Lo scorso anno toccò a Cal Crutchlow, questa volta invece a Johnny Rea. A Londra il pilota nordirlandese è stato premiato con il Torrens Trophy, prestigioso riconoscimento che il Royal Automobile Club (RAC) concede alle eccellenze del motociclismo e del motorsport a due ruote d'Oltremanica. L’alfiere Kawasaki è stato scelto per aver tenuto alti i colori britannici in pista, conquistando nel 2017 il terzo titolo consecutivo nelle derivate.
La premiazione è stata anche l’occasione per parlare del futuro, in particolare di MotoGP in ottica 2019. In molti vorrebbero vederlo in azione nel Motomondiale, tanto che il suo nome è stato accostato diverse volte alla classe regina. Sul tema Rea non ha esitato: “Ci vorrebbe qualcosa di speciale per farmi correre in MotoGP – ha detto ai colleghi di MCN – quello resta il mio sogno, dato che lì ci sono i migliori piloti. Per sfidarli mi servirebbe però un pacchetto competitivo – ha sottolineato – inoltre dovrei cercare di recuperare in quanto a esperienza con moto, tracciati e gomme”. Johnny è quindi molto chiaro sull’argomento: “Non mi interessa gareggiare per una squadra satellite, quando dall’altra parte ci sono piloti con un pacchetto migliore – ha avvisato – inoltre a 31 anni non credo di avere una simile opportunità”.
Anche perché non sarà facile staccarsi dalle derivate: “La Superbike è la mia seconda casa – ha sottolineato – al momento il mio manager sta valutando tutte le opportunità possibili, anche se io non ho la necessità di un cambiamento a tutti i costi. Mi basta semplicemente una moto con cui puntare alla vittoria”. Insomma, Johnny sembra essere molto chiaro nello scartare quasi definitivamente un ritorno in MotoGP. Gli appassionati delle derivate ringrazieranno.