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SBK, Dosoli: “La Yamaha non si aspettava l’addio di van der Mark”

ESCLUSIVA - “Abbiamo fatto di tutto pur di trattenerlo, ma lui ha voluto altro. Il sostituto? Sykes non è male, ma la priorità sarà data ai piloti già in casa”

SBK: Dosoli: “La Yamaha non si aspettava l’addio di van der Mark”

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Una sorta di fulmine a ciel sereno. Stamani la Yamaha ha infatti ufficializzato la separazione da Michael van der Mark, una volta che il Mondiale sarà giunto alla conclusione. Dopo quattro anni si dividono quindi le strade della Casa dei Tre Diapason e quelle dell’olandese, che andrà alla ricerca di nuove sfide.

La decisione del pilota ha colto di sorpresa la squadra, in particolare Andrea Dosoli, responsabile del progetto Superbike, che ora dovrà capire come muoversi. Di sicuro le alternative non mancheranno per il 2021, anche perché la R1 è una di quelle moto che fanno gola a diversi protagonisti del Circus.

“A dir la verità siamo rimasti sorpresi dalla scelta di Michael – ha esordito Dosoli – la Yamaha non si aspettava infatti il suo addio, però questa è una sua decisione e la rispettiamo. In settimana abbiamo avuto modo di confrontarci con van der Mark, il quale ci ha comunicato la scelta di chiudere la sua avventura con noi una volta terminata la stagione”.

Andrea, andiamo per gradi. Innanzitutto Yamaha aveva proposto il rinnovo a Michael. Così lui ci disse tipo tre settimane fa.

“Esatto. Yamaha voleva proseguire il proprio cammino assieme a Michael e infatti gli ha proposto un rinnovo del contratto per la prossima stagione. La Casa gli ha offerto il massimo in base ovviamente a quello che è il budget legato al progetto della Superbike”.

Lui però ha rifiutato. Come mai? Soldi? Motivazioni?

“Lui ci ha semplicemente detto che era grato a noi per l’impegno, ma voleva altro. Così ha deciso di guardare altrove. Nei giorni scorsi ci ha informato della scelta e stamani abbiamo diramato la comunicazione ufficiale. Come detto, dal lato economico, gli abbiamo dato tutto quello che era possibile”.

Non credi che magari, con l’arrivo di Toprak, non si sentisse più al centro del progetto?

Direi proprio di no, perché Michael e Toprak sono sempre stati considerati piloti di prima linea per la Yamaha. Entrambi hanno infatti ricevuto lo stesso trattamento dalla squadra e non c’è una prima e secondo guida. Proprio per questo motivo vogliamo affrontare al meglio la ripartenza del Campionato con Michael per chiudere nel miglior modo possibile questa avventura durata quatto anni. Vorremmo infatti riuscire a toglierci diverse soddisfazioni insieme prima di salutarci”.

Qualcuno vocifera che andrà in BMW, perché lì sarà al centro del progetto.

“Il suo futuro non lo conosco (sorride). Dovete chiedere a lui”.

Intanto in Yamaha c’è una sella libera. Qualcuno parla di un ritorno di Sykes.

Non sarebbe male, dato che Tom è già stato con noi in passato. La nostra priorità è quella di valutare i piloti che già abbiamo in casa. In questi anni la Yamaha ha lavorato duramente per far crescere i giovani e ad oggi ci sono tanti candidati”.

C’è Baz, Locatelli, Gerloff, ma anche Folger. Sia Jonas che Loris hanno detto apertamente che vorrebbero la moto ufficiale.

Siamo consapevoli di quali siano le alternative sul tavolo e faremo una valutazione approfondita a riguardo. Di sicuro non abbiamo fretta nel prendere una decisione, anche perché questo 2020 è un anno particolare. Ci saranno infatti poche gare e sarà interessante capire il potenziale dei nostri piloti”.

C’è però una deadline?

“Una scadenza precisa no. L'idea è però quella di definire la seconda sella entro inizio settembre, di conseguenza dopo le prime tre o al massimo quattro gare”.    

 

 

 

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