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SBK, Bautista-Davies a confronto: quanto è difficile cambiare stile di guida

Destini opposti, ma che si incrociano quelli di Chaz e Alvaro: dopo un anno il 4 cilindri a V è ancora indigesto per Chaz, Alvaro dovrà adattarsi al 4 in linea nelle poche gare del 2020

SBK: Bautista-Davies a confronto: quanto è difficile cambiare stile di guida

Il primo appuntamento di Phillip Island, ovvero l’unico andato in scena fino ad ora, è stato l’occasione per vedere in azione la Honda. Non mancava infatti l’attesa per il debutto in pista della ultima evoluzione della Casa giapponese. Sarà anche vero che l’Australia è da sempre una tappa particolare, dove i risultati vanno presi con le pinze, ma sta di fatto che qualche dato è emerso. Su tutti il rapporto di fiducia tra Alvaro Bautista e la CBR 1000 RR-R.

Inutile girarci attorno: ci si aspettava qualcosa di più da parte della nuova coppia, costretta da subito a correre ai ripari e a giocare sulla difensiva fin dall’inizio del weekend. Ricordiamo infatti che alla vigilia del round inaugurale, Kuwata ci disse che sognava di vedere almeno un podio. Invece, i vertici giapponesi sono rimasti a bocca asciutta.

Haslam: "Con il quattro in linea devi mettere da parte la dolcezza di guida"

L’aspetto che più ha condizionato lo spagnolo è stato senza dubbio il passaggio dal motore quattro cilindri a V, con cui era abituato in Ducati, a quello in linea della giapponese. Un’analisi molto semplice e lineare l’ha fornita Leon Haslam: “Con il motore V4 Alvaro ha dimostrato di essere molto forte, perché prediligeva quello che da sempre è il suo stile, ovvero la scorrevolezza. Con quello in linea, invece, devi  essere aggressivo nella guida e mettere da parte la dolcezza”.Svelato quindi l’arcano.

Per certi versi sembra quindi che Bautista si sia paradossalmente ritrovato nella stessa situazione opposta in cui finì un anno fa Davies, quando lasciò la Panigale V2 per salire in sella alla V4. Anche nei confronti di Chaz l’attesa non mancava, peccato che il numero 7 si ritrovò a fare i conti con una Rossa che lo costrinse da subito a rivedere le proprie aspettative.

Sarà poi anche vero che Chaz passò  l’intero inverno 2019 con i problemi di salute, ma una volta messi di parte, il gallese realizzò che quel suo stile aggressivo, basato sugli stop and go, proprio non si addiceva per nulla alla Panigale di ultima evoluzione.

E allora eccolo tornare sui banchi di scuola per studiare e reinventarsi, il tutto mentre il suo ex compagno, vinceva undici gare di fila, oscurandolo. In un anno a Borgo Panigale non sono mancate le novità per favorire il punto di incontro tra Davies e la Rossa, ma ancora oggi rimangono gli interrogativi. Inutile infatti nascondersi e Marco Melandri l’ha detto in modo chiaro: “Quella non è la moto adatta per Chaz”. Detto sinceramente, poi magari ci sbagliamo: lo pensiamo pure noi.

Dopo un anno di tempo tra Davies e la Rossa non è ancora scoppiata la scintilla

Insomma, se dopo un anno di tempo tra Davies e la Rossa non è ancora scoppiata quella scintilla che in molti si aspettavano (Laguna Seca a parte), dal canto suo Alvaro Bautista non potrà certo permettersi di spendere così tanto come fatto dal suo collega. La Honda ha infatti puntato forte su di lui e il numero 19 ha già capito che dovrà fare un passo importante nei confronti della CBR per reinventarsi. Purtroppo per lui, la situazione legata alla diffusione del Coronavirus non ha consentito di macinare chilometri in pista e di conseguenza prendere confidenza con la belva della Casa dell’Ala dorata.

Per Alvaro si preannuncia quindi una vera e propria corsa contro il tempo nel momento in cui il Mondiale dovesse ripartire, anche perché Rea e la concorrenza non staranno di certo lì ad aspettarlo. A tal proposito il numero 19 è stato molto sincero sul tema: “Ho sempre usato il V4 in tutta la mia carriera, in MotoGP e nel Mondiale Superbike – ha dichiarato – il quattro in linea mi sembra molto diverso. Non so se sia migliore o peggiore, ma è molto diverso. In questo momento non ci sono abituato, ma spero che questa situazione migliori sempre di più, così potrò lavorare con il motore e crescere con il suo utilizzo”.

Il destino è quindi nelle sue mani e nel suo stile, a meno che non sia Honda a stravolgere le carte, facendo valere la propria forza.  

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