
Tre giorni all'alba. E poi anche
il Gran Premio della Malesia andrà agli archivi con la sua storia, anche se
sarà ricordato soprattutto per la sbroccata di Valentino Rossi contro Marc Marquez in conferenza stampa.
Un attacco feroce - alcuni hanno scritto: gratuito - contro un pilota che, da sempre, si era accreditato come suo grande tifoso.
Mi ha sorpreso un'altra volta, Vale, anche se l'avvisaglia del temporale c'era già stata: la collisione, incidentale, voluta, giudicate voi, fra i due in Argentina e poi quella più chiara ad Assen.
Era da tempo, probabilmente, che Rossi voleva mettere Marquez con le spalle al muro. E per quelli che sono sempre pronti a dare la colpa ai giornalisti sulle polemiche, preciso: Valentino è arrivato in sala stampa con il foglio dei tempi della gara sottolineato in tasca. Non ha risposto ad una domanda che ha sollevato l'argomento.
Ha semplicemente tirato fuori la pistola, scusate, i fogli dei tempi, li ha sbattuti sul tavolo e ha cominciato a sparare. Columbine. Premeditazione.
Non starò qui a cercarne i motivi, semplicemente non mi interessa.
La cosa potrà giocare a suo favore o contro - molto dipenderà se la rabbia di Marc lo indirizzerà verso una vittoria netta, o piuttosto ad aiutare effettivamente Lorenzo - ma non è comunque nuova.
Non pensate però al Qatar 2004, quando Valentino Rossi se la prese con Sete Gibernau per la storia della piazzola di partenza gommata che portò alla sua retrocessione nell'ultima fila e la fine della loro amicizia.
Piuttosto
mi viene in mente l'attacco gratuito, feroce, assolutamente inatteso che Mick Doohan portò contro Max Biaggi ad Imola nel 1998.
Quell'anno il Corsport oltre al sottoscritto inviò al Gran Premio anche quel grande giornalista che è
Dario Torromeo. E poiché Biaggi era in testa al mondiale all'esordio Dario decise di intervistare proprio il grande australiano che all'epoca viaggiava spesso da Montecarlo su un aereo privato assieme a Max.

Lo ricordo come se fosse oggi.
Torromeo rientrò in sala stampa con quel sorriso furbetto che gli affiorava da sotto la barba ogniqualvolta capiva di avere uno scoop fra le mani.
Paolo, ma Doohan queste cose le ha dette altre volte? Mi chiese.
Di cosa parli?
Dario accese il registratore. Ascoltai.
-Max dice che la sua moto è più potente di quella che la Honda ha dato a lui. Cosa risponde?
“Biaggi cerca scuse. Abbiamo le stesse moto, lui dice bugie per apparire più bravo di quanto non sia. Basta guardare le gare alla televisione per capire chi ha ragione. Ho perso molto rispetto nei suoi confronti da quando sento questi discorsi. Mi fa ridere, si comporta come un bambino.”
-Perchè mai dovrebbe fare questo?
“Perchè è un insicuro che cerca di apparire forte davanti ai suoi tifosi.”
-Lei non sembra avere una grande opinione di Biaggi.
“E’ un prodotto, non una persona reale. Pensa troppo a come deve apparire. Non mi meraviglio, di tipi come lui è pieno il mondo. E’ uno strano individuo. Ha l’assillo di mostrarsi come un eroe. Ama troppo se stesso.”
-Come giudica Max pilota?
“Bravo, veloce, pieno di talento. E’ uno che sa come tirare fuori il meglio dalla moto che guida.”
-E come persona?
“E’ finto, di plastica.”

Quando l'intervista fu pubblicata sul
Corriere dello Sport, all'indomani, nel paddock successe l'ira di dio.
Doohan non aveva mai parlato di Biaggi in quel modo. Fino a quel momento i loro rapporti erano stati corretti. Il modo ed i tempi usati da Mick in quel caso non lo furono.
Gli sparò alle spalle. O io almeno così interpretai l'intervista. Non fu nemmeno casuale che fosse stata rilasciata ad un collega che non seguiva abitualmente i Gran Premi. Mick voleva esser certo che le sue parole fossero riportate esattamente così come le aveva pronunciate. Non credo che con me sarebbe stato altrettanto diretto.
Il giorno dopo
la Repubblica tornò sul 'caso' con un bel pezzo di
Alessandro Tommasi. Prendeva spunto da quanto detto da Doohan per parlare dell'allora giovane Valentino.
Naturalmente, parte della giornata del ritorno di Rossi è stato dedicato a Biaggi. Che resta il nemico. Allora, vinta la gara e raccolto il premio, ValeRossi s' è messo davanti alla tv e ha osservato il Gp della 500, e visto Biaggi perdere se n' è andato via soddisfatto. Errore clamoroso. Autogol. Perché avrebbe assistito, Rossi, alla rissa verbale che tra Biaggi e Doohan s' è scatenata a gara finita. L' antefatto è un' intervista rilasciata da Doohan al ' Corriere dello Sport' , il cui succo è
"Biaggi è finto, di plastica. Come pilota è bravo, come uomo non vale nulla". Cose che riportate a Biaggi, ieri, hanno provocato la seguente reazione: "Doohan attacca l' uomo Biaggi, cioé la parte di me che non vede e non conosce. E' nervoso, sente la mia pressione. Sarà l' età... Io al primo anno in 500 sono in testa al mondiale, se lui fosse venuto a correre in 250 avrebbe dovuto prendere un Tavor al giorno per il mal di testa che gli avrei provocato...". E Doohan, al suo fianco: "Lo sponsor di Biaggi dovrebbe essere la Kleenex, non fa che frignare. Racconta balle, ha la bocca troppo larga". Il tutto senza mai guardarsi in faccia, i due, ma nemmeno negando e smentendo.

P
erché ho raccontato questa storia?
Non lo so. Forse per riaffermare in me la convinzione che,
ad un certo livello, tutti i grandi campioni sono feroci e dunque non mi devo stupire di questo tipo di comportamenti.
La cattiveria come parte integrante del talento, insomma.
Perché non c'è dubbio che Rossi ieri a Sepang sia stato feroce con Marquez. Non solo ha messo in discussione la sua correttezza di sportivo in pista, ha anche messo in dubbio la sua sincerità fuori. Gli ha dato del bugiardo, lo ha offeso dubitando di fatti che sono storia, ancorché recente. Perché
tutti ricordiamo Marc bambino elemosinare l'autografo dal campione affermato.
Personalmente non ho dubbi che a quei tempi Marc Marquez avesse effettivamente il poster di Valentino nella sua cameretta. Che poi sia ancora un suo tifoso non ci giurerei, ma sarei però pronto a scommettere che di Vale abbia rispetto.
E dunque?
Una sola cosa mi viene in mente: che Rossi voglia così fortemente questo decimo titolo da essere disposto a barattarlo contro la cosa in cui, personalmente, credo di più, l'amicizia.
Il suo obiettivo, con quell'attacco è spingere Marc a vincere la gara, a togliersi dalle scatole, instillandogli il dubbio che un secondo posto alle spalle di Lorenzo possa essere considerato dalla falange del popolo giallo una debolezza. Un aiuto al 'nemico' di Valentino, Jorge Lorenzo.
Con 25 punti fuori dal tavolo, e magari una ritrovata 'amicizia' con Andrea Iannone, Rossi ha pensato di potersela giocare meglio, senza peraltro esser costretto a scatenare una nuova guerra contro Lorenzo, che dopotutto è il suo compagno di squadra.
Insomma
siamo di fronte ad un feroce predatore delle due ruote, cosa della quale non ho mai dubitato, che considera la MotoGP la sua baia, improvvisamente troppo affollata da squali e squaletti a caccia.
Il morso, improvviso ed imprevisto al compagno che gli nuotava al fianco ed incrociava con lui finora torpide onde, ha intorbidito ora l'acqua di sangue.
Il grande giallo ne sente l'odore ed è felice.