La partenza del 2017 per Redding non è stata priva di difficoltà: 19° a Sepang e 20° a Phillip Island. I numeri non mentono quasi mai e dicono che fra il britannico e la sua Ducati GP16 non è ancora scoccata la scintilla.
Scott ne è consapevole e non lo nasconde a Napoli, durante la presentazione del team Pramac.
“La mia situazione è molto diversa da quella dello scorso anno, mi ero trovato subito bene con la moto e ed era stato tutto più facile”, ricorda i suoi primi passi con la GP15 con cui, soprattutto prima che Michelin cambiasse la gomma posteriore, era stato molto veloce nei test.
“Invece devo ancora capire la GP16, sto incominciando a conoscerla ma è un processo lento” ammette.
La moto non è l’unica novità per Scott che ha perso il suo capotecnico Giacomo Guidotti - ora con Dani Pedrosa - e ha trovato Cristian Pupulin, con cui collaborava già negli scorsi anni.
“Con lui si è subito instaurato un buon rapporto e in questi test abbiamo imparato molto l’uno dall’altro - afferma - Nella squadra c’è sempre un clima famigliare ed è quello che mi piace”.
Ora bisogna anche pensare a quali obiettivi porsi. Dodici mesi fa Redding dichiarò di volere stare nella “top 6”, ma aveva posto l’asticella troppo in alto.
“La situazione però era diversa - sottolinea - Ora ci sono più piloti veloci e direi che puntare a stare nei primi 10 è un obiettivo realistico, magari nei primi 8 in alcune occasioni. Essendo in un team satellite dovrò essere bravo a sfruttare tutte le opportunità, in particolar modo in caso di pioggia”.