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MotoGP, Dovizioso: a Motegi avrei scommesso su Marquez

"Sono stato più veloce di quanto pensassi. Perché piaccio? Non sono un pilota che mette zizzania come fanno altri"

MotoGP: Dovizioso: a Motegi avrei scommesso su Marquez

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Riguardando la gara di Motegi, avrei scommesso anch’io su Marquez. Sembrava avere fatto la strategia e sappiamo che gatto sia nel corpo a corpo”. Dovizioso non ha paura di dire la verità e riconoscere i meriti all’avversario. Senza dubbio è anche felice di essersi sbagliato a posteriori, fregando per la seconda volta in volata Marc.

Andrea, cosa hai notato ripercorrendo il GP del Giappone?
Ho dato più importanza alla gestione dell’intera gara che alla lotta finale, quella è stata la ciliegina sulla torta. Ho notato quanto fossi stato veloce, più di quanto mi fossi reso conto, sono riuscito a tirare fuori il massimo”.

È positivo.
È la cosa più importante. Una vittoria come quella dà carica, è esploso il tifo per me e questa è una grande spinta. Però non dobbiamo dimenticare che stiamo lottando contro Marquez e lui è veloce sempre, in qualsiasi pista e in qualsiasi condizione. Quindi per giocarsela con lui bisogna essere altrettanto veloci.

Hai ancora dubbi dopo la gara di Motegi?
È stato un fine settimana strano, tutto sul bagnato, quindi il risultato va preso con le pinze. La differenza l’ha fatta la gestione di tutto il weekend e questo aspetto è fondamentale per il campionato. Di fronte abbiamo Honda, Marquez e Vinales, avversari molto forti e per affrontarli devi essere completo e lavorare bene”.

Come state facendo…
Infatti, indipendentemente dalla velocità abbiamo dimostrato di esserci”.

Pensi di avere portato in qualche modo Marquez all’errore?
Non penso fosse sotto pressione, piuttosto che abbia voluto dare il 100% indipendentemente dalle condizioni in cui si trovava. Come puoi dire qualcosa a un pilota che ha dato un minuto alla seconda Honda sul traguardo? Però nessuno è imbattibile, non voglio sminuirlo, è un discorso che vale per qualsiasi pilota”.

Pensi che ora ti stia guardando in un modo diverso?
Credo che abbia sempre avuto rispetto nei miei confronti ma non mi riteneva un pilota così forte da lottare per il campionato semplicemente perché non l’avevo mai fatto prima. Penso che in molti ora mi stiano guardando da un punto di vista diverso”.

Anche i tifosi…
Così va il mondo, anche quello della MotoGP. Se non vinci rimani nella massa, anche se fai buoni risultati. Ti considerano solo un buon pilota, ci sono abituato anche se la penso diversamente”.

Quando vinci in molti sono contenti, anche nel paddock.
Lo percepisco, penso che uno dei motivi sia perché non sono un pilota che cerca di mettere zizzania come invece fanno altri. Sono un pilota tranquillo, sereno e maturo nei rapporti personali”.

Anche nel team si respira un’aria serena.
Infatti vinciamo tutti insieme. Nella MotoGP attuale le decisioni si prendono insieme e ci sono tante persone coinvolte perché ci sono molti dettagli da mettere insieme. Il pilota prende la decisione finale, perché deve crederci, ha una grande influenza, ma è un lavoro di gruppo”.

Su quale punto devi ancora lavorare, forse le qualifiche?
È un dettaglio che a volte può essere importante, ma dipende dalla pista e dalle condizioni perché quest’anno in poche gare si è potuto spingere dal primo all’ultimo giro. Comunque è un limite su cui lavorare”.

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