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SBK, Camier: "in Honda per vincere il Mondiale"

A Leon piace la Fireblade SP2: "il podio già in Australia è possibile. Correndo la 8 Ore di Suzuka, sarei il collegamento tra Ten Kate e l'HRC"

SBK: Camier: "in Honda per vincere il Mondiale"

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Reduce dall’intenso e spettacolare matrimonio dell’amico e rivale Chaz Davies -dove era presente, tra gli altri invitati, l’australiano Casey Stoner- Leon Camier è consapevole che il grasso periodo natalizio sarà quasi una tortura ad uno che, come lui, si allena tutto l’anno per mantenersi in piena forma.

L’alto e muscolarmente definito pilota britannico già pensa al prossimo test con la sua nuova moto, dopo il passaggio da MV Agusta ad Honda:ho deciso di cambiare -spiega Leon- perché, nonostante il team Red Bull Ten Kate abbia avuto una stagione davvero difficile, ho notato in pista un grande potenziale nella Fireblade SP2. Ho intravisto la possibilità non remota di migliorare tutto il pacchetto tecnico offerto dalla CBR ed avvicinare le posizioni dei più veloci”.

Camier ha trovato nel garage una bella atmosfera: da ogni punto di vistaè stato un 2017 molto duro per loro e li capisco -dichiara- ma io sono stato accolto nel box con un clima entusiasta e positivo: la voglia di ripartire era forte e si sono concentrati subito sul lavoro da fare con me, per darmi una moto finalmente competitiva. Ora in Honda hanno una forte e nuova motivazione”.

Infatti, sei stato veloce in Spagna…

La Fireblade mi è piaciuta subito, ho avuto un ottimo feeling, girando negli stessi tempi di Melandri con la Ducati e di Alex Lowes con la Yamaha. Sappiamo che ci sarà ancora molto lavoro da fare, specialmente nel comparto elettronico; a Jerez ho girato utilizzando il sistema Cosworth, non male, ma presto arriverà la nuova Marelli che, se ben affinata, potrebbe garantirci un passo gara più costante, nel quale le impennate e le perdite di aderenza saranno limitate”.

Con la nuova moto, come ti sembravano gli avversari?

Sempre gli stessi (ride). Ho incrociato solo Alex Lowes, ma ho guardato i tempi sul giro: Melandri, che nella gara disputata a Jerez poteva vincere, nel test ha siglato i miei stessi cronologici. A Jerez Johnny Rea, con la nuova e dal regolamento ‘limitata’ Kawasaki, è stato assolutamente incredibile, lasciandoci ancora tutti dietro e segnando tempi da MotoGP”.

Eppure, gli hanno stravolto la moto…

Sì, ma poco cambia. Anzi, forse ora la ZX10RR è ancora più facile da guidare: allunga meno agli alti regimi, ma può essere sfruttata meglio, grazie ad una coppia disponibile considerevole, ben erogata e gestita da una elettronica affinata. La Kawasaki di Rea è ancora la moto migliore, quella da battere”.

E Rea?  Non è ancora lui l’uomo da battere?

Io penso che Johnny abbia fatto un lavoro fantastico vincendo tre titoli consecutivi. Rea è sicuramente un grande pilota, uno dei più forti in Superbike, ed ha meritato ogni trofeo conquistato sino ad oggi,  ma credo che il punto sia la moto: la chiave di tutti i successi è la sua Kawasaki Ninja”.

Ora sei nel mondo Honda: ci andrai alla 8 Ore di Suzuka?

“Mi hanno già contattato, chiedendomelo. La gara di durata giapponese è dura ma affascinante, veramente importante per Honda e per le altre Case giapponesi. Se mi offriranno una moto ed un team ufficiale, a Suzuka ci sarò, anche perché, nonostante faccia sempre un caldo infernale, mi piace correre laggiù”.

Questo aprirebbe un collegamento diretto con l’HRC?

Probabilmente sì; ci sarà più comunicazione tra il team Ten Kate ed il Giappone, ed io potrei esserne il collegamento. La prima missione Honda sarà la 8 Ore di Suzuka, poi viene la MotoGP. La Superbike avrà un coinvolgimento maggiore da parte della Honda, con evoluzioni importanti di telaio e qualcosa per il motore. Ora la comunicazione tra il team Ten Kate Superbike e l’HRC è più forte”.

Potrebbe aprirsi per te una strada verso la MotoGP?

“Non lo so, ciò che posso dire è che una eventuale moto satellite non rientrerebbe nei miei interessi. Voglio fare bene con Honda in Superbike, cogliendo un podio proprio nelle gare iniziali: la mia prima impressione della CBR è che abbia tanti punti positivi e forti. Sistemando bene la moto, lavorando accuratamente su ogni dettaglio tecnico, come l’elettronica ed il motore, non è da matti pensare al podio già in Australia. Sono venuto in Honda per vincere il Mondiale Superbike, questo è il mio vero obiettivo”.

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