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SBK, Rea-Davies: la sfida diventa bollente a Buri Ram

In Thailandia la tappa più calda della stagione col termometro che sfiora i 40 gradi, prima volta a Chang per Marco Melandri

SBK: Rea-Davies: la sfida diventa bollente a Buri Ram

Una settimana di stop ed è già tempo di tornare in pista. Dall’Australia alla Thailandia per il secondo appuntamento stagionale con le derivate. Il round inaugurale di Phillip Island non ci ha fatto certo annoiare, regalandoci due gare ricche di sorpassi ed emozioni. Anche a Chang gli appassionati attendono ora lo stesso copione.

La sfida asiatica diventa bollente, soprattutto per le alte temperature, tanto che lo scorso anno, quella percepita nell’aria, superava addirittura i 40 gradi. Si prospetta come il round più caldo di tutto il 2017. Ci sarà quindi un ostacolo in più con cui i piloti dovranno confrontarsi. Lo sa bene Johnny Rea, che a Buri Ram punta a lasciare nuovamente la propria firma, proprio come la scorsa settimana. Il tracciato si adatta alle caratteristiche della Kawasaki e l’occasione diventa troppo ghiotta per farsela sfuggire. Bisogna però fare i conti con la concorrenza, uno su tutti Chaz Davies, staccato di soli dieci punti in Campionato dal nordirlandese.

La Ducati è in crescita, anche se in rettilineo bisogna ancora limare qualcosa. Di sicuro il gallese non vuole correre rischi, mettendoci la stessa costanza mostrata in Australia, perché questa sembra essere l’ultima difficoltà da passare indenni prima dell’Europa. In casa Aruba c’è poi un Marco Melandri che sceglie la strada della continuità. Sarà anche vero che per lui si tratta della prima volta a Buri Ram, ma la pista non è così impegnativa da apprendere come ci ha spiegato Ernesto Marinelli.

Occhio poi a non sottovalutare Tom Sykes, che proprio in Thailandia riuscì a mettere i bastoni tra le ruote al compagno Rea, vincendo lo scorso anno Gara 2. Le gomme lo hanno messo in crisi la domenica a Phillip Island, ora cerca il riscatto.

C’è poi chi sogna un podio che avrebbe il sapore di storia. È il caso di Alex Lowes e la Yamaha, vicinissimi a conquistarlo nel round inaugurale e poi sfumato per una questione di decimi. La R1 è lontana parente rispetto a quanto visto nella passata stagione e adesso sembrano esserci tutte le carte in regola per arrivare a questo primo traguardo. Proprio come lo spagnolo Xavi Forés determinato a rovinare la festa ai piani alti della classe.  

Chi ancora non sembra avere le carte migliori è Honda. Un cammino che si prospetta in salita per Nicky Hayden e Stefan Bradl con la Fireblade SP2. Le aspettative erano ben altre per la giapponese di ultima evoluzione, costretta a incassare oltre un secondo dai migliori. Il motore non convince e al più presto serve svoltare.

In Thailandia ci si aspetta poi un passo avanti da parte di Aprilia, perché a Phillip Island Savadori e Laverty sono rimasti lontani dalla posizioni che contano. Buri Ram diventa anche l’occasione per capire se MV Agusta ha lasciato alle spalle i problemi di affidabilità emersi otto giorni fa, tanto da bloccare ai box Leon Camier per lungo tempo. In gara il portacolori della Casa di Schiranna ha però tirato fuori gli artigli, archiviando il sabato in quinta posizione.

A piccoli passi BMW con Jordi Torres determinato a mettere nel mirino la top ten. Esame di riparazione invece per Riccardo Russo e Ayrton Badovini, reduci da un round australiano che ha lasciato l’amaro in bocca.     


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