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MotoGP, Iannone: a fine gara le mie Michelin erano come nuove

Gara difficilissima per il pilota Suzuki, diciassettesimo e fuori dalla zona punti: "succedono cose troppo strane, oggi c'era poco da fare"

MotoGP: Iannone: a fine gara le mie Michelin erano come nuove

Cielo grigio su Sepang e giornata storta quella di Andrea Iannone, in una gara difficile per il pilota del team Suzuki Ecstar, fuori dalla zona punti, dal basso del diciassettesimo posto.

A fine Gran Premio, l’abruzzese mette in evidenza i soliti problemi riscontrati quest’anno: “oggi gli altri hanno migliorato il proprio ritmo -spiega The Maniac- invece noi no. Durante il warm up abbiamo fatto dei passi avanti, io ero positivo e potevamo giocarci il podio. Ma con questa pioggia era impossibile per me guidare, non avevo grip davanti e nemmeno dietro. Non so che accade, succedono cose troppo strane: in alcune gare andiamo fortissimo, in altre pianissimo e questa cosa non riesco a spiegarmela”.

A proposito di cose strane che succedono, Rossi ha fatto un discorso simile riferendosi alle gomme ma il numero 29, in primis, tenta di sviare:  non ho fatto riferimento alle gomme o a quant’altro -precisa- io parlo solo delle difficoltà che incontriamo; per esempio, in Giappone eravamo competitivi, sull’acqua la moto era perfetta ed aveva grip. Avevamo solo i nostri soliti limiti non migliorabili in  questo anno, altrimenti la moto sarebbe stata perfetta. A Phillip Island abbiamo avuto difficoltà simili a quelle di oggi, ma non eravamo in una situazione così disastrosa”.

Poi, però, Andrea punta l’obiettivo proprio sugli pneumatici…

 “Qui ho finito la gara con le gomme Michelin come nuove, non so se abbiano lavorato o meno. In Giappone, invece, le gomme erano normalmente usurate. Qui a Sepang la mia Suzuki scivolava da tutte le parti, non riuscivo minimamente a frenare, non potevo piegare, la moto partiva via anche a gas chiuso”.

Hai ancora una chance, a Valencia…

“Sì, e spero che in Spagna io possa finire il mio campionato con una buona gara, perché oggi c’era davvero poco da fare”.

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