Tu sei qui

Chronicles of Motegi, Day #2, Ore 10:00 paddock al mattino

Share


motegi2_11Consiglio numero uno se vi capita di venire in Giappone: credete agli orari e rispettateli ciecamente. Altrimenti abituatevi ad aspettare o, come nel mio caso, a mettere le gambe in spalla. L'errore è stato presentarsi alla fermata dell'autobus giallo che porta al circuito alle 8.17 minuti: naturalmente ed ovviamente il bus due minuti prima era già partito, come da programma. motegi2_1motegi2_2 Dove vivo io, a Roma, 120 secondi sono un'unità di tempo trascurabile. Non li prendo neanche in considerazione. Non sincronizzo l'orologio per due minuti come se dovessi partecipare ad una operazione da Zero Dark Thirty…così invece di attendere i trenta, anzi 28 minuti necessari al passaggio del prossimo bus mi sono incamminato verso il Twin Ring. motegi2_3motegi2_4Sono poco più di tre chilometri, una piacevole passeggiata, ancorché a stomaco vuoto, ma da bravo ex maratoneta so bene che questo genere di cose aiuta a bruciare gli acidi grassi, migliorando l'autonomia sulle lunghe distanze. La prima parte della passeggiata è in mezzo ad un boschetto, poi la strada si allarga, sale leggermente e dopo circa un chilometro alla sinistra, sotto uno stretto ponte, c'è il primo ingresso al circuito. Proseguendo per un po' si arriva al museo Honda. Ci vado tutti gli anni perché sono troppo belle le moto esposte, e poi c'è anche la F.1 motorizzata Honda con il motore in magnesio che mi da un brivido ogni volta che lo guardo. Il mio pezzo preferito per è la prima Honda NR500 con i pistoni ovali. motegi2_6L'ho vista debuttare a Silverstone nel 1979 con Takazumi Katayama e Mick Grant. Mi fermo davanti a lei e la guardo. Poi chiudo gli occhi, li riapro e sono nuovamente nella pitlane davanti a lei con Carlo Murelli che la scalda. Tre sgasate rabbiose e, di colpo, il silenzio. Non ho mai ascoltato alcun motore spegnersi così istantaneamente. Deve avere un albero motore o una fasatura o che so io, incredibile. Ma dov'eravamo rimasti? Ah, sì, all'ingresso del circuito. L'ho attraversato, passando accanto alle reti di recinzione dalle quali si vede la pista continuando a camminare. motegi2_7E' una bella giornata, tiepida, una di quelle che ti fa desiderare di fare una bella corsetta a piedi o, tenendo conto del luogo dove siamo, che nel paddock qualcuno ti attenda con una bella moto da provare. Per la cronaca: domenica comunque è prevista pioggia. Dei due casi l'uno: o Valentino ha Santi in paradiso o Lorenzo è particolamente sfigato. Dopo circa 800 metri c'è un secondo ingresso, con un secondo sorvegliante ed un altro tunnel stretto. Accanto c'è il passaggio pedonale, ma porta a delle ripide scale. L'addetto alla sicurezza non fa passare i pedoni e li indirizza verso le scale ma un uomo isolato, specie se romano, sfugge facilmente ai controlli nipponici che sono basati sulla assoluta onestà: nessun locale si azzarderebbe a violare un divieto, ancorché inutile come questo. motegi2_8 Così finalmente dopo una rampetta in salita, ma decisamente meno impegnative della lunga scalinata, siamo nel paddock alla ricerca della life-machine, cioè la macchina del caffè espresso, unico vero contatto con casa in queste tre settimane. La troviamo nel box dell'Aprilia dove ci beviamo il primo espresso della settimana assieme all'amico Alberto Cani, ora addetto stampa della casa veneta, a lungo colonna portante di GPone.com. motegi2_10Un caffè da solo non basta. Il secondo ci attende in uno dei compound Ducati dove c'è anche l'attrazione di un separè di vetro che divide la zona relax dalla stanza di lavoro degli ingegneri. Chiedo la password della rete, me la rifiutano, minaccio azioni hacker. Gigi Dall'Igna ascolta in silenzio, senza sorridere. Mi passa affianco. In sottofondo partono le battute. Il caffè comunque è buono e sbafo anche due dolcetti che alzano il tasso glicemico. Sono pronto, per quanto mi riguarda il trittico può anche incominciare. Ah, poi ieri sera ho fatto una lunga chiacchierata - non una intervista - con Fabrizio Cecchini, capotecnico di Gresini, e Dani Pedrosa. Tema: le gomme Michelin, la sezione dei cerchi da adottare, pressioni e temperature diverse per asciutto e bagnato. Di quelle cose che i giornalisti solitamente non chiedono, ma che piacciono agli appassionati come me. Per un attimo sono tornato ai vecchi tempi. Solo per un attimo pero, eh? Ma ne parleremo più avanti. Tempo ne abbiamo.

Articoli che potrebbero interessarti