosa, pilota, manager, una sorta di El Cid 44enne con la bandiera legata al suo cavallo. Per non parlare del nome di Valentino Rossi utilizzato come un mantra. Rossi taumaturgo della Yamaha di Crutchlow (ai tempi), Rossi collaudatore della R1, ed infine Rossi pronto a lasciare a fine 2016 la MotoGP per la SBK. Sogni. Speriamo che prima o poi qualcuno se ne avveri. Nell'attesa, molto più prosaicamente, ci attendiamo maggiore professionalità da parte di tutti. Sì, anche della stampa.

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