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MotoGP, Sepang test: continua a brillare 'Crazy' Stoner

ESCLUSIVO Quando guida una Ducati c'è un lampo nei suoi occhi, come un buco nero nel cielo

Sepang test: continua a brillare 'Crazy' Stoner

La stagione dei suoi ex avversari della MotoGP è iniziata ieri. Per loro, i vari Rossi, Lorenzo, Marquez, Dovizioso, Pedrosa, Vinales, Iannone  si accenderanno i riflettori di una nuova stagione, con la pressione, ma anche la soddisfazione di battersi per un altro campionato del mondo.
Roba del passato per Casey Stoner.
Così scrive il Corriere dello Sport in una intervista esclusiva al campione australiano nel giorno in cui, a sorpresa, è risultato non solo il più veloce dei piloti Ducati, ma anche dell’intera MotoGP.
C’è poco da fare: anche da ‘ex’ Casey brilla di luce propria.

"Non bisogna vedere le cose troppo complicate. Non lo sono – ha confessato Stoner al quotidiano romano - Conosco la pista, mi adatto ai punti di frenata velocemente. E non ho bisogno di fare tanti giri per essere veloce. Per me è facile, lo è sempre stato. Non si dimentica, è come andare in bicicletta. Si i muscoli si ribellano un po’, mi viene fuori qualche doloretto ma alla fine si tratta solo di trovare la giusta aderenza. C’è chi cerca di essere veloce, se lo impone e gira, gira e gira, io esco e guido. Semplicemente. Certo, ora sono un po' stanco: ci vuole un po' di tempo per abituarsi a queste moto".

Freddie Spencer nel 1985 lo spiegava questa dota dicendo che per lui la velocità non esisteva ed il mondo attorno a lui, quando guidava, girava al rallentatore.

"Beh, fino ad un certo punto, si. Non parlerei però di slow motion, mai, perlomeno non con queste moto. Quando però le cose funzionano, c’è grip e la moto si comporta bene, esattamente come vuoi ed anche tu stai bene fisicamente posso dire che si riesce ad avere tutto sotto controllo. In front of the game, come dire? un passo avanti… (…) inizialmente il tuo cervello è sempre tre curve indietro. Ci vuole un minimo di tempo per abituarsi. Poi tutto diventa fluido e naturale. Il passo successivo, trovare il limite, richiede un po’ più di impegno. Ti senti più teso, il tuo corpo è più teso, poi finalmente si rilassa, fai quel che sai fare ed esce il tempo".

Cosa provi, in quel momento, una scarica di adrenalina?

"Non ho l’adrenalina della Motogp e non ce l’ho da molti anni. Questo ora è il mio lavoro, non devo essere eccitato. Se guidi e hai questo tipo di sensazione, come dicevo prima, significa che non hai la situazione sotto controllo, non sei un passo avanti. I piloti, o perlomeno io, ho corso per la gloria. E' per questo che si gareggia, è ciò che ti spinge avanti, che ti fa guidare al limite, l’adrenalina per me ha a che fare con la paura".

Ti sei mai pentito di esserti ritirato dopo soli due titoli?

"Mai pentito.Mai, nemmeno per un momento. Ogni anno sono più felice del precedente".

Recentemente  si è ritirato Nico Rosberg. E’ un po' la tua storia...

"Un po’ forse sì, ma io avevo già vinto i miei due mondiali, di cui sono orgoglioso. Non mi sono ritirato dopo aver finalmente raggiunto il mio obiettivo. (…) la F.1 è un gioco duro, bisogna resistere ad una pressione enorme, tutto il giorno e giorno dopo giorno, senza respiro. Senza interruzione. E’ stato così anche per me. Forse è per questo che Rosberg ha iniziato a pensare ad altri aspetti della vita, qualcosa di diverso da fare, di più importante (…)”.

Il prossimo ritiro importante potrebbe essere quello di Usain Bolt o di Valentino Rossi.

"Vorrei che questa risposta fosse, out of the record,  a registratore spento, ma secondo me si ritirerà prima Bolt. Io penso che Valentino non si ritirerà presto, ma potrei sbagliarmi".

Perché ci si ferma?

"Personalmente non ho mai patito alcuna pressione da altre persone, quel che dicono o pensano gli altri non mi ha mai infastidito. E quella dei tifosi che hanno continuato a chiedermi di tornare a correre mi ha solo fatto piacere riempiendomi di orgoglio. Ma ora il mio ruolo è cambiato e vivo un’altra vita. Mi sono ritirato per le mie ragioni e alle mie condizioni, non perché qualcuno mi ha spinto a farlo o mi sentivo invecchiato o lento. Né per gli incidenti". (…)
Stoner ha vinto il mondiale con la Ducati 800.
“(…) quella e la GP17 non sono nemmeno parenti: era veramente difficile da guidare, non girava nelle curve, si muoveva e non accelerava. Quelle di oggi sono più facili ma…hanno una potenza... sono animali. Quando apri il gas la spinta è incredibile. La cosa più difficile è trovare l’aderenza, ma è anche la cosa che mi piace di più fare” (…)

La Ducati non si nasconde più: Claudio Domenicali ha detto che quest'anno si punta al mondiale.

"È quello che inseguono tutti. Se ti accontenti di un podio non vinci”.

(Qui l'intervista integrale in inglese)

 


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