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MotoGP, Marquez: "A due giri dalla fine è entrata la riserva, ma ce l'ho fatta"

"Si è accesa una spia rossa e ho pensato: basterà per un giro e mezzo? Il Presidente Honda, Hachigo, mi aveva chiesto il mondiale marche, per fortuna avevo un po' di margine"

MotoGP: Marquez: "A due giri dalla fine è entrata la riserva, ma ce l'ho fatta"

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Ormai le vittorie di Marc Marquez non fanno più notizia, ma la sete di vittoria del ragazzo di Cervera resta una di quelle cose per le quali il motorsport è così amato. Del resto le motivazioni non mancavano oggi a Marc, desideroso di regalare ad Honda il titolo costruttori nella sua gara di casa.

“Sentivo un po’ pressione sinceramente – racconta - dato che questa mattina sono ho incontrato i vertici Honda ed il Presidente, Hachigo,  e sono stati molto diretti nel dire “buongiorno, ti chiediamo il titolo costruttori in questa gara”: dovevo arrivare davanti alle Ducati e ci sono riuscito. Venerdì le cose sono andate molto bene, ieri sono migliorate e stamattina nel warm up ho capito di avere il giusto ritmo”.

Ad ostacolare la cavalcata del 93 non è stata nemmeno la mancanza di benzina, che per sua fortuna si è manifestata solo dopo aver tagliato per primo il traguardo.

“Prima della gara ho parlato con la squadra ipotizzando il ritmo di gara e correlandolo con il consumo di carburante. Il ritmo previsto era sul ’46 basso ma in gara sono riuscito a fare ’45 alto, ed ho cercato di mantenerlo il più possibile per arrivare ad avere due secondi di vantaggio, ed ho continuato fino a quando non si è accesa la spia della riserva (ride ndr). Fino al 2015 la moto regolava in parte da sola il carburante, ora devi essere tu a farlo”.

Fino a quando è servito Marc ha mantenuto il solito ritmo infernale, al quale anche Quartararo ha dovuto in ultima istanza arrendersi: “Ho provato a girare in ’45 basso ed ho visto che con le gomme che avevo scelto potevo mantenerlo, Quartararo ha cercato di resistere ma poi credo abbia commesso un errore dato che da un giro all’altro il vantaggio è notevolmente aumentato”.

Si può dire dunque che Marquez appaia davvero invincibile, un cyborg programmato per andare più veloce degli altri su un mezzo motorizzato a due ruote. Marc dal canto suo tiene nei limiti del possibile i piedi per terra, e fissa il nuovo possibile obiettivo.

“L’intenzione è sempre quella di vincere ma possono capitare fine settimana difficili in cui soffrire e difendersi: siamo umani e non invincibili. Siamo in un buon momento di forma e dobbiamo sfruttarlo, ma non dobbiamo darlo per scontato perché non lo è. Il titolo team? Attualmente ragionio weekend per weekend, con la voglia di vincere domenica, spero che Jorge possa migliorare per aiutarci a raggiungere l’obiettivo”.

Infine Marc dice la sua sul fratello Alex, che procede a grandi passi verso la conquista del suo secondo titolo mondiale: “Per vincere un campionato si deve anche attaccare ma anche soffrire in pista. Oggi Alex ha dimostrato di saper soffrire e questo è importante per vincere: ora il suo primo avversario è Luthi, che in Malesia Luthi sarà sicuramente veloce”.

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