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MotoGP, Dieci domande per capire chi vincerà il mondiale

Dovizioso arriva a Jerez in testa al mondiale, ma Marquez e la Honda preparano la rimonta. Per tutti tante incognite per un periodo caldo: 6 Gran Premi in 10 settimane

MotoGP: Dieci domande per capire chi vincerà il mondiale

Le vacanze sono finite, adesso si comincia a fare sul serio.
No, non stiamo parlando del lungo ponte pasquale, bensì del fatto che - finalmente - il motomondiale sbarca in Europa e più precisamente a Jerez.
Fino ad ora la MotoGP ha scherzato, con appena tre Gran Premi, Qatar, Argentina e America, in otto settimane. Con l'arrivo sulla pista andalusa si cambia decisamente di ritmo con il doppio delle gare, sei, nelle prossime 10 settimane.
Dopo Jerez, infatti, ci saranno Le Mans, il 19 maggio, il Mugello, il 2 giugno, Barcellona il 16, Assen il 30 e subito dopo, il 7 luglio, il Sachsenring.
Si riprenderà poi il 4 di Agosto a Brno, ma nel frattempo i piloti della MotoGP troveranno piste e condizioni climatiche molto diverse.
Per allora il campionato avrà preso una piega decisa, ma siamo convinti che come sempre la situazione sarà più chiara fra Jerez e Barcellona.
Certo, non dobbiamo aspettarci molto da questa domenica e comunque sia l'esito sarà molto diverso da quello 2018 che vide Marc Marquez svettare in testa al campionato con 12 punti di vantaggio sul secondo, Johann Zarco e ben 24 su Andrea Dovizioso, solo quarto.
Anche allora Magic Marc arrivò in Andalusia con uno zero alle spalle, quello Argentino, ma Andrea era a quota due.

Quest'anno dunque la Ducati può farcela a vincere il mondiale?

La Honda quest'anno è migliorata: sarà una brutta cliente

Per il momento possiamo solo dire che DesmoDovi e la Ducati sembrano essere in una posizione migliore. Andrea poi dice che già l'anno passato Jerez non era più uno spauracchio per la Ducati, per cui dobbiamo aspettarci una bella lotta.

In realtà però Dovizioso è in testa perché Marquez ha sbagliato.

Vero. E per di più quest'anno la Honda sembra aver recuperato il gap che aveva con la Rossa quanto a velocità di punta. Sarà una brutta cliente.

Questo significa che in fondo è sempre la Honda la moto migliore?

Per la RC213-V la spada di Damocle di problemi non chiari

No, secondo noi, al di là delle sue difficoltà di inserimento in curva, che secondo noi sono semplicemente il 'carattere' della GP19, è proprio la creazione di Gigi Dall'Igna la MotoGP migliore in campo.
La RC213-V, infatti, sembra piuttosto selvaggia da guidare. Ed infatti solo Marquez riesce a sfruttare al 100%. Per non parlare poi dei misteriosi problemi manifestatisi negli ultimi due Gran Premi.

Inoltre per il momento il 'dream team' non si è visto: Un altro vantaggio per Ducati.

Sì, Lorenzo, problemi fisici a parte, non sembra aver preso ancora bene le misure con la nuova moto. Secondo noi è un problema di stile: i piloti molto 'puliti' faticano sempre di più ad adeguarsi. La velocità di percorrenza vuole moto perfette. Un esempio del passato per le difficoltà di adattamento è stato Valentino Rossi, ma la Ducati di allora non è quella di oggi. Johann Zarco, passato dalla Yamaha alla KTM, finora in grossa difficoltà, è un altro esempio sicuramente più vicino.
Bisognerà vedere cosa accadrà una volta che Jorge sarà tornato ai suoi livelli. Potrebbe togliere punti a Marc, ma anche regalargliene.

Però per il momento non si è visto nemmeno l'aiuto di Petrucci a Dovi.

Difficile dare ordini di scuderia per Honda e Ducati a favore delle prime guide

In effetti...I tre sesti posti non depongono molto a sua favore. Per di più Jack Miller, che è solo un punto dietro di lui, senza il problema a Losail, con un quarto ed un terzo posto, gli sarebbe davanti. Petrux però è molto concentrato. Gli manca poco. E non dimentichiamoci che ci sono un paio di gare, Assen ed il Sachsenring dove sia lui che Jack, in caso di pioggia, potrebbero dire la loro.

Ma c'è veramente la possibilità che Honda e Ducati possano usare il gioco di squadra?

Nel motociclismo è sempre difficile e per lo più limitato alle ultimissime gare del campionato. In F.1, come abbiamo visto recentemente con la Ferrari e Leclerc, le strategie si decidono a tavolino. Aiutate anche dalle comunicazioni via radio e da...una professionalità molto diversa!
Non che i nostri piloti siano insubordinati, ma c'è un diverso modo di correre. E meno interessi in ballo.

Al di là di questo Rins e la Suzuki possono veramente giocare da terzi incomodi fra Marquez e Dovi?

Potrebbero, ma occasionalmente, secondo noi. E' vero che la Suzuki è notevolmente migliorata, specie nel motore, ma è ancora inferiore a Honda e Ducati, se non alla Yamaha, come ha dimostrato ad Austin. Anche se si vocifera che lì Rossi abbia perso perché negli ultimi giri era fisicamente più stanco del suo avversario. Come è giusto che sia per un fuoriclasse 40enne.

Già Rossi. Ma questo strabenedetto 10° titolo?

Valentino rincorre il 10°, ma non è più né un sogno né una ossessione, bensì uno stimolo

Noi crediamo che Valentino non ci pensi più di tanto. Ed è questo che lo rende ancora pericoloso. Come ha detto Dovizioso la scorsa settimana, se Vale corresse ancora con lo spirito di dieci anni fa, senza vincere più con continuità, sarebbe frustrato o, per usare le parole di Andrea, si sarebbe autodistrutto.
Invece oggi Rossi è un fantastico maratoneta che non detta più il ritmo, ma è sempre lì nel gruppetto dei migliori. Gli manca qualcosa nel passo, ma averli davanti è un buon aiuto per non perderli di vista. E' più pericoloso di quanto sembra.

Più di Maverick Vinales, apparentemente.

Per il momento sì. Maverick è un ragazzo strano. La nostra impressione è che si lasci dominare dagli avvenimenti invece di gestirli. In prova è spesso velocissimo, ma la gara è un'altra cosa. Inoltre deve necessariamente lasciarsi alle spalle la lentezza in partenza, nei primi giri, ed una certa difficoltà di guida sul bagnato.

Cosa possiamo aspettarci dal Gran Premio di Jerez?

Di divertirci!

 

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