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MotoGP, Petrucci: “Se non vinco con Ducati, non ci riuscirò con altre moto”

Il pilota ternano con l’incognita contratto: “se non dovessero rinnovarmelo, potrei fare altro nella vita. Significherebbe che non sono tagliato per questo mestiere. Ma sono sereno, devo divertirmi”

MotoGP: Petrucci: “Se non vinco con Ducati, non ci riuscirò con altre moto”

Ci è voluto il podio di Le Mans per ridare un po’ di tranquillità attorno alla figura di Danilo Petrucci. Il pilota ternano, mattatore dei test invernali e alla sua prima esperienza con un team ufficiale, ha deluso le aspettative di tutti, anche sue, nelle prime gare dell’anno fino al podio francese.

“Il podio di Le Mans è sinonimo di una buona gara per me – ha detto Danilo – per Dovizioso è stato un secondo posto amaro perché ha perso punti su Marquez ma per quanto mi riguarda  la terza posizione mi ha aiutato a rimanere sereno e a concentrarmi in vista del Mugello. Ora sono tranquillo - ha continuato - durante l'inverno mi sono messo pressione da solo perché ero andato molto bene nei test e volevo che i risultati arrivassero a tutti i costi nelle prime gare dell’anno. Non è stato così e dopo Austin sarei voluto sparire da questo mondo piuttosto che stare ancora in Ducati. In quel momento, però, mi sono ricordato che lo scorso anno avrei dato un mignolo per correre nel team ufficiale e allora mi sono detto di sbattermene e di pensare solo a divertirmi, da quel momento ho iniziato a guidare bene”.

Ora il Mugello, pista dove Petrucci ha ottenuto un terzo posto nel 2017. Quali sono i ricordi di quel momento e cosa si aspetta Danilo dal weekend di gara?

Nel 2017 è stato incredibile – ricorda Petrucci - piansi sul podio perché trovarmi sul lì sopra al Mugello era un’immagine che sognavo da una vita. Sinceramente mi piacerebbe molto ripetere quel podio quest’anno ma ricordo anche che quella del 2018 è stata una gara molto più difficile. Ho cercato di recuperare dopo un brutto inizio, ma alla fine ho perso qualche posizione. Quest’anno mi sento più forte e voglio essere veloce dal primo momento per arrivare con una buona condizione in gara”.

Sulla forza della Ducati su questa pista:

“La Ducati è sempre molto forte qui - ha detto Petrucci - negli scorsi anni il Mugello è stato molto favorevole a noi e sfavorevole a Marquez ma non so se anche quest'anno sarà così. La moto va bene. Dovemmo fare come in Francia, costruire un buon weekend e giocarcela in gara. Non so se sarà possibile vincere ma voglio lottare per il podio, ci metterei una firma. Cercheremo di ottenere il massimo, ma credo che quest’anno i nostri rivali siano più forti”. 

Il podio di Le Mans ha solo attenuato (e solamente nelle ore immediatamente successive alla gara) le chiacchere sul futuro di Petrucci. Danilo ha un solo anno di contratto e al momento le selle libere per il 2020 sono poche.

“Io voglio restare in Ducati molto tempo e vincere. Anche se non mi sogno la vittoria di notte: penso sia come una di quelle cose che non trovi quando sei in casa ma poi sai che salta fuori. Se non sarà possibile rimanere qui il prossimo anno ne prenderò atto, magari vorrà dire che non sono adatto a fare questo mestiere e mi metterò a fare altro. Ho sentito qualche voce su Alex Marquez in Pramac, non so se sia vero o meno ma questo mi ricorda che non ci sono molti posti liberi in MotoGP. Quando Ducati mi comunicherà la decisione per il prossimo anno vedrò cosa fare anche perché se non vinco qui non penso sarà possibile farlo con altre moto. Ora sono sereno e dovrò continuare così se voglio avere speranze”.

Anche uno sguardo al presente e alle emozioni che il Mugello sa regalare. Cosa significa questa pista per i piloti italiani?

“Sarà una grande emozione ritrovarsi in griglia domenica, ma il Mugello è così per tutti i piloti italiani e per tutto il fine settimana. È incredibile quanta gente ci sia e il fatto che quando saluti con la mano si alzano 20 mila persone. E' pazzesco. Io credo che si guidi anche con l’inconscio e quindi tutto questo tifo, sicuramente, ti fa lasciare qualcosa in più sulla pista”.

AUDIO RACCOLTO DA MATTEO AGLIO AL MUGELLO

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