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SBK, Rea: “Il quinto Mondiale? C’è sempre una luce in fondo al tunnel”

“Questo titolo rappresenta tutte quelle persone che combattono ogni giorno nella vita e pensano di non farcela”

SBK: Rea: “Il quinto Mondiale? C’è sempre una luce in fondo al tunnel”

Poteva aspettare due settimane, invece Johnny Rea ha preferito evitare di perdere tempo. A Magny-Cours il Cannibale ha infatti conquistato il quinto titolo iridato, entrando nella storia della Superbike. Nessuno come lui ha vinto così tanto nelle derivate.

Una festa che è iniziata poco prima delle ore 15, quando l’alfiere Kawasaki ha tagliato per primo il traguardo di Magny-Cours, mentre Bautista si era ritirato e osservava dal proprio box la gara.

“A dire la verità non me lo sarei aspettato di vincere il Mondiale qua in Francia – ha esordito – tra l’altro dopo la gara sprint non ho nemmeno badato a quelle che sarebbero state le combinazioni a mio favore. Ero concentrato su Gara 2 ed ero un po’ preoccupato visto quanto accaduto sabato con i tanti sorpassi e i contatti all’inizio. Il mio obiettivo era quello di restare lontano da guai”.

Alla fine però non ci sono stati grandi problemi, anche perché Toprak ha tirato giù Alvaro.

“Dai box mi hanno segnalato del ritiro di Alvaro, ma io in quel momento non ricordavo le combinazioni per portare a casa il titolo. Ero soltanto concentrato sulla mia gara, poi una volta tagliato il traguardo ho realizzato di essere campione del mondo. È stata una bella sensazione, anche se pensavo potesse accadere in Argentina”.

La gioia sul volto di Rea è evidente.

“Il primo Mondiale è sempre il più bello, speciale, dato che è il primo. A parte ciò, questo titolo ha un sapore speciale. Come ben sapete è stata una stagione iniziata in salita, dato che ho dovuto confrontarmi con un pilota fortissimo e una moto competitiva. Dentro di me ero molto affranto, inoltre la gente stava iniziando a dimenticarci, ma prima o poi sapevamo che sarebbe arrivata la nostra occasione”.

L’occasione si chiamava Imola.

“Quella vittoria è stata importante, perché ci ha fatto capire che stavamo lavorando seguendo la giusta strada. Penso sia stata la svolta ed ero molto felice, infatti poi sono seguiti altri successi”.

A mettere i bastoni tra le ruote a Rea è stato Bautista, ma alla fine quest’ultimo è uscito sconfitto.

“Penso che il segreto del nostro titolo sia stato quello di non arrendersi, soprattutto quando le cose andavano male. Piuttosto che creare tensioni e malumori all’interno del team, scaricandoci la colpa addosso ci siamo compattati e alla fine siamo riusciti a vedere la luce in fondo al tunnel. Credo infatti che questo 2019 rappresenti un messaggio per tutte quelle persone che nella vita combattono ogni giorno e magari pensano di non riuscire a ottenere il risultato sperato”.

Uno dei segreti di Johnny è senza dubbio stato quello di essersi messo in discussione.

“In questo 2019 ho imparato tanto e penso di essere cresciuto ancora di più, proprio come la mia squadra. Fin da bambino ho sognato di vincere il Mondiale ed essere qua oggi per la quinta volta è unico”.

Durante la stagione non sono mancati poi i retroscena, così come i momenti difficili.

“Jerez è stata senza dubbio una tappa complicata, ma anche in quel caso ho voluto reagire. A Donington, quando ci siamo alzati sabato mattina, Guim Roda mi disse: “Questa è l’occasione buona per ottenere 25 punti e alla fine fui in grado di vincere”.

La mente di Rea è ora proiettata al futuro.

“Lo scorso inverno la Kawasaki era considerata la moto killer, poi abbiamo visto una Ducati molto competitiva. Ovviamente dovremo continuare a lavorare per crescere e sviluppare, in modo da proseguire questa bella striscia. Razgatlioglu? Di sicuro è un pilota con le carte in regola per vincere dei Mondiali, ma spero il più tardi possibile (scherza)”.

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