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Biaggi e Stoner, la moto nel cuore (anche da tester)


stoner Si sono fatti, entrambi, tentare dal lato oscuro della velocità: le quattro ruote. Max Biaggi in tempi non sospetti, quando era ancora un pilota in attività provando la Ferrari di F.1 e poi vetture a ruote coperte; Casey Stoner, invece, scegliendo addirittura di partecipare in Australia al campionato delle V8, dopo il suo ritiro. E' stato però per tutti e due un amore passeggero: chi nasce posseduto dalla passione violenta per le due ruote raramente si trasferisce e poi eccelle nelle quattro. L'esempio più eclatante è quello di Giacomo Agostini. Poi, naturalmente, esistono le rimarcabili eccezioni di John Surtess, unico eroe dei due mondi, iridato con la MV Agusta e con la Ferrari e Mike Hailwood, che fu campione europeo di F.2 prima di interrompere precocemente la carriera in F.1 con l'incidente al Nurburgring nel GP di Germania nel 1974. In linea di massima, però, giunti al momento del ritiro i motociclisti preferiscono dedicarsi al management di team, come hanno fatto Agostini, appunto e poi Kenny Roberts, sino agli esempi recenti di Fausto Gresini e Lucio Cecchinello. La tendenza attuale però è un' altra, visto la crescente difficoltà legata allo sviluppo dei prototipi: reinventarsi collaudatori, con tutto ciò che comporta il ruolo. biaggifamiglia2In pochi, infatti, si rendono conto del pericolo legato al lavoro di tester: la rottura, o l'imprevisto, con inevitabile caduta, è sempre in agguato. Ed infatti i piloti titolari quasi mai, anzi mai, prendono parte allo 'shakedown' della propria moto. Il momento in cui, dopo l'assemblaggio, il prototipo fa i primi giri di pista, magari con un particolare nuovo. Una cosa che oggi non sembra spaventare né l'esperto Max Biaggi, alla soglia dei 43 anni, né l'ancor giovane Casey Stoner. Mentre infatti Max è in sella a Portimao con la RSV-4 Aprilia sotto la pioggia (con relativa caduta), dopo aver lasciato la famiglia a Montecarlo, Casey si appresta a lasciare l'Australia dove si dedica alla pesca dei Blue Marlin (che poi dice di rilasciare) alla volta di Sepang per percorrere i primi chilometri alla guida della RC213 V versione 2015. Inutile aggiungere che, in entrambi i casi, si parla di sensibilità eccezionale, indicazioni eccellenti che portano, inevitabilmente, a favoleggiare di improbabili ritorni alle competizioni, sia pure in veste di wild card. Ma sono poi del tutto campate in aria queste voci? Sembrerebbe di no a parlare, a microfoni spenti, con i meccanici che assistono a questi loro rientri. Per tutti, infatti, i tempi sono di assoluto rilievo, e non parlando di Biaggi e Stoner come ex, seppure campioni del mondo, ma in assoluto se comparati con le prestazioni dei piloti in attività. Una cosa che ci pensare alla strana coppia Biaggi-Stoner come a due autentici motociclisti. hailwoodEntrambi, infatti, pur soddisfatti della loro seconda vita - la pesca e la famiglia per Casey, la famiglia, la corsa ed il motard per Max - sono ancora irrimediabilmente attratti dalla velocità pura. Dalla pista. Se vogliamo, poi, possiamo anche scoprire altre similitudini nelle loro carriere. Tutti e due infatti sono stati in un certo senso emarginati dalla MotoGP. Se infatti Stoner ha lasciato per lo stress di non essere considerato (secondo lui) ciò che era, un formidabile fuoriclasse e Biaggi per aver sempre recitato il ruolo del campione scomodo, ciò che gli americani chiamano "the need for speed" non li ha abbandonati. E poiché non esiste nulla che valga l'emozione di essere in sella ad un prototipo della classe regina, eccoli lì, Casey e Max rimettersi casco e tuta mentre lo stuolo di tifosi trepidanti attende l'annuncio di un ritorno. Episodico, fugace, irripetibile, ma reale. Un sogno ad occhi aperti. Se ci pensate è quanto è accaduto nel recente passato a Troy Bayliss, fino a quando la leggenda della Ducati, dopo un volo niente male al Mugello mise un punto alla sua carriera di collaudatore. I fan vorrebbero rivedere Max Biaggi in azione a Misano, teatro di grandi vittorie in Superbike, mentre chi non vorrebbe assistere al rientro di Casey Stoner a Phillip Island, sulla pista sulla quale ha trionfato ininterrottamente dal 2007 al 2012? Pensate a ciò che vorrebbe dire. Non si parlerebbe d'altro oscurando, seppure momentaneamente, la fama dei colleghi ancora in attività. E' l'ultima sfida, quella che infiamma i tifosi e che tenta i campioni. Ne siamo sicuri: nel profondo della loro anima anche Max e Casey ci pensano e sono tentati. Poi sul ciglio della montagna però si fermano, non intimoriti, ma consci che il passato è passato e un eventuale (ma improbabile) ultimo trionfo poco aggiungerebbe alla loro fama. Anche qui con l'imprevedibile eccezione di Mike The Bike che dopo il ritiro rientrò al Tourist Trophy, vincendolo, nel 1978. Ma è forse per questo Hailwood divenuto più leggendario di quanto già non lo fosse? No. Si. La stessa domanda che si fanno quei due mentre, seduti l'uno a cavallo di una Aprilia, l'altro a quello di una Honda, lasciano la frizione per uscire dalla corsia dei box.

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